Sono tre gli arresti eseguiti all’alba di martedì dagli investigatori della sezione antidroga della squadra Mobile di Terni, coordinati dal dirigente Davide Caldarozzi, relativi all’indagine ‘Mailbox’ condotta dalla polizia di Stato e dalla procura della Repubblica di Terni. Le misure cautelari eseguite su ordine del gip Barbara Di Giovannantonio, riguardano due uomini di nazionalità italiana – il 35enne Luigi Esposito, dipendente e gestore di fatto di un ristorante cittadino (attività comunque estranea alle contestazioni, ndR), e il 50enne Carlo Margheriti – ed un cittadino albanese residente da anni a Narni, il 30enne Adriatik Saraci. Una quarta persona – di origini nordafricane – è attualmente ricercata. Nei confronti di una quinta persona, un italiano, è stato invece disposto l’obbligo di presentazione (firma) alla polizia giudiziaria. Tutti i coinvolti sono già noti alle forze di polizia per reati di droga. L’indagine ha fatto emergere un vasto giro di spaccio di droga – in particolare cocaina e hashish – attivo anche durante i mesi del lockdown anti Covid. Gli interrogatori di garanzia degli arrestati, difesi dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Roberto Chiaranti, sono stati fissati per venerdì mattina dalle ore 9.
INDAGINE ‘MAILBOX’: GLI ARRESTATI VANNO IN CARCERE – VIDEO
L’inizio dell’indagine
«L’indagine condotta dalla sezione antidroga della squadra Mobile ternana – riferisce una nota della questura -, ha preso le mosse dall’arresto in flagranza di reato, il 15 gennaio scorso, di un 35enne italiano (A.N. le sue iniziali) trovato in possesso di 60 grammi di cocaina, inserito in un più ampio contesto di spaccio sul mercato locale. In particolare, dall’analisi del suo traffico telefonico erano stati registrati significativi contatti con i due italiani oggi arrestati (l’Esposito e il Margheriti, ndR), entrambi già segnalati all’autorità giudiziaria per spaccio di droga. I successivi elementi investigativi hanno confermato che i due gestivano in effetti lucrosi affari per diverse migliaia di euro al mese attraverso la cessione, in particolare, di sostanziosi quantitativi di cocaina sulla piazza ternana».
INDAGINE ‘MAILBOX’: PERQUISIZIONI E SEQUESTRI – VIDEO
Bancomat e pin in mano agli spacciatori
Secondo gli inquirenti, Esposito e Margheriti «erano riusciti a ritagliarsi una consistente clientela anche nei ceti più elevati, completamente ‘fidelizzata’: in alcune occasioni addirittura il pagamento dello stupefacente non avveniva in contanti, ma i consumatori consegnavano direttamente la loro tessera Bancomat, con relativo pin, allo spacciatore che si recava fisicamente allo sportello bancario per prelevare le somme dovute. In altri casi la droga veniva consegnata a domicilio, lasciando le dosi di cocaina nella cassetta della posta (da qui il nome dell’indagine, ndR) oppure sul luogo di lavoro».

Il terzo italiano
«Tra i maggiori acquirenti dei due italiani – spiega ancora la polizia -, il citato cittadino albanese (il Saraci, ndR), con regolare permesso di soggiorno e precedenti per stupefacenti, che acquistava la droga per poi rivenderla sulla piazza di Narni. Tra i clienti più assidui di quest’ultimo, una donna di 48 anni già denunciata nel maggio scorso dalla squadra Mobile per possesso di diverse dosi di cocaina. A completamento della filiera criminale, ricostruita per intero dalla polizia di Stato ternana tra fornitori, gestori e spacciatori, c’è il terzo italiano coinvolto nell’operazione, arrestato lo scorso maggio sempre dalla squadra Mobile di Terni per il possesso di 110 piante di marijuana che coltivava in un terreno di sua proprietà a Giuncano».