Terni, processo percolato: assolte le due giunte Di Girolamo

Stesso esito del processo ‘Spada’ ma con l’accusa che questa volta aveva chiesto l’assoluzione per tutti i diciassette imputati

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Tutti assolti da tutti i capi di imputazione perché ‘il fatto non sussiste’. Questa la sentenza emessa lunedì pomeriggio dal tribunale di Terni in composizione monocratica – giudice Chiara Mastracchio – nei confronti dei diciassette imputati del processo legato all’aggiudicazione del servizio di smaltimento del percolato della discarica comunale di vocabolo Valle, nell’ambito del quale era stata inizialmente rilevata l’ipotesi di ‘turbata libertà degli incanti’ a seguito del presunto ‘illecito frazionamento’ dell’importo. L’assoluzione, oltre che dalle difese dei diciassette, era stata chiesta anche dalla procura di Terni – pm Marco Stramaglia – nell’udienza dello scorso 5 novembre.

Vicenda conclusa

Il processo vedeva coinvolte le due giunte comunali guidate da Leopoldo Di Girolamo: assolti, oltre l’ex sindaco di Terni, gli ex assessori Stefano Bucari, Libero Paci, Roberto Fabrini, Silvano Ricci, Sandro Piermatti, Marco Malatesta, Daniela Tedeschi, Renato Bartolini, Simone Guerra, Maria Bruna Fabbri, Giorgio Armillei, Francesco Andreani, Cristhia Falchetti Ballerani, Emilio Giacchetti e gli ex dirigenti comunali Maurizio Galli e Marco Fattore. La vicenda aveva visto coinvolto anche Luigi Bencivenga, ex assessore comunale deceduto lo scorso luglio. Fra gli avvocati difensori figurano invece Enrico De Luca, Attilio Biancifiori, Roberto Spoldi, Donatella Virili, Francesca Abbati, Manlio Morcella, Patrizia Bececco e Carlo Moroni.

Il processo-origine

L’indagine era stata la prima della procura di Terni sul ‘filone’ degli appalti ed aveva rappresentato una sorta di preludio alle successive ‘Spada’ e ‘Spada bis’. Proprio lo scorso 15 ottobre il processo ‘Spada’ – che originariamente aveva portato all’arresto dell’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo e dell’ex assessore Stefano Bucari – aveva visto emesso il giudizio di primo grado con l’assoluzione di tutti gli imputati perché ‘il fatto non sussiste’. Di contro il processo ‘Spada Bis’, lo scorso luglio, aveva visto due condanne inflitte dal giudice di prima istanza.

Perché

Precedentemente, in aula, nel chiedere il proscioglimento di tutti i diciassette imputati, il pubblico ministero aveva rimarcato l’assenza di qualsiasi elemento soggettivo, evidenziando come il frazionamento dell’appalto – da qui la contestazione di ‘turbata libertà degli incanti’ – non fosse finalizzato a favorire qualcuno, bensì strettamente legato alle precarie condizioni economico finanziarie dell’ente.

«Dignità restituita»

«L’ulteriore assoluzione del sindaco Di Girolamo – commentano Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis del Pd – e delle sue giunte ufficializza in maniera palese una convinzione che l’attuale gruppo del Pd ha avuto sempre ben presente: quegli amministratori hanno cercato di fare il loro meglio in una situazione di grandissima difficoltà, anche perché caratterizzata da continui esposti e denunce di chi nel centrodestra, cercava la scorciatoia giudiziaria. È soprattutto chiaro che quegli amministratori hanno agito con onestà, da persone perbene quali sono, le quali hanno governato con correttezza, fermi restando gli errori che possono esserci stati, anche nella valutazione dell’attacco politico allora messo in campo non solo dalle opposizioni.  La fine del ciclo di governo di quelle amministrazioni è cosa discutibile, è indiscutibile che siano state messe sotto una pressione fortissima, la quale ha avuto ripercussioni anche su partite di grande delicatezza come quella del dissesto, sulla quale continueremo a fare chiarezza amministrativa e non solo. La demolizione, innanzitutto umana, del sindaco Di Girolamo e dei suoi assessori, è stato il prologo per fare tabula rasa. Ora che la dignità – chiudono – è stata restituita a persone che hanno pagato un prezzo ingiusto e immotivato, il gruppo del Pd guarda al futuro di una nuova generazione che alle spalle non ha nulla di cui vergognarsi».

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