Terremoto e alberghi: «Regione insolvente»

Andrea Liberati (M5S Umbria): «Le fatture di dicembre e gennaio liquidate al 65%. Si creano altri problemi alle imprese già colpite»

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di Andrea Liberati
Capogruppo M5S Regione Umbria

La Regione dell’Umbria ha pagato solo l’intero mese di novembre agli albergatori che ospitano gli sfollati del sisma. È quanto emerge da un’indagine sul campo avviata dal Movimento 5 Stelle. Per dicembre e gennaio, invece, la Regione, senza nemmeno avvertire per tempo, avrebbe unilateralmente e transitoriamente deciso di pagare il 65% dell’importo in fattura, spingendo così non pochi albergatori, affittacamere e agriturismi a indebitarsi con le banche.

Non solo. Poiché spesso le imprese scontano in banca le fatture emesse a fine mese, ricevendo in cambio l’acconto-anticipo dell’80%, liquidare – come sta facendo la Regione – il solo 65% mette in ulteriore difficoltà le aziende nel rapporto con gli istituti di credito, specie laddove fosse debole la disponibilità di cassa da parte dei titolari delle attività.

Bene ricordare che, mentre politici e dirigenti vengono remunerati puntualmente il 27 di ogni mese, ancorché producano simili mostruosità, viceversa le imprese, tutte le imprese, devono pagare con cadenza mensile dipendenti, fornitori, tasse, tributi, mutui, prestiti e quant’altro.

Restano ignoti i motivi per cui la Regione Umbria non stia saldando integralmente i suoi debiti, poiché manca una nota ufficiale. Alcuni ipotizzano che l’ente non sia sicuro della titolarità del diritto da parte della generalità degli sfollati ospitati negli alberghi, ma questa teoria è del tutto inverosimile, poiché quotidianamente le imprese ricettive sono tenute a fornire nome e cognome degli occupanti, compilando il tabulato che è nel programma informatico condiviso in tempo reale da Regione, Comuni e altre autorità. Costoro, se del caso, possono avvisare subito gli interessati, recapitando loro immediatamente specifiche comunicazioni.

La Regione sta così violando apertamente le convenzioni stabilite a suo tempo con gli operatori, accampando silenziosi alibi per mesi, tenendosi ingiustificatamente soldi non suoi. Poiché, dopo il sisma, sono state assunte nel pubblico decine e decine di persone a ogni livello, è bene che le istituzioni, dopo la modesta prova sin qui fornita, si attrezzino per bene, smettendo di colpire ceti produttivi, famiglie e maestranze che dal terremoto hanno già ricevuto grandi danni diretti e indiretti che nemmeno si sa quando e se verranno rifusi.

La Regione Umbria smetta pertanto di frapporre le solite pastoie burocratiche e saldi integralmente le fatture, come fatto nel solo mese di novembre, senza ulteriori indugi: ci sono tutti gli strumenti per verificare immediatamente quel che non va, senza gettare nella bancarotta le nostre imprese, già sofferenti di loro.

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