Terni: Zenepe colpita con più coltellate. «Viveva con la paura»

Il marito Xhaferr Uruci è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Parlano gli amici della donna: «Ha sopportato troppo»

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Il 62enne Xhaferr Uruci, marito della 56enne Zenepe, uccisa a coltellate nel primo pomeriggio di giovedì nell’abitazione familiare di via del Crociere, è in carcere da giovedì sera. La procura di Terni, nella persona del pm Giorgio Panucci, ha applicato il fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario aggravato. L’uomo è difeso d’ufficio dall’avvocato Giorgio Cerquetti e ora si attende che il trbunale fissi l’udienza di convalida.

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«Viveva con la paura addosso»

Intanto a parlare sono amici e conoscenti della famiglia, in particolare della vittima che al culmine dell’ennesima lite con il marito, è stata colpita a morte con più coltellate nella parte alta del corpo: collo, torace, spalle. «Zenepe da qualche tempo viveva con la paura addosso – racconta un’amica della donna -. Spesso preferiva stare al lavoro piuttosto che a casa, perchè diceva che lì era una lite continua. Un po’ di serenità la trovava solo dietro il bancone, oppure con i figli e gli adorati nipoti».

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«Vogliamo ricordarla»

I due si erano sposati da giovani in Albania e poi erano giunti in Italia, dove Xhaferr – da qualche tempo inattivo – aveva lavorato nell’ambito dell’edilizia come operaio, mentre lei dapprima aveva lavorato come donna delle pulizie e colf e poi – circa diciassette anni fa – aveva trovato un approdo più sicuro come commessa e cuoca presso la pescheria ‘L’isola che non c’è’ di borgo Rivo. Un lavoro che per lei era diventato una seconda famiglia: «Presto organizzeremo qualcosa per ricordarla e per dire basta alla violenza sulle donne» dice commosso Marco, il titolare del negozio.

Zenepe Uruci

«Con un occhio nero per giorni»

Circa le tensioni, sfociate in qualcosa di gravissimo e irreversibile, risultano nel tempo alcuni interventi delle forze dell’ordine presso la casa familiare, in particolare per liti familiari che – a quanto risulta – non sarebbero mai state seguite da denunce e segnalazioni alle autorità. «Da un anno a questa parte e soprattutto negli ultimi tempi – prosegue l’amica – era spesso nervosa. Un paio di volte, sfogandosi, si era messa anche a piangere. Circa un anno fa aveva girato per alcuni giorni con un occhio nero: lei non aveva mai collegato la cosa ad episodi di violenza, ma solo a situazioni accidentali. Certo, il sospetto c’era già allora, figuriamoci oggi».

«Intelligente e affettuosa»

In tanti conoscevano Zenepe in città e soprattutto nella zona di borgo Rivo, per via del suo lavoro a contatto con la gente ma anche per la sua naturale simpatia, per la capacità di stare con gli altri: «Era di cuore – racconta una cliente della pescheria -, buona, si vedeva che cercava e sapeva dare affetto. Non voglio crederci ancora a quello che è successo. Sapeva sorridere e scherzare, a volte era più ombrosa, ma era una donna di grande valore. Forse ha sopportato troppo, non lo so. Ma a questo punto è anche inutile chiederselo, speriamo solo che la giustizia faccia il suo corso e che quanto accaduto sia motivo di riflessione per tutti».

Xhefer Uruci


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