Treofan, il liquidatore: «Partita non persa». Appello di 170 politici

Terni – Del Borrello in fabbrica parla ai lavoratori. Sindaci, giunte e parlamentari al legale: «Ritirare la procedura»

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di F.L.

Continua la lotta contro i licenziamenti da parte dei lavoratori della Treofan di Terni, da mercoledì mattina in assemblea permanente. Durante il presidio davanti all’ingresso del polo chimico i dipendenti hanno bloccato pacificamente l’arrivo del liquidatore della società, Ettore Del Borrello. Il legale, sceso dell’auto dopo le sollecitazioni dei manifestanti, ha parlato loro per alcuni minuti. «C’è una battaglia sindacale da fare, dovete essere convincenti. È una partita non persa se siete uniti» le sue dichiarazioni, che dunque lasciano ancora qualche speranza tra i lavoratori.

La missiva istituzionale

Intanto oltre 170 rappresentanti di politica e istituzioni – dal consiglio comunale di Terni al parlamento europeo -, hanno sottoscritto una richiesta inviata, sempre mercoledì, allo stesso liquidatore della Treofan per chiedere il ritiro della procedura di liquidazione. «Si tratta di una richiesta che trae la sua forza e la sua legittimità dalla rappresentatività dei tanti che l’hanno sottoscritta e che per questo non può essere ignorata» commenta il sindaco Leonardo Latini. La richiesta è stata sottoscritta da tutti i consiglieri comunali e dalla giunta comunale di Terni, da numerosissimi sindaci dell’intera Umbria, dal presidente di Anci Umbria. dal presidente della giunta regionale, dall’intera giunta e da tutti i consiglieri regionali dell’Umbria, dal presidente e da tutti i consiglieri della provincia di Terni, da tutti i parlamentari dell’Umbria e da quattro europarlamentari della circoscrizione.

Impatto su tutto il polo chimico

Nella lettera inviata a Del Borrello, la Treofan viene definita come «un baluardo per il settore chimico a livello territoriale, nazionale ed europeo». «Con l’apertura della procedura di licenziamento e la conseguente cessazione delle attività produttive si determinerebbe un gravissimo impatto occupazionale – si legge ancora nella lettera – che non riguarderebbe solo i lavoratori della Treofan, ma che investirebbe a cascata tutto il polo chimico e tutte le aziende dell’indotto.A difesa del patrimonio occupazionale e del know-how, si richiede di ritirare con effetto immediato la procedura di licenziamento collettivo e procedere all’attivazione degli idonei ammortizzatori sociali che, come nel caso della cigs per cessazione, permetterebbero di avere tempi più congrui rispetto ai 75 giorni previsti dalle norme sui licenziamenti collettivi, per sviluppare progetti industriali volti alla ripresa produttiva dello stabilimento. L’obiettivo è di garantire al nostro territorio la salvaguardia dei livelli occupazionali, attraverso il consolidamento e lo sviluppo delle produzioni della Treofan di Terni».

Sabato manifestazione con Sangemini

E la vertenza Treofan torna a legarsi a quella della Sangemini, visto che sabato, nel rispetto delle norme anti Covid, entrambe le rappresentanze terranno un presidio alle 8.30 di fronte al Comune di Terni, per sottolineare la difficile situazione che stanno vivendo. Il presidio si sposterà poi alle 9.30 sotto la prefettura. Le organizzazioni sindacali regionali e provinciali Flai e Filctem Cgil, Fai e Femca Cisl, Uila e Uiltec Uil, Ugl chimici, vista la situazione in cui versano le due aziende, invitano «tutte le istituzioni umbre e tutta la cittadinanza a portare la propria solidarietà alle iniziative». Ad accendere l’attenzione sulle varie vertenze del ternano – comprese le questioni Novelli e Ast – è anche la segreteria regionale di Articolo Uno, che esprime «forte preoccupazione e lancia unallarme per la salvaguardia dei posti di lavoro e della tenuta economicacomplessiva della zona». «È fondamentale – dice una nota – che le istituzioniregionali e nazionali svolgano un ruolo più energico nella difesa del lavoro enella creazione di un progetto di sviluppo industriale sostenibile nel paeseinvestendo sugli asset strategici, anche emulando molti Paesi europei, dove lapresenza statale nelle imprese principali rappresenta un punto di forzanell’economia nazionale».

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