Terni, Telfer: «Ricorso al capo dello Stato»

Lo ha presentato il centro studi ‘Malfatti’ per impedire l’abbattimento dell’opera: «Importante per lo sviluppo del turismo»

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Un ricorso d’urgenza al presidente della Repubblica per impedire la demolizione della Telfer di Papigno, di fatto già avviata: lo ha depositato il Centro studi politici e sociali ‘Malfatti’ di Terni, attraverso il proprio vice presidente, evidenziando il valore dell’opera dal punto di vista storico e turistico.

LEGGI IL RICORSO AL CAPO DELLO STATO

«La più grande d’Europa» Nel documento si legge che «la realizzazione della Telfer mediante la tecnica della chiodatura a caldo, la stessa utilizzata da Eiffel per la famosa torre parigina, da Stacchini per la volta della stazione di Milano o da Francesco Paolo Boubeè per la galleria Umberto I di Napoli, caratterizza la passerella come eccellente rappresentante di un’epoca, essendo anche la più grande nel suo genere in Europa. Il complesso, posto all’ingresso della Valnerina, a pochi chilometri dalla cascata delle Marmore, si inserisce coerentemente in un continuum spaziale denso di vestigia della prima industrializzazione, tra la monumentale centrale di Galleto, progettata dall’architetto accademico d’Italia Cesare Bazzani, e le opere di presa della centrale di Cervara, la prima grande centrale realizzata a Terni, nel 1903, per favorirne l’industrializzazione».

«Stop alla distruzione» Il ricorso, spiegano dal centro Malfatti, «si è reso necessario alla luce della ferma determinazione dell’amministrazione comunale di Terni a distruggere il manufatto, che a nostro avviso se conservato e restaurato potrà utilmente contribuire a mitigare gli effetti della costante deindustrializzazione del territorio, inserendosi fruttuosamente nel percorso turistico della cascata delle Marmore che già sta dando i suoi frutti, anche grazie a una gestione intelligente».

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