Terni, piano sanitario: Regione non invita, commissione si ‘scalda’

Nuovo giro di audizioni: martedì protagonisti i sindacati del comparto, l’allarme rsu su carenza personale in ospedale e assistenza. Slitta ancora l’appuntamento a Perugia

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di S.F.

Da palazzo Donini nessun cenno di convocazione e il nervosismo aumenta considerando l’importanza della tematica. Vale a dire il nuovo piano sanitario regionale 2021-2025 e la necessità di farsi ascoltare a Perugia sulle criticità – tante – nel Ternano in questo settore: martedì pomeriggio a palazzo Spada nuovo giro di audizioni nel percorso di sviluppo del documento da portare all’attenzione della III commissione regionale. Protagonisti i referenti dei sindacati del comparto sanitari che, in linea con ciò che è stato già esposto nelle precedenti esposizioni, hanno confermato che c’è più di qualcosa da sistemare in merito all’atto preadottato dall’esecutivo Tesei. Particolarmente incisivo l’intervento della rappresentante rsu del ‘Santa Maria’, l’infermiera Orietta Corradini: «C’è carenza di personale e il paziente sembra abbandonato a sé stesso. L’assistenza è inesistente sul territorio».

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Lucci e Marcelli

La Regione, la convocazione che non c’è e il malumore

La prima parte dell’incontro tuttavia è su altro. D’altronde le audizioni in corso servono per avere un’idea più chiara e predisporre il documento da discutere a Perugia. La presidente della II commissione Rita Pepegna ha quindi fatto il punto senza tuttavia dare aggiornamenti positivi sull’appuntamento con la Regione: «Spero ci invitino ufficialmente, se non accade lo pretendiamo. In qualche maniera lo faremo. Sono un po’ prepotente magari e la mia corrente politica è con la Regione, ma l’obiettivo è troppo importante. Sarebbe dovuto già accadere». Il tempo di finire ed è Michele Rossi (Terni Civica) a chiedere spiegazioni: «Come mai manca ancora l’invito?». L’esponente di FdI parla di «disguidi organizzativi, è da ridefinire, penso ormai andrà a finire dopo le festività di Natale». Tocca a Tiziana De Angelis (Pd): «C’è qualcosa di scritto in merito?». La Pepegna tenta di chiudere il discorso: «Non è arrivato l’invito ufficiale. E non posso prendermi la responsabilità per cose che non dipendono da me», taglia corto. Poi parola ai sindacati.

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La partecipazione, l’osservatorio e le mancanze

Ad aprire il confronto è stato Giorgio Lucci della Fp Cgil, con citazione della legge regionale 11 del 2015 e il PSR: «L’articolo 96 disciplina la modalità di concertazione con cittadini, associazioni, sindacati ecc. e quindi l’audizione con la Regione ci deve essere», ricorda alla Pepegna. «Inoltre l’articolo 5 dice che la giunta acquisisce informazioni tramite l’osservatorio epidemiologico per le verifiche e le valutazioni: nel PSR non si fa menzione di questo e c’è quindi il rischio di esproprio delle competenze del consiglio regionale. Inoltre – la critica – c’è volontà di accentramento e manca il ruolo dell’università. Le nuove strutture, Umbria nord e sud? C’è solo una previsione generica senza l’indicazione delle zone. Per quel che concerne l’Irccs dovrebbe essere aggiuntivo all’ospedale di Terni e non sostitutivo». I temi non mancano: «Per quel che riguarda il fabbisogno del personale siamo una delle regioni che ha assunto di meno durante l’epoca Covid, i professionisti che abbiamo guardano altrove. Per l’utilizzo delle risorse economiche non si cita il nuovo nosocomio di Terni», alcuni passaggi del suo intervento. Sponda Fials è intervenuto Fosco Giraldi: «Un piano sanitario si definisce tale se contiene elementi di organizzazione. Questo nel PSR non c’è, solo enunciati. Come fa un direttore generale a fare un piano attuativo senza questo aspetto? Si parla di integrazione e flessibilità, ma come si fa se non si modifica l’assetto generale? L’integrazione che ci propinano è fumo negli occhi».

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Feraru e Giraldi

«Persa un’occasione». Appello NursingUp

Sponda Cisl ha presenziato Riccardo Marcelli che, in avvio, ha ricordato della piattaforma rivendicativa e propositiva di Cgil, Cisl e Uil: «Ci auspicavamo che potesse essere oggetto di discussione per il nuovo piano. Oggi ci ritroviamo a fare una discussione successiva all’elaborazione, come comunità è stata persa un’occasione. Ragioniamo su base ternana o sul PSR in generale? Perché la questione cambia», ha aggiunto. «Da parte nostra l’auspicio è che ci possa essere un coinvolgimento per l’accoglimento delle richieste. Serve la collaborazione con l’università, anche in chiave di ricerca». C’è spazio per pensare all’ex Milizia: «Ricreiamo le condizioni per l’utilizzo o no? Il riequilibrio se veramente lo vogliamo è una sfida». Citate anche le modifiche per gli ospedali di Narni e Amelia che, giocoforza, hanno avuto conseguenze anche per Terni. E il Dup che sta predisponendo il Comune. A questo punto è la Pepegna a prendere di nuovo la parola: «Stiamo accelerando per quel che ci riguarda, ma non credo che la regione abbia il piano finito per gennaio». Più sintetica Anisoara Feraru, infermiera della NursingUp: «Chiediamo a gran voce la valorizzazione delle professioni sanitarie, tutte. E l’adeguamento degli standard assistenziali perché siamo al di sotto della media europea».

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L’assessore Coletto (foto Mirimao)

Carenza di personale, assistenza inesistente e guai

L’esponente rsu del Santa Maria è Orietta Corradini, in sostituzione di Luciano Moscetti. Breve ma efficace: «Sono un’infermiera e vorrei delineare quanto è stato difficile in questi due anni attraversa la pandemia con la carenza di personale che c’è nella struttura di Terni. È importante capire il percorso che fa il paziente perché una volta dimesso sembra abbandonato a sé stesso: purtroppo il territorio è inesistente nell’assistenza. Il personale è sempre più lasciato a sé stessi e molti medici di famiglia stanno andando in pensione. L’ospedale non è più in grado di portare avanti quello che poteva l’essere l’assistenza del malato e del paziente che ha bisogno di screening o di controlli. Se si ha un incidente e se non è in grado di andare a pagamento, non si riesce più a fare più i normali check. Mi preme sollevare il fatto che l’azienda ospedaliera è in carenza di personale e, come dicevano i colleghi, i professionisti stanno sempre di più abbandonando perché non si sentono valorizzati qui». Vedremo cosa ne penserà il direttore generale Pasquale Chiarelli nell’audizione prevista per giovedì.

Rossi e l’atteggiamento remissivo

Parte finale dedicata ancora alla mancata convocazione della Regione: «Mi sono stufato – le parole di Rossi – di questo atteggiamento remissivo, Coletto lo abbiamo aspettato mesi come ha detto Claudio Fiorelli (M5S). Non dobbiamo sperare, lo andiamo ad incontrare noi. Facciamoci rispettare», il messaggio lanciato nei confronti della sua maggioranza». Il rappresentante pentastellato in precedenza – rivolgendosi ai sindacati – aveva fatto un appello: «Chiediamo aiuto, qui uniamo le forze per raggiungere l’obiettivo». Mercoledì si riprende con il confronto con il numero uno della Usl Umbria 2, Massimo De Fino.

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