Terni, rapina: «Coltello alla gola di mio figlio»

L’assalto è scattato mercoledì all’ora di cena. Due soggetti sono entrati e si sono trovati di fronte il 16enne. Lo hanno immobilizzato e poi si sono portati via gioielli e un Rolex. Il racconto

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Forse pensavano che in casa in quel momento non ci fosse nessuno, un po’ come accaduto poche ore prima, al mattino, quando da un appartamento di Terni, con l’ingresso forzato con un piede di porco, erano spariti preziosi – oro soprattutto – ed altri valori. Invece nella villa di vocabolo Rosaro, assaltata dai malviventi mercoledì all’ora di cena, dove vive un avvocato con la sua famiglia, c’era il figlio adolescente – quasi 17enne – del professionista. E il furto si è trasformato subito in rapina, con il giovane tenuto fermo sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola.

Momenti di terrore

Il fatto è accaduto poco dopo le ore 19 di mercoledì. A riportare per prima la notizia è la pagina di Terni del quotidiano ‘Il Messaggero‘. Quando il ragazzo si è accorto dell’intrusione di due soggetti, non ha esitato ad urlare ma anziché andarsene, i balordi si sono divisi i compiti senza tanti scrupoli. Uno ha estratto un coltello e minacciato il figlio dell’avvocato, immobilizzandolo per una ventina di minuti. Il tempo necessario all’altro per completare il ‘colpo’, portare via alcuni gioielli, un orologio Rolex di valore e altri beni. Una rapina decisamente riuscita, senza spargimenti di sangue, dal bottino significativo ma piena di terrore per la giovanissima vittima che si è trovata faccia a faccia con gente senza scrupoli. E con un coltello puntato addosso, a pochi centimetri dalla gola.

L’intervento della polizia di Stato

Il ragazzo ha lanciato l’allarme al padre e alla polizia di Stato quando ha capito che i due erano fuggiti dalla scena, forse potendo contare sull’aiuto di un palo oltre che sulle ‘dritte’ di un basista. Sul posto si sono portate le pattuglie della Volante che hanno iniziato ad acquisire le prime informazioni, dando il via alle ricerche. Dopo di loro gli investigatori della squadra Mobile che, titolari dell’indagine, hanno acquisito elementi che – questa è la speranza – potrebbero aiutare nell’individuazione di una banda capace, di fronte ad un ragazzino, di ‘tirare dritto’ con un senso criminale da far paura.

Il racconto

«Mio figlio era stato accompagnato dal nonno a casa – racconta l’avvocato coinvolto suo malgrado nella rapina -, intorno alle 19.20/19.30. Una volta entrato, è andato in bagno ma quando è uscito si è trovato di fronte un uomo con il volto completamente travisato: fra cappello e cappuccio, gli si vedevano solo gli occhi. Gli ha detto di posare il telefono, di sedersi e poi gli ha puntato un coltello alla gola, tanto per ‘chiarire’ le cose. Mentre il complice, al piano di sopra, pensava a rubare e a fare danni. Prima di andarsene, hanno preso il Rolex che mio figlio portava al polso e sono scappati. Forse sono entrati in casa utilizzando una scheda, nonostante la porta sia blindata. Italiani o stranieri? La seconda direi – prosegue il professionista – credo dell’est Europa, a giudicare dall’accento che ha percepito mio figlio. Speriamo li prendano: è stata un situazione shoccante, non auguro a nessuno di viverla».

Indagini

Non sarà comunque semplice individuare per le vie brevi i criminali, completamente travisati e con mani coperte da guanti. La polizia scientifica ha eseguito alcuni rilievi sul posto, volti ad individuare tracce ed elementi ricollegabili a persone già note alle forze dell’ordine. La prima ipotesi è che si tratti di ‘pendolari’ specializzati nei furti. Ma con uno spessore tale da mantenere il sangue freddo se occorre minacciare qualcuno, anche estraendo un coltello, trasformando il blitz in una rapina vera e propria.

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