Terni, Telfer: a cinque anni dalla demolizione c’è un ‘tesoretto’ da 57 mila euro

Palazzo Spada aveva impegnato le somme per l’eventuale contenzioso con la ditta aggiudicataria della gara in origine. Ora altro utilizzo

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di S.F.

Un ‘tesoretto’ di poco superiore ai 57 mila euro che arriva dallo smontaggio della passerella – ambito ex stabilimento elettrochimico di Papigno – Telfer, andata in scena nell’autunno 2018 tra le polemiche. A ritrovarselo in mano è la direzione lavori pubblici del Comune che, ora, punta ad utilizzarlo per il consolidamento del dissesto statico di un versante montuoso in zona ‘La Castagna’.

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La curiosità

Come mai palazzo Spada si ritrova con questa cifra da utilizzare? In sostanza nel 2018 fu aggiudicata la gara per lo smontaggio della Telfer, tuttavia fu verificato che la società in questione non aveva le previste qualifiche per l’esecuzione dei lavori. Di conseguenza si proseguì con una ‘gara informale’ che terminò con il via libera alla Gefim. Ed ecco il nodo: «L’affidatario dell’originaria gara, a mezzo di proprio legale di fiducia, si riservata di richiedere il risarcimento delle spese vive di gara e quelle a suo dire sostenute per far fronte alla esecuzione dell’intervento di smontaggio che, si precisa non fu mai contrattualizzato, senza peraltro mai documentare adeguatamente l’ammontare, la legittimità o la congruità di tali spese».

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Leonardo Donati

Il contenzioso

Ad oltre cinque anni dai lavori e tre da «ogni interlocuzione con la controparte senza che questa abbia fornito alcuna ulteriore notizia o prova delle spese effettivamente sostenute né della loro legittimità né del persistente interesse alla vicenda», il Comune ha in sostanza deciso di utilizzare i fondi impegnati per l’ipotetico contenzioso con la società in questione. Le somme – scrivono i tecnici – potrebbero essere destinate «alla risoluzione di urgenti problematiche di dissesto idrogeologico che non trovano copertura finanziaria negli stanziamenti di bilancio dell’Ente». Prima tuttavia serve l’ok della giunta Bandecchi. Se ne occupa in prima battuta il responsabile del procedimento, l’ingegnere Leonardo Donati.

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