Terni, per la Fontana Fondazione vs Comune

Gelida nota della Fondazione Carit, che non ha gradito di leggere sui media della ricerca di un tecnico per i mosaici: «Fate in fretta o revochiamo il contributo»

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Per quanto caldo faccia, non riesce proprio a sciogliere il gelo con il quale la Fondazione Carit di Terni commenta le ultime novità relative alla Fontana di piazza Tacito: «Dalla stampa locale prima, e da comunicazione diretta poi – fa infatti notare la Fondazione – si è appreso che il Comune di Terni ha indetto un bando per la selezione di professionisti esperti nel campo di restauro delle superfici musive, al fine di dare seguito ai lavori prescritti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria di riqualificazione e recupero della Fontana di piazza Tacito, con particolare riferimento al distacco e al restauro dei resti del mosaico zodiacale, finalizzati ad una successiva musealizzazione». E appare chiaro che essere stati avvisati solo ‘dopo’, dalle parti di PalazzoMontani Leoni, non è piaciuto per niente.

La ‘presa d’atto’ Tanto che la Fondazione Carit «prende atto della ripresa d’interesse, ribadendo il ruolo determinante, e non soltanto di partner dell’ente proprietario dell’opera, svolto da anni nella vicenda di restauro della Fontana di piazza Tacito, garantito sia sul piano strategico-relazionale, che da un importante impegno economico, visto lo stanziamento di euro 258.780, tuttora a disposizione».

La minaccia La Fondazione Carit, dopo aver confermato, «il proprio impegno nell’opera di restauro della Fontana di piazza Tacito e in particolare nella realizzazione di una copia del mosaico zodiacale allestita sulla base dei disegni del maestro Cagli in custodia presso la Fondazione stessa, una volta completati tutti gli interventi posti a carico degli altri soggetti finanziatori. Con la posa in opera di una copia del mosaico zodiacale si perfezionerà definitivamente l’originario intento di restituire la ‘fontana’ alla città di Terni», ma «auspica che i lavori siano ultimati rapidamente, recuperando il tempo perduto, altrimenti la Fondazione sarà costretta ad assumere le opportune decisioni, compresa l’eventuale revoca del contributo».

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