ThyssenKrupp Ast, rischio ‘vertice monco’

Terni, al Mise si parla delle acciaierie, ma il ministro Carlo Calenda potrebbe non esserci e l’incontro rischia di assumere toni minimalisti

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di M.T.

Sia detto con tutto il dovuto rispetto, ma fare tanta manfrina, per ‘sto vertice al Mise per la verifica dell’accordo relativo a ThyssenKrupp Ast e poi – perché la possibilità concreta c’è – magari scoprire che il ministro Carlo Calenda (che ha sostituito Federica Guidi, che quell’accordo lo volle e lo firmò) abbia altro da fare e deleghi tutto al, seppur potente, Giampietro Castano, che resta pur sempre un dipendente – pardon, un dirigente – ma insomma ci siamo capiti; sarebbe una brutta cosa.

Catiuscia Marini al Mise durante le vertenza Ast

Catiuscia Marini al Mise durante le vertenza Ast

Il ‘parlamentino’ E altrettanto brutto sarebbe scoprire che, invece che nella sala del ‘parlamentino’ del ministero – quella delle ‘nottate’ che portarono all’accordo del dicembre 2014 e che ha una sua dignità, oltre che il necessario spazio – le delegazioni (presidente della Regione Umbria, sindaco di Terni, amministratore delegato di ThyssenKrupp Ast, rappresentanti di Federmanager e dei sindacati, nazionali e locali) possano essere dirottate in una qualsiasi altra stanza di quel brutto palazzo all’angolo tra via Veneto e via Molise, dove magari lo spazio non sarà sufficiente per tutti. Sì, sarebbero segnali poco rassicuranti, ma magari le avvisaglie portano fuori strada. Forse.

La firma dell'accordo

La firma dell’accordo

Il piano Perché se così fosse, andrebbero a farsi benedire tutte le speranze che i sindacalisti ternani – quelli nazionali fanno, e hanno sempre fatto, categoria a parte – ripongono sull’incontro, che potrebbe – sempre che non ci si sbagli, ovviamente – rivelarsi l’occasione per una mera enunciazione, da parte di Massimiliano Burelli (l’ad di ThyssenKrupp Ast, all’esordio nel ruolo in quelle stesse stanze nelle quali dette il meglio di sé quella Lucia ‘lady d’acciaio’ Morselli che l’ha preceduto) delle ‘linee programmatiche’, del ‘faremo questo e faremo quello’ e del ‘i dettagli li vedremo di volta in volta’. Insomma: del ‘lasciateci lavorare in pace’, che noi siamo noi, eccetera).

Sindacati Ast Tk metalmeccanici

I sindacalisti

I temi Per le organizzazioni sindacali, rispetto alla verifica dell’accordo, sono dirimenti alcuni punti: il mantenimento del milione di tonnellate e il mix produttivo; gli impegni e le prospettive per le business unit (Aspasiel, Sdf, Titanio, Tubificio), lo stato degli investimenti; le politiche commerciali; le politiche relative all’approvvigionamento di materie prime e di energia (Interconnector); le relazioni industriali e la coerenza tra aspetti di organizzazione interna, gestione e appalti; la questione ambientale, la gestione della discarica e delle scorie, oltre alla ‘questione amianto’; la salvaguardia della salute e dell’occupazione. «Rispetto a questi punti chiederemo chiarimenti, aggiornamenti, delucidazioni e progetti concreti e verificabili per il futuro. Temi che riguardano principalmente responsabilità aziendali ma anche rivolti a governo ed istituzioni in quanto riguardano interessi generali non solo per il sito ma anche per il comprensorio». Ma potrebbero restare delusi: forse non ci sarà il tempo per parlare di tutta questa roba.

Catiuscia Marini e Leopoldo Di Girolamo

Catiuscia Marini e Leopoldo Di Girolamo

Le istituzioni Ma, sempre che le informazioni importanti non siano veicolate in altri modi, a restare delusi dovrebbero essere anche i rappresentanti istituzionali di Umbria e Terni, visto che da settimane ripetono quante buone opportunità potrebbero esserci, lasciando intendere di essere pronti a sostenerle, anche per la ThyssenKrupp Ast con l’arrivo di una vagonata di quattrini frutto del riconoscimento dello stato di area di crisi complessa per l’area di Terni e Narni. Ecco, i rischi di un vertice monco sono questi. Poi vedremo.

 

 

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