Tk-Ast, rischio vendita: nessuna reazione

A Terni, ma non solo, un silenzio imbarazzato e imbarazzante

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di Marco Torricelli

La notizia, forse, è proprio questa: nessuno prende posizione. La ThyssenKrupp vende una delle due aziende che era stata ‘costretta’ a riprendersi da Outokumpu nel 2014 – la tedesca Vdm – e non nega che una sorte simile possa toccare all’Ast di Terni, cosa peraltro già annunciata, e la faccenda passa quasi sotto silenzio.

Tegola sulle elezioni Parafrasando Ennio Flaiano si potrebbe diere  che ‘la situazione è grave, ma non è seria’, nel senso che, almeno fino a questo momento, si sono registrare un paio di sortite – un politico di opposizione nel consiglio comenale ternano – Cecconi – e un sindacalista – Marcelli – mentre tutti gli altri, da quelli grandi a quelli piccoli tacciono. A cominciare da chi deve decidere se e come parlare di acciaieria, a Terni, in campagna elettorale. Interessante leggere, al riguardo, l’opinione di Walter Patalocco nella sua rubrica Il corsivo.

I candidati La presidente Marini, che pure sabato era a Terni per il derby calcistico ed al quale chi scrive ha anche inviato una richiesta di commento sulla cosa, manco ha risposto. Tace anche il suo principale antagonista nella corsa alla presidenza della Regione nelle prossime elezioni, Ricci, che pure nei giorni scorsi aveva ipotecato un’azione della ‘public company’ che si vorrebbe mettere in piedi. Silenzio anche dal candidato a cinque stelle, Liberati, che pure sull’Ast ha spesso preso posizione.

I sindacati In gravi ambasce, e non potrebbe essere altrmenti, sono i sindacati – di categtoria e confederali – locali: si trovano letteralmente schiacciati tra un’azienda che va avanti per la sua strada come un rullo compressore – l’ad cambia manager come se fossero foulards, modifica le strategie ogni quarto d’ora, non si confronta con nessuno – e un sistema sindacale nazionale che fa orecchie da mercante: le promesse di essere presenti nella fase successiva alla firma dell’accordo del 3 dicembre scorso sono state bellamente tradite (nessun ‘nazionale’ si è più affacciato a Terni da allora) e la cosa ha creato ulteriori malumori.

Il futuro Sulle acciaierie ternane, forse sarà il caso di dirlo con chiarezza, quelle che si stanno addensando sono nuvole ancora più minacciose di quelle che – qualcuno aveva detto – erano state fugate con l’accordo di dicembre. Tanto più che sono tornate a circolare voci che vorrebbero l’ad Morselli impegnata a fare le valige: prima dell’estate, si sussurra, potrebbe salutare la compagnia. Vorrebbe dire che il suo lavoro è terminato. E che tra poco potremmo anche sapere come.

 

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