Terni, vittima di usura per il funerale della madre: una condanna

Sei anni e quattro mesi di reclusione per un 48enne. L’altro arrestato attende l’udienza preliminare. Vittima un ternano di 54 anni

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Sei anni ed otto mesi di reclusione, oltre a 23 mila euro di multa, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni da stabilire in sede civile. Questa la condanna inflitta dal tribunale di Terni – gip Dorita Fratini, rito abbreviato – nei confronti del 48enne romano (R.V. le sue iniziali) arrestato lo scorso febbraio dalla squadra Mobile di Terni insieme ad un ternano di 31 anni (C.F.) per usura nei confronti di un 54enne di Terni. Il 48enne, all’atto della perquisizione, era stato trovato anche in possesso di circa 100 grammi di cocaina, hashish e materiale per confezionare le dosi da spacciare. Da qui la doppia contestazione mossa dalla procura, sfociata nella richiesta di condanna formulata in aula dal pm Matthias Viggiano e più che accolta dal tribunale.

La vicenda

Il 54enne vittima di usura, si era deciso a raccontare tutto agli investigatori coordinati dal dirigente Davide Caldarozzi, dopo che le richieste di denaro avevano visto raddoppiare – da 3 mila a 6 mila euro – il prestito iniziale, contratto per fare fronte alle spese per il funerale della propria madre. Un contesto di particolare difficoltà economica, acuito sul piano materiale e psicologico dalle ‘pressioni’, le minacce più e meno velate, l’incremento della cifra da restituire – ad un tasso annuo stimato attorno al 190% -, fino a quando l’uomo non ce l’ha fatta più ed ha denunciato tutto alla polizia. Ogni minimo ritardo – anche dipendente, come in un caso, dal ricovero forzato in ospedale a seguito di un infarto – gli ‘costava’ 100 euro in più. E se all’inizio pensava di dover restituire ‘solo’ 600 euro di interessi, oltre al capitale di 3 mila euro, con il passare del tempo si era reso conto che spesso le cifre versate, nella maggior parte dei casi in mano al 48enne romano, servivano solo a ‘tenere buono’ colui che – le indagini individuano tale figura nel 31enne ternano, per il quale non è stata ancora fissata l’udienza preliminare – aveva materialmente concesso la somma. Un quadro gravato dall’ansia di quell’assegno in bianco consegnato all’atto del prestito e che rappresentava – insieme alla possibilità paventata che ‘amici romani’ gli avrebbero potuto dare una ‘lezione’ – una delle spade di Damocle in mano agli usurai, con ricorrente minaccia di passarlo all’incasso.

La sentenza

Circa la condanna di R.V., che verrà certamente impugnata in appello, due anni di reclusione e 5 mila euro di multa sono relativi al reato di usura, contestato dalla difesa in ragione di un ruolo ritenuto del tutto marginale nel contesto della vicenda, mentre la restante parte – quattro anni e otto mesi e 18 mila euro di multa – riguardano la detenzione della droga a fini di spaccio. Nel processo, la vittima dell’usura – che percepisce una pensione di 500 euro – era assistita dagli avvocati Bruno Capaldini e Francesco Allegretti.

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