Polo nautico Piediluco, cura e manutenzione: si cerca la ‘quadra’

Terni – Ricognizione per risolvere le questioni pendenti tra Comune, Fic e Circolo canottieri: via libera all’aggiornamento dello stato di consistenza. Ma non tutti firmano

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di S.F.

Una generale ricognizione delle obbligazioni per fare il punto della situazione e risolvere le questioni pendenti – si è arrivati anche al Tar per le alberature – nell’ottica di una gestione senza criticità e un piano preciso per manutenzione, custodia e uso del polo nautico fino alla scadenza dei rapporti in essere. Questo il tema al centro dell’attenzione che di recente ha visto protagonisti il Comune, la Federazione italiana canottaggio e l’Asd Circolo canottieri Piediluco della presidente Marina Lana: via libera all’approvazione dell’aggiornamento dello stato di consistenza. Ma non tutti hanno firmato.

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La ridefinizione e le competenze

Le tre parti coinvolte si sono riunite per ridefinire lo stato di consistenza del centro nautico ‘D’Aloja’ in merito al rimessaggio delle imbarcazioni, la sede del circolo, il bar, la tribuna, la torre di arrivo, i pontili di imbarco/sbarco/premiazione, il campo gara, il parco a verde e la rampa di accesso per natanti/gru. L’inghippo è nato nel 2013, quando la Regione ha devoluto in via definitiva il patrimonio immobiliare al Comune dopo la soppressione dell’ex Apt (Agenzia di promozione turistica) Umbria: «L’assenza di organiche e complete documentazioni archivistiche dell’ex Apt, aveva portato ad affrontare la gestione delle varie attività e dei procedimenti solo attraverso una interpretazione delle clausole, spesso contraddittorie, che non avevano consentito di avere un quadro certo delle singole competenze, con possibili futuri effetti negativi sulla qualità della gestione e sullo sviluppo dei programmi integrati d’area di valorizzazione strategica», ha sottolineato nell’occasione il Rup Federico Nannurelli. In realtà il verbale dell’atto di ricognizione è stato firmato dall’amministrazione e dalla Fic, non dalla società: quest’ultima ha infatti inviato delle osservazioni in merito perché ci sarebbe qualcosa da limare.

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Guai da risolvere

Come detto i guai c’erano già dal 2013: «Alla data di consegna definitiva dalla Regione al Comune lo stato del patrimonio immobiliare presentava già notevoli criticità, sia per il degrado delle strutture e dei materiali costituenti i fabbricati, che degli impianti tecnologici, le alberature, il verde, i vialetti, i parcheggi, i pontili, attrezzature e pertinenze. La mancata unificazione ed aggiornamento di un piano di conduzione e di utilizzo dei beni, non aveva consentito la regolarizzazione di alcune attività rimaste ancora in sospeso», è stato specificato durante la riunione. Evidenziato inoltre che «il Circolo canottieri Piediluco non aveva mai aggiornato un coerente e più performante piano di utilizzo e di conduzione dei beni, a differenza di quanto avvenuto nei rapporti con la Fic». Da ricordare che il primo contratto d’uso del polo nautico di Piediluco fu stipulato il 12 ottobre 1984 tra l’azienda autonoma di cura, soggiorno e turismo del ternano e la federazione, quindi il subentro dell’allora Apt Umbria (all’epoca il commissario era Valentino Conti, mentre il numero uno della Fic Gianantonio Romanini) e, infine, il subentro del Comune nel 2013. L’attuale scadenza è fissata all’ottobre 2025: la Fic ha in obbligo la custodia e la manutenzione del centro federale.

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La scrittura privata

Per quel che concerne la società c’è in ballo una scrittura privata tra Circolo canottieri Piediluco e Apt Umbria con scadenza al 2024: post ricognizione il Comune ha l’obbligo – post sentenza del Tar 2018 – della manutenzione straordinaria del rimessaggio, bar, tribuna, torre di arrivo, pontili e campo gara, mentre l’Asd fino alla scadenza del contratto ne esercita la gestione. Almeno è ciò che si evince dalla documentazione. Ora palla alla direzione economia/lavoro promozione del territorio e lavori pubblici per gli adempimenti di competenza nel rispetto del vincolo di reciprocità con tutte le parti coinvolte: c’è da fare per i dirigenti Emanuela Barbon e Piero Giorgini.

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