Terni: terrore in famiglia, marito violento condannato

Botte e minacce: tra i vari episodi un tentativo di strangolamento della moglie. Intimiditi con coltelli e biglie in acciaio pure i figli. Tre anni di reclusione

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Lo scorso marzo aveva tentato di strangolare la moglie, stringendole le mani al collo così forte da farla svenire. Una tragedia evitata anche grazie all’intervento dei due figli più grandi, culmine – si è scoperto poi – di un quadro di minacce e vessazioni più ampio, durato almeno cinque anni, contestato ad un cittadino albanese di 51 anni, da tempo residente a Terni. L’uomo martedì mattina è stato condannato dal gup Simona Tordelli, con rito abbreviato, a tre anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e detenzione abusiva di armi.

Le contestazioni

Nella casa della coppia nella periferia della città i carabinieri – che il 7 marzo, pochi giorni dopo quel grave episodio, avevano provveduto all’arresto dell’uomo – avevano trovato, nascosti in un armadio del soggiorno, un pugnale dalla lama di circa 25 centimetri ed una roncola da 32 centimetri. Il 51enne, era stato accertato, andava a dormire con il pugnale sotto il cuscino per intimorire la moglie – una connazionale di 48 anni dalla quale ha avuto quattro figli – e costringerla a dormire accanto a lui. Ma in casa gli investigatori hanno scoperto anche altre armi bianche e oggetti atti ad offendere utilizzate per spaventare l’intera famiglia. L’uomo – spesso in stato di ebbrezza – aveva ad esempio sempre un coltello sotto il tavolo, per averne pronta disponibilità, e per ampliare il clima di terrore avrebbe utilizzato anche delle biglie in acciaio legate da un cavo in acciaio. La vittima principale degli episodi di maltrattamenti – ma dunque non la sola – sarebbe stata la moglie, oggetto di aggressioni fisiche e vessazioni morali e bersaglio di calci e pugni in occasione di banali litigi prevalentemente legati a ragioni di gelosia. La donna sarebbe stata minacciata più volte di morte, ma anche i figli sarebbero stati destinatari di analoghi avvertimenti, qualora avessero presentato denuncia contro di lui. Cosa che hanno avuto il coraggio di fare, dopo l’ultimo episodio in ordine di tempo, quando il 51enne ha brandito un coltello in direzione di uno dei ragazzi. La moglie, che si è costituita parte civile al processo tramite l’avvocato Federica Bigi, ha chiesto il risarcimento del danno in separata sede. All’imputato – difeso dall’avvocato Francesco Mattiangeli – è stata invece contestata l’aggravante dell’aver commesso i fatti in presenza delle figlie minori, che oggi hanno 16 e 14 anni. Più tenue comunque la condanna inflitta dal gup rispetto alla richiesta del pm, 4 anni e sei mesi. Per l’uomo, in carcere dal 7 marzo, il giudice ha anche disposto gli arresti domiciliari.

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