Terni: prete e vescovo vittime di stalking osceno e diffamazione. Imputata è una donna

In corso il processo basato su decine di lettere e messaggi recapitati o lasciati nelle chiese a Terni e Collescipoli

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Atti persecutori e diffamazione: queste le ipotesi di reato formulate dalla procura della Repubblica di Terni, per le quali è finita a processo una 72enne ternana. Persone offese – e quindi parti civili attraverso gli avvocati Patrizia Bececco e Roberto Spoldi – sono don Albin Kouhon, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore e San Nicola (Collescipoli), e l’ex vescovo della diocesi di Terni, Narni e Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, con le indagini condotte dall’Arma dei carabinieri, fra il giugno del 2018 e l’ottobre del 2020 la donna si sarebbe resa resonsabile di tutta una serie di condotte: persecutorie verso il parroco e diffamatorie nei confronti di entrambi. Il tutto attraverso lettere anonime, cartoline, messaggi scritti su biglietti e cartoncini recapitati direttamente a don Albin o lasciati all’interno e fuori da alcune chiese di Terni e Collescipoli, all’esterno dell’istituto Leonino e anche sulla pubblica via, in particolare a Collescipoli. Irriferibili, nel dettaglio, i contenuti di lettere e biglietti, zeppi di trivialità e contenuti diffamatori, riferiti a comportamenti sessuali – si arriva a sostenere falsamente anche relazioni con minorenni – del parroco di origini ivoriane, oggi 60enne. Negli stessi scritti, ma anche in lettere fatte recapitare a due cardinali e al vicario generale della diocesi, si accusa – altrettanto falsamente – l’ex vescovo Piemontese di ‘coprire’ le ‘malefatte’ di don Albin. All’origine della vicenda, secondo gli inquirenti, ci sarebbero dissapori interni alla parrocchia collescipolana ma spetterà al tribunale di Terni, in particolare al giudice Simona Tordelli, stabilire se ci siano responsabilità precise per tutto ciò che il parroco e il vescovo hanno dovuto subire negli anni scorsi. «Di certo – si limitano a dire gli avvocati di parte civile, Bececco e Spoldi – hanno sofferto molto per una vicenda oggettivamente squallida». Nell’ultima udienza sono stati sentiti testi sia dell’accusa e delle parti civili, poi l’udienza è stata aggiornata al prossimo 4 maggio. La 72enne è difesa dall’avvocato Fabrizio Garzuglia, secondo il quale «non c’è alcun elemento che provi la penale responsabilità dell’imputata, totalmente estrane alle accuse».

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