Tk-Ast, Morselli decisa: altre teste in bilico

A rischiare, ora, sono i capi servizio. Le Rsu scatenate sulla sicurezza e le segreterie sono nervose

Condividi questo articolo su

di Marco Torricelli

Adesso a tremare sono anche i livelli intermedi. Perché il ciclone ‘Do ut des’ – che a Terni ha portato alla decapitazione dei vertici dirigenziali di Tk-Ast – non ha certo finito di provocare conseguenze.

Nessun collegamento Lucia Morselli, visto che ci ha messo le mani – e anche se le decisioni che starebbe maturando non hanno nessun collegamento diretto con le indagini della magistratura e della Forestale – potrebbe decidere di proseguire nel lavoro di potatura e tagliar via altre teste. Procedendo così ad un autentico stravolgimento dei piani medi e alti – dopo la promozione di Massimo Calderini – della gerarchia aziendale.

Collaboratori sotto esame Nei giorni scorsi, peraltro, alla cosa avevano fatto riferimento i sindacalisti: «L’ad – avevano detto i delegati delle Rsu – ha dichiarato che, non occupandosi direttamente degli aspetti produttivi, si affida ai propri collaboratori. In merito a tale questione secondo il nostro punto di vista ci sono gravi lacune comunicative e di trasparenza all’interno delle strutture aziendali».

I capi servizio Al momento sono sei, i capi servizio in attività: al Centro di finitura c’è Dimitri Menecali, al Treno a caldo Rocco Siano, alla logistica Stefano Cardinali e Laura Apolloni alla Qualità. Questi quattro vengono dati come ’quasi’ tranquilli, mentre per i capi servizio di dei ‘freddi’ (Pix e Pra) e dei ‘caldi’ (Acc), Costantino Di Pietro e Massimo Proietti si starebbe avvicinando un periodo di forti pressioni.

Le tensioni Ad accentuare lo stato di tensione, peraltro, contribuisce l’atteggiamento – come annunciato – per niente collaborativo messo in pratica dai delegati delle Rsu, che giovedì mattina, per dire, hanno fermato la produzione dei forni, avendo riscontrato l’ennesima situazione, a loro parere, di rischio.

La privacy In campo, intanto, è scesa anche la commissione affari sociali delle stesse Rsu, che ha chiesto «un incontro da svolgere in tempi rapidi» per discutere di alcune problematiche tra le quali ce nè una decisamente delicata: i «controlli anti-privacy all’uscita dello stabilimento nei confronti dei lavoratori da parte dell’ente vigilanza». Ma le problematiche denunciate sono anche altre: la gestione degli spogliatoi e dei bagni interni ai reparti dello stabilimento, la disinfestazione dei servizi igienici e dei pulpiti di lavoro; la sostituzione dei filtri di condizionamento dell’aria sui pulpiti di lavoro: la mancanza di fontanelle di acqua potabile interne allo stabilimento e le cure termali.

Segreterie sindacali irritate Nella giornata di mercoledì, intanto, le segreterie territoriali del sindacati di categoria avevano inviato una richiesta formale, a Lucia Morselli, per un incontro che «riteniamo doveroso, oltre che utile – dice Claudio Cipollam della Fiom Cgil – anche alla luce di quanto sta avvenendo non solo all’interno dello stabilimento ternano, ma anche negli uffici e fuori di essi. L’ad avrebbe sospeso dal lavoro delle persone e le starebbe sostituendo, uso il condizionale perché a noi nessuno ha comunicato nulla ufficialmente e riteniamo che, pur senza voler entrare nel merito, sia nostro diritto essere quanto meno informati su quello che sta accadendo».

Morselli fa la difficile Solo che la lady d’acciaio, cin una semplice mail, avrebbe fatto sapere ai sindacati che proprio non ha tempo di parlare con loro di queste cose e che, quindi, si mettano pure comodi in attesa. Venerdì mattina le segreterie hanno indetto una ‘conferenza stampa urgente’. L’aria non è buona. Per niente.

IndustriAll A Bruxelles, intanto, nella sede del Ces, il Comitato economico e sociale europeo, si è svolta la prima parte della riunione sulla siderurgia, Meeting of industriAll Europe basic metals committee, organizzato da IndustriAll ed a cui hanno partecipato Aleksandra Kozlowska e Gabriele Morgante, che stanno lavorando ad alcuni aspetti del Piano d’adozione per l’industria siderurgica europea del 2013 per conto della Commissione europea.

Le emissioni Il segretario regionale della Fim Cisl, Riccardo Marcelli, dopo aver fotografato la situazione della siderurgia in Italia alla luce del Piano d’azione per la siderurgia europea, evidenziando «i punti di forza, impianti moderni, prodotti avanzati, clienti esigenti, innovazione di prodotto, forza lavoro qualificata, e i punti deboli, costi dell’energia, dipendenza dalle materie prime, rapporto con l’ambiente, ceto imprenditoriale in dissolvenza», ha focalizzato per conto delle organizzazioni sindcali, l’attenzione sulla questione Tk-Ast ed il dumping: «Da quando siamo posti sul mercato e rientrati in ThyssenKrup – ha spiegato Marcelli – le produzioni di acciaio inossidabile ternane sono state sempre più penalizzate da pratiche commerciali sleali, protezionismo di Paesi terzi ed eccessiva concentrazione dei produttori di materie prime. Questioni che hanno interessato pure gli altri competitor europei come Aperam, Acerinox e in parte Outokumpu. E’ assolutamente urgente valutare la possibilità di affrontare con decisione tutte le pratiche sleali e ciò è ancora più urgente in considerazione che l’eccesso di capacità produttiva che colpisce in maniera massiccia nazioni come Cina e Taiwan, inducono a pratiche commerciali sleali per esportare le loro eccedenze di produzioni. l’Europa protegga le nostre produzioni di acciaio inossidabile. In un contesto mondiale caratterizzato da forti cambiamenti, l’Unione europea non può rimanere ferma».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli