Niente numero legale, seconda ‘chiama’ alle 15.45 a vuoto e niente svolgimento del consiglio comunale. Finisce così il breve pomeriggio in sala consiliare a Terni e, al contempo, si blocca il confronto sull’affidamento in concessione dei servizi di global service per gestione e manutenzione integrale degli impianti tecnologici degli edifici comunali da decine di milioni di euro, tema sul quale da settimane è costante la polemica. Politica e non. La scorsa settimana erano stati discussi e bocciati quattro degli diciannove emendamenti presentati dalla minoranza sull’atto del vicesindaco Benedetta Salvati. La proposta spontanea originaria è del 15 ottobre 2020. Poi è botta e risposta.
LUGLIO 2021, VIA LIBERA AL PROJECT FINANCING DA OLTRE 33 MILIONI
LA PROPOSTA COMPLETA ORIGINARIA – LEGGI
Maxi concessione global service energia a Terni: ancora caos
Di cosa si tratta
La proposta al centro dell’attenzione è dell’Rti composta dal Consorzio Cmf, la mandataria, e la ternana Cmp Gestioni Termiche srl con concessione quindicennale a base di gara da oltre 2,6 milioni di euro per un totale di circa 40 milioni: si parla in particolar modo di metanizzazione, teleriscaldamento, cambio radiatori, cappotti termici, infissi, relamping led, lavoro su edifici scolastici e sostituzioni di centrali termiche. Diverse le critiche lanciate all’amministrazione per la proposta, sia in ambito politico che extra consiglio. Oggi il confronto non è nemmeno ripartito visto che, evidentemente, anche tra la maggioranza c’è più di qualcuno che ha dei dubbi. Tecnicamente c’erano da approvare le integrazioni del programma biennale dei servizi e delle forniture allegate al Dup 2021-2023 sulla base della proposta del 14 dicembre 2021.
LA BOCCIATURA DI CONFARTIGIANATO TERNI
«UN SALTO NEL BUIO. RITIRARE L’ATTO»
Minoranza scatenata: «Maggioranza sciolta»
M5S, Pd, Senso Civico, Valdimiro Orsini ed Emanuele Fiorini (Gruppo Misto gli ultimi due) esultano: «L’appalto sulla fornitura del calore oggi ha sciolto la maggioranza. La seduta del consiglio comunale è saltata per l’assenza di alcuni consiglieri delle forze che governano la città. A gettare nel caos i lavori del consiglio sono i dubbi che stanno emergendo anche nel centrodestra intorno alla delibera global service per l’affidamento quindicennale delle manutenzioni e fornitura energia. Un affidamento che rischia di danneggiare il Comune, soprattutto in questa fase in cui gli upgrade tecnologici nella transizione energetica sono costantemente in via di sviluppo e vengono sempre più sostenuti tramite linee di finanziamento europee. Un provvedimento che tra l’altro esclude le imprese locali – sottolineano – dalla fornitura di questi servizi. Nell’ultimo consiglio comunale era stata la vicesindaca Salvati ad abbandonare l’aula lasciando i consiglieri di maggioranza da soli ad ascoltare le argomentazioni delle opposizioni. Oggi sono stati i consiglieri di maggioranza ad aver abbandonato la giunta. A questo punto chiediamo un gesto di responsabilità a chi governa la città, mentre si consuma la più grande crisi energetica del secolo, mentre aumentano gli stipendi di sindaco e assessori, mentre a Terni si paga una Taric del 27% superiore alla media nazionale, si sta tenendo bloccato consiglio comunale intorno a una delibera dannosa e obsoleta».
La replica della Lega: «Hanno abbandonato loro»
Qualche ora ed arriva la risposta dei consiglieri comunali della Lega: «Per l’ennesima volta assistiamo all’atteggiamento strumentale delle minoranze in consiglio comunale. Prendiamo atto che parlare senza avere coscienza della realtà e solo per mettersi in mostra sui giornali è una moda che tra i banchi
dell’opposizione dura ormai da circa 4 anni. Oggi pomeriggio gli unici ad abbandonare il proprio posto venendo meno al mandato dei cittadini sono stati i consiglieri comunali di opposizione, intenti a giocare a nascondino e farsi i selfie nelle stanze di Palazzo Spada invece di fare ciò per cui sono stati eletti. Le assenze in capo alla maggioranza sono state causate da impegni personali inderogabili, oltre che da motivi di salute legati anche al Covid. Non esiste nessuna spaccatura interna al centrodestra e nemmeno alcuna motivazione politica che possa avere indotto gli esponenti della maggioranza a non essere presenti. Qualora non ci fossero le condizioni di sicurezza – concludono i leghisti – per garantire il regolare svolgimento della seduta del consiglio comunale in presenza, torneremo a chiedere di ripristinare la modalità on line, in quanto atto di responsabilità per tutelare la salute di tutti, nel rispetto delle raccomandazioni della Regione e dello stato di emergenza nazionale».