Terni: «Senza stipendio da mesi, licenziati per il Covid»

La vicenda di dodici dipendenti di Panicunzato risto’, in campo un legale: «Problemi già prima del virus, dateci quanto ci spetta»

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di F.L.

Lo tsunami del coronavirus comincia a mietere le prime ‘vittime’ anche sul fronte economico, anche se il rischio – questo almeno temono i lavoratori interessati alla vicenda – è che il covid-19 possa trasformarsi nella ‘spallata’ definitiva per imprenditori che già prima dell’emergenza navigavano in acque agitate. È il caso della dozzina di dipendenti di Panicunzato risto’ (catena di ristoranti-fast food con sede a Terni al Cospea Village) che, senza stipendio da mesi, dal 31 marzo si troveranno anche senza lavoro.

Stipendi a singhiozzo

A portare alla luce la loro storia è una delle dipendenti in questione. « Insieme ad altri 15 colleghe e colleghi – racconta – siamo in attesa degli stipendi pregressi, chi da settembre, non pervenuti dopo il licenziamento, chi da dicembre, sempre dopo il licenziamento. Noi 12 rimasti in organico non vediamo invece i soldi che ci spettano da gennaio. Ora, a causa del virus, ci troveremo anche senza più un contratto, dato che ci è stato annunciato che a fine mese non ci verrà rinnovato». Possibile, dunque, che superata l’emergenza il punto vendita – specializzato in cucina siciliana – non riaprirà. «Ma il problema – continua la lavoratrice – sussiste da prima del Covid e, anzi, non vorremmo che questo abbia rappresentato una sorta di ‘alibi’. Ci hanno sempre detto che non potevano pagarci perché non c’erano incassi, secondo noi invece c’erano eccome. Ora siamo a casa e senza soldi da oltre due mesi, anche venerdì ci hanno continuato a dire che nn possono darci quanto ci spetta. Ma parliamo di un’azienda che ha punti vendita in tutta Italia».

Intraprese le vie legali

I lavoratori si sono rivolti ad un legale, l’avvocato Marco Tudisco, che ha interessato anche la Uil. «Abbiamo scritto alla società, che ha sede a Catania – spiega -, finora i dipendenti hanno ricevuto solo qualche acconto delle mensilità pregresse. A chi è rimasto è stato preannunciato che il contratto in scadenza non sarà rinnovato a causa della situazione che si è venuta a creare con il coronavirus, ma crediamo che la gestione sia stata poco oculata già precedentemente. Sta di fatto che molti giovani poco più che ventenni che avevano creduto in questo lavoro, monoreddito e professionalmente preparati, si troveranno in una situazione di grave difficoltà».

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