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Home » Terni, perenne ‘ansia’ per la Telfer di Papigno

Terni, perenne ‘ansia’ per la Telfer di Papigno

di Simone Francioli
14 Marzo 2019
in Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
La Telfer

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di S.F.

La Telfer

«In merito alla situazione del territorio comunale, è su questo che la giunta ha competenze, confermo che tutto è sotto controllo. Fa eccezione, a detta dei tecnici, per una struttura metallica su cui i tecnici sollecitano da anni un intervento risolutivo ed in merito alla quale verrà quanto prima indetto un summit tecnico-legale- amministrativo per prendere le decisioni del caso». Queste tre righe erano nella nota – si parla di sicurezza dei ponti in città post tragedia del ‘Morandi’ di Genova’ – di giovedì sera dell’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche: da un lato una generale rassicurazione sulle condizioni delle opere a Terni, dall’altro breve specifica – senza andare troppo nel dettaglio – su una situazione che invece qualche preoccupazione la crea. Non è sfuggita. Ma di cosa si tratta? Della passerella Telfer (ex elettrochimico Papigno), da anni oggetto di polemiche per lo smontamento. Mai effettuato nonostante l’approvazione del progetto datato estate 2010.

TELFER, POLEMICHE E SMONTAGGIO MAI EFFETTUATO: QUASI UN DECENNIO SPRECATO, LA STORIA IN BREVE

Situazione in stallo da anni

Assunzione responsabilità La bagarre, negli anni, ha coinvolto in particolar modo il Comune di Terni e il centro studi politici e sociali ‘Franco Maria Malfatti’: quest’ultimo, per tentare di bloccare l’azione di palazzo Spada, presentò un ricorso d’urgenza al Capo dello Stato: «Niente demolizione. Se conservato e restaurato potrà utilmente contribuire a mitigare gli effetti della costante deindustrializzazione del territorio, inserendosi fruttuosamente nel percorso turistico della cascata delle Marmore che già sta dando i suoi frutti, anche grazie a una gestione intelligente», la motivazione fatta pervenire a Sergio Mattarella. Il problema? È un fatto risalente ormai a due anni fa e, da allora, di passi davvero concreti – da un verso o dall’altro – non ce ne sono stati. «Mi  si riferisce- spiega Melasecche –  del pericolo notevole che esiste. Intendo far fare una seconda perizia e poi valutare con il prefetto e la protezione civile il da farsi interessando tutte le autotità dello Stato affinchè ognuno prenda atto del problema e si assuma tutte le responsabilità. La salvaguardia della salute dei cittadini è al primo posto. L’ingegnere strutturista del Comune mi ha segnalato che è quella che si trova nelle peggiori condizioni».

IL RICORSO D’URGENZA A SERGIO MATTARELLA

APRILE 2016, ORDINANZA DELL’EX SINDACO DI GIROLAMO: «SI SMONTA LA TELFER, TRAFFICO CHIUSO». NIENTE DA FARE

La Telfer

L’impossibilità di consolidamento Una storia che si ripete. Nuova amministrazione e vecchio problema da risolvere: più volte erano state annunciate tempistiche – con l’ok del Mibac e della prefettura – per l’abbattimento a causa del degrado delle strutture. «Ho il dovere morale e giuridico – prosegue Melasecche – di tutelare la sicurezza di chi passa là sotto. Oltretutto non esiste la minima possibilità di fare un solo mutuo per anni e consolidare quella struttura, mi si dice comporti una spesa elevatissima». Il progetto di demolizione sfiorava i 450 mila euro. Sulla partita Telfer ci fu anche l’inserimento in corso dell’ex sovrintendente – lo stesso che mandò in tilt la questione fontana di piazza Tacito – Stefano Gizzi: «La passerella si può restaurare». E giù di bagarre. A quanto pare il dibattito è destinato a riprendere a stretto giro. Parola di Melasecche.

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