di S.F.
Asm Terni il 17 gennaio 2024, Engie il 10 febbraio 2024 ed Enerstreet il 5 marzo 2024. Sono le tre società che si sono fatte avanti con il Comune di Terni per il servizio di gestione e manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione di proprietà comunale. E ora? In sostanza l’esecutivo Bandecchi ‘riavvia’ il tutto dopo quanto accaduto nei mesi scorsi ed il lavoro svolto dalla commissione tecnica-amministrativa dell’ente. Mettendo dei ‘paletti’ in vista della gara pubblica per il project financing. In ballo un sistema impiantistico da circa 20.500 punti luce a fluorescenza, ad alogenuri metallici, vapori di sodio e tecnologia led.
FEBBRAIO 2024, ASM IN CAMPO. LA COMMISSIONE PER VALUTARE LE VARIE PROPOSTE
GIUGNO 2024, IL SOLLECITO PER IL PROJECT DELLA PUBBLICA ILLUMINAZIONE
Della partita se ne sono occupati due assessori – Marco Iapadre, Giovanni Maggi – e il dirigente all’energia, Paolo Grigioni, il responsabile del procedimento. Si tratta di un atto di indirizzo per le prossime fasi. Il Comune si era mosso con Engie già nell’ottobre 2023, poi fu il sindaco Stefano Bandecchi a stoppare tutto dopo le reazioni di Asm e dei sindacati: la deliberazione per il consiglio comunale, ad oltre un anno di distanza, non è stata ridiscussa. Il 5 febbraio 2024 è stata istituita la commissione per il confronto tra le varie proposte. Risultato? «Le macro-caratteristiche delle proposte suddette, quali emergenti dalle lettere introduttive, non sono apparse confrontabili e valutabili, in quanto contraddistinte da macro- parametri di durata e d’investimento diversi, comunque non mappabili sulla complessità di esigenze dell’ente in materia di gestione e riqualificazione degli impianti (ivi compresi la rete di illuminazione pubblica, gli impianti semaforici, la segnaletica luminosa, la videosorveglianza urbana, il telecontrollo dei parametri tecnico-energetici e l’elaborazione dei specifici dati manutentivi), né è prefigurabile una tempistica decisionale, preceduta dai dovuti studi ed approfondimenti, compatibile con le stringenti richieste di chiarimento provenienti da Agcm». Quindi? Si riparte.
NOVEMBRE 2023, LO SCONTRO SULLA PUBBLICA ILLUMINAZIONE
Con premessa: «Nelle procedure di project financing, la fase di selezione delle proposte non ha carattere concorsuale. L’amministrazione, difatti, non sceglie un contraente bensì definisce un possibile oggetto contrattuale di pubblico interesse. Questo vuole dire che, in caso il Comune abbia ricevuto più proposte presentate spontaneamente, non in risposta a un avviso/bando, esso le potrà valutare congiuntamente, al fine di individuare la soluzione maggiormente conforme». In sintesi – viene sottolineato – è «mancata un’informazione al mercato sulle esigenze da soddisfare, così come una cornice di regole più minute entro cui valutare le proposte. Per garantire una maggiore trasparenza della procedura, e dunque una maggiore solidità anche sotto il profilo della imparzialità, il Comune può comunque valutare di pubblicare un avviso in cui dia conto sinteticamente dell’ipotesi di project financing». E si arriva al punto.
I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE DA 23 MILIONI CON ENGIE
Il Comune dà dei criteri base per proseguire la partita. Esempi? «I ricavi di gestione dell’operatore economico siano determinati e pagati in funzione del livello di miglioramento dell’efficienza energetica; i corrispettivi per il comune siano determinati in modo da garantire progressivi contenimenti della spesa per la fornitura energetica; le utenze elettriche siano volturate all’operatore economico aggiudicatario della gestione del servizio e della realizzazione degli interventi, anche al fine dell’effettivo trasferimento del rischio di impresa all’operatore economico o sia messa a disposizione dell’amministrazione una idonea piattaforma gestionale che consenta il costante monitoraggio dello stato di efficientamento; siano realizzati interventi di estensione della rete della pubblica illuminazione con nuovi impianti e apparecchi illuminanti a tecnologia efficiente, anche al fine di garantire standard qualitativi e di sicurezza del servizio nelle aree periferiche cittadine, nei borghi storici, nei siti turistici e nelle loro pertinenze; siano garantite idonee progettualità per l’illuminazione artistica di beni architettonici, fontane, monumenti, aree di pregio e aree verdi urbane e periurbane». Di mezzo anche l’integrazione della rete semaforica cittadina e il censimento georeferenziato.
29 NOVEMBRE 2023, LO STOP IN CONSIGLIO COMUNALE: BANDECCHI IN CAMPO
C’è dunque il mandato alla direzione in mano a Grigioni – possibile l’istituzione di un nuovo gruppo di lavoro – di predisporre la documentazione per la proposta al consiglio comunale. Il focus per ora è sulla modalità di gestione del servizio di pubblica illuminazione, prevedendo «la modalità di project financing con individuazione dell’operatore economico all’esito di gara pubblica». Firmano Maggi, Iapadre e Grigioni. La sensazione è che la vicenda sarà ancora un bel po’ lunga.
NOVEMBRE 2024, IL COMUNE RIPRENDE L’ITER PER IL PROJECT SUL CALORE
Giovedì 14 arriva la reazione del mondo sindacale con firme di Stefano Ribelli (Filctem-Cgil), Ciro Di Noia (Flaei-Cisl) e Doriana Gramaccioni (Uiltec-Uil): «ll Comune privatizza la pubblica illuminazione. Il vero volto e il vero scopo del potere politico esecutivo a Terni è quello di concedere la titolarità della gestione di reti ed impianti dell’illuminazione pubblica non più ad Asm Terni Spa, ma ‘all’ipotetica società’ che sarà ritenuta la più conveniente in base ai requisiti di gara ad evidenza pubblica che il Comune bandirà dopo aver approvato la sconsiderata delibera comunale 415 del 7 novembre 2024. Torniamo a chiederci – scrivono – come mai la giunta possa aver votato di mettere a disposizione degli interessi privati la gestione dei servizi ad interesse pubblico. Non è mai stata aperta una discussione nei luoghi opportuni, sempre come richiedevamo un anno fa. Asm non solo riqualificherebbe le infrastrutture, in continuità con quanto già fatto, ma garantirebbe anche tutti gli interventi necessari per l’attuazione di una transizione ecologica seria sul territorio, con la salvaguardia, al tempo stesso, dei posti di lavoro. Non si è tenuto conto, ai fini delle valutazioni, della gestione e della sicurezza, avendo ignorato il Comune di Terni le promiscuità di sito meccaniche ed elettriche delle linee e degli impianti di illuminazione pubblica, problematiche non di poco conto che si potrebbero manifestare qualora due soggetti diversi dovessero intervenire contemporaneamente sulla rete, in aperto conflitto con quanto previsto da ogni norma sulla sicurezza e sul buon senso. Ricordiamo che Asm – proseguono i tre – è concessionaria della gestione delle reti di distribuzione elettrica. Il giorno 8 novembre 2024 Asm ha condiviso con i lavoratori le linee guida del piano industriale 2024-2028, ma non ci risulta che i lavoratori abbiano ricevuto, in merito a questo, alcuna notizia sulle intenzioni del Comune da parte del presidente di Asm Gabriele Ghione. Rimaniamo sorpresi e meravigliati dal metodo. Come è possibile che una delibera così impattante su un servizio pubblico essenziale che potrebbe generare ricadute occupazionali preoccupanti per la multiutility Asm del Comune di Terni possa essere stata proposta ed approvata senza la partecipazione del primo cittadino? Come mai non è stata fatta una discussione nei tavoli opportuni per trovare una soluzione condivisa? Chiediamo un incontro urgente con il sindaco per ricercare una soluzione condivisa che porti al superamento della delibera e che punti a rafforzare l’azienda Asm. Si prendano le decisioni migliori a tutela dei lavoratori e lavoratrici di Asm e di quelli dell’indotto, nonché dei cittadini, non prediligendo strade che potrebbero essere meno
convenienti e non tutelanti per gli sviluppi futuri dei servizi nel territorio».