Terni, triste addio a Lidia Piccolini Secci

Moglie di Torquato e madre di Sergio – a cui è intitolato il teatro che si trova negli spazi del Caos – è scomparsa a 96 anni

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E’ scomparsa martedì, a 96 anni, Lidia Piccolini Secci, moglie di Torquato Secci (venuto a mancare nel 1996) e madre di Sergio Secci (scomparso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980).

LA STRAGE DI BOLOGNA, IL RICORDO DELLA SIGNORA LIDIA – IL VIDEO

Sergio Secci

La famiglia Secci

Sergio, pur nella sua breve vita, interrotta a soli 24 anni, è stato un intellettuale vivace, particolarmente appassionato di teatro – a lui è intitolato il teatro che si trova negli spazi del Caos – ma sempre attento anche a tutte le espressioni dell’arte e della cultura in generale. Torquato Secci, padre di Sergio, fu fondatore e presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, attraverso la quale si è impegnato fortemente per raggiungere la verità sul drammatico avvenimento non ancora del tutto chiarito, fino alla sua morte sopraggiunta nel 1996.

La generosità della signora Lidia

La signora Lidia Piccolini Secci, negli anni è stata protagonista di diverse donazioni a favore del Comune di Terni – come una pregiata serie di stampe antiche della Cascata delle Marmore – il 27 febbraio 2017 ha donato al museo d’arte moderna e contemporanea ‘Aurelio De Felice’ l’opera di Renato Guttuso ‘Un disegno per la luce’. Il disegno, realizzato nel 1970, fu commissionato a Renato Guttuso dalla famiglia Secci come bozzetto della vetrata per la cappella di famiglia che si trova presso il cimitero di Terni, dopo la morte del figlio Sandro, scomparso nel 1959 in tenera età.

Il cordoglio del liceo classico ‘Tacito’

Il liceo classico ‘Tacito’ di Terni, a nome del dirigente scolastico Roberta Bambini, «si unisce al compianto per la scomparsa di Lidia Secci della quale ricorda il dolore profondo capace di divenire occasione e strumento straordinario e generoso di promozione della cultura e di amore verso la scuola e la nostra città». La biblioteca dell’istituto è intitolata alla memoria di Sergio Secci ed annualmente la Fondazione Secci mette a disposizione fra le due e le tre borse di studio per alcuni fra i ragazzi più meritevoli.

Il sindaco Latini e il vicesindaco Giuli

«Come sindaco mi associo al cordoglio per la scomparsa della signora Lidia Piccolini Secci, una donna determinata, gentile e con una grande carica di umanità, la cui storia personale si è legata a quella di Terni. Di lei ricordiamo la forza con la quale, insieme al marito Torquato, si è battuta per cercare di comprendere e individuare la verità sulla strage di Bologna del 1980 nella quale perse la vita il figlio Sergio», a scrivere è il sindaco di Terni Leonardo Latini. «Intendiamo anche ricordarla per le sue attività culturali, per aver condiviso e proseguito le passioni del marito per l’arte e per il nostro territorio, oltre che per le attività della Fondazione Secci, che continueranno e per le donazioni a favore della nostra biblioteca comunale». Sulla sua pagina Facebook il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Terni, Andrea Giuli, scrive: «Se n’è andata la signora Lidia Secci, stava male da un po’. Io l’ho conosciuta appena. Nell’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Secci, pochi giorni fa, al quale ho partecipato, abbiamo nel suo nome e della sua famiglia preso decisioni che riteniamo importanti. Ne sarà stata contenta».

Anpi provinciale di Terni

L’Anpi provinciale di Terni partecipa «al dolore della città, per la perdita di Lidia Piccolini Secci. Gli eventi tragici che hanno colpito la sua vita le hanno consegnato una missione, condivisa con suo marito Torquato, che lei ha scelto di vivere pienamente e a cui non si è mai sottratta, neanche quando le forze iniziavano a diminuire: la ricerca di verità e giustizia, per suo figlio Sergio ma anche per tutte le altre vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. L’abbiamo incontrata per l’ ultima volta proprio a ridosso della giornata di commemorazione dell’agosto 2019. Le abbiamo manifestato la nostra vicinanza e condiviso il nostro comunicato ufficiale. Una donna dolce, mite e riservata, grata, perché pensava, quasi, di non aver fatto abbastanza per meritare quella tessera ad honorem, come antifascista, che ogni anno sentivamo il dovere di riservarle. Eppure resta per noi e per tanti, un grande esempio di tenacia, di impegno civile e collettivo, finché la vita glielo ha permesso. Un riferimento importante che non dimenticheremo».

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