Tribunale, scontro presidente-avvocati sulla gestione Covid

Terni – L’Ordine, la Camera penale e Aiga contestano le dichiarazioni della Ianniello che aveva chiesto tamponi per i legali: «Nessuno ci additi come untori. Ben altri i nodi irrisolti»

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Ha sollevato la reazione degli avvocati ternani – nella fattispecie Ordine professionale che li unisce, Camera Penale e di Aiga – l’affermazione della presidente del tribunale di Terni, Rosanna Ianniello, che in un’intervista a ‘Il Messaggero’ edizione di Terni ha affermato che i legali dovrebbero sottoporsi tutti a tamponi, per incrementare le condizioni di sicurezza degli uffici, anche recentemente colpiti da chiusure connesse a positività di persone che li frequentano, avvocati e non. Stessa sorte, fra l’altro, martedì per la procura della Repubblica, con sanificazione conseguente le positività riscontrate all’interno della struttura, con personale a supporto di uno dei magistrati finito in isolamento. Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Terni ha inviato una lettera alla presidente del tribunale, lo stesso ha fatto la Camera Penale mentre l’Associazione Giovani Avvocati ha diramato una nota stampa.

di Francesco Emilio Standoli
presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Terni

Il consiglio dell’Ordine, con sorpresa e rammarico, ha appreso dagli organi di stampa che le problematiche ed i disservizi dell’amministrazione della giustizia, nella particolare congiuntura che stiamo vivendo, sarebbero dovuti ad asserite mancanze ed omissioni degli avvocati.

Francesco Emilio Standoli

Tale assunto deve con forza essere respinto perché, al contrario, l’avvocatura ha affrontato, sin dall’inizio della pandemia, con la massima collaborazione, disponibilità e sacrificio ogni difficoltà, caricando sulle proprie spalle qualsiasi problema e ciò, come è connaturato alla propria missione, per assicurare al meglio delle proprie possibilità la difesa dei diritti dei cittadini. A fronte di ciò, si ritiene errato e concettualmente ingiusto che, in luogo di dare risposte ai problemi segnalati ovvero adottare le soluzioni proposte, si formulino accuse immeritate e prive di concrete motivazioni.

Come già evidenziato, la dotazione delle apparecchiature necessarie allo svolgimento in sicurezza delle udienze, l’organizzazione razionale dei ruoli, l’individuazione di adeguati orari delle cancellerie, misure già chieste ripetutamente dall’avvocatura, da ultimo con missiva del 29 ottobre, possono, ed anzi devono, essere adottati dal tribunale per consentire lo svolgimento della funzione giurisdizionale nonchè a tutela della salute di tutti gli operatori del diritto e, quindi, degli avvocati, dei magistrati, dei cancellieri e degli utenti in genere. Certi che lo spirito di leale collaborazione, che ha da sempre caratterizzato i rapporti tra le rispettive istituzioni, non subisca flessioni in questo momento particolarmente delicato, porgiamo distinti saluti.

di Manlio Morcella e Francesca Carscacio
Presidente e segretario della Camera Penale di Terni

L’avvocato Manlio Morcella

Pregiatissimo signor presidente, persistendo nel dialogo che dovrà però tradursi in atti concreti, visto il deliberato del direttivo di ieri sera, vista l’inaspettata escalation della pandemia in Terni e preso atto delle derivate, diffuse, lamentele che sono state indirizzate alla Camera penale, da suoi iscritti e non iscritti, in ragione degli affollamenti che in questi ultimi giorni si sono ingenerati negli spazi antistanti le aule adibite alla celebrazione delle udienze, si chiede che in deroga all’indicazione descritta nella nota di foglio 2 della comunicazione a firma Coa del 29 ottobre 2020, venga senza indugio disposta una ristrutturazione dei ruoli per la quale non occorre alcun provvedimento legislativo, rientrando nei poteri organizzativi dell’ufficio. E, meglio, sia dei ruoli già definiti, con tanto di immediata comunicazione ai difensori delle emende che saranno apportate (in questo modo, ad esempio, opera il tribunale di Perugia che con congruo anticipo informa su come verranno trattati i processi fissati nei ruoli di udienza), sia dei ruoli da definire, in modo tale che:

  • innanzi al giudice di pace, non siano trattate più di dieci cause giornaliere, da calendarizzare a distanza di mezz’ora l’una dall’altra;
  • quanto al giudice monocratico, non più di sei udienze al giorno, da calendarizzare a distanza di un’ora l’una dall’altra;
  • quanto al tribunale in composizione collegiale, non più di quattro udienze al giorno, da calendarizzare a distanza di un’ora e mezza l’una dall’altra;

ferma restando la necessità di sospendere l’udienza di trattazione della singola causa alla scadenza dell’orario fissato per la sua celebrazione, sì da consentire l’avvio del successivo processo nel rispetto delle indicazioni di orario prestabilito. Naturalmente la proposta, di cui si confida nell’accoglimento, è limitata allo stretto periodo emergenziale. Ed altrettanto naturalmente deve però essere sin d’ora precisato che in ipotesi di suo non accoglimento, la Camera penale si riserva adeguate iniziative, volte a garantire la salute degli avvocati, in una con la possibile, residuale, prosecuzione dell’attività. Con l’occasione, anzi, senza entrare in polemica, si tiene a sottolineare, da un lato che i tamponi cui dovrebbero sottoporsi gli avvocati, al pari di tutti gli altri operatori, hanno valenza temporanea; e, d’altro lato, che gli avvocati, per discutibili disposizioni vigenti, sono in sistematico, fisiologico contatto con l’utenza, anche all’interno del tribunale, ove, per esempio, non possono nemmeno godere di ascensori riservati. Nel rimanere in attesa di un graduto riscontro, si inviano le massime cordialità.

A margine di questa lettera, il presidente Morcella aggiunge che: «È persino pleonastico rimarcare che debba sussistere il massimo rispetto fra tutti i componenti delle varie categorie che compongono gli uffici giudiziari: avvocati, giudici, amministrativi, ufficiali giudiziari. È persino più pleonastico sottolineare ciò in un momento di assoluta tensione ingenerata dalla pandemia. Quando questi cànoni vengono disattesi, magari per disattenzione determinata dal singolo momento, sarebbe opportuno sanare l’incidente non voluto in maniera tempestiva e chiara. Ad ogni buon conto oggi, nel settore penale che mi compete, la gravità dell’epidemia obbliga ad una dovuta ed immediata rivisitazione del carico dei ruoli di udienza, nel senso che tale carico dovrà essere molto attenuato e per di più caratterizzato da un calendario che lasci spazi ed orari tranquillizzanti tra la chiamata di un processo rispetto al successivo. Solo così si eviteranno sovraffollamenti ed è inutile persistere in determinazioni di segno diverso».

del direttivo Aiga di Terni

Aiga Terni prende atto con sorpresa delle dichiarazioni della presidente del tribunale di Terni, per come riportate in data odierna dagli organi di stampa. Riteniamo di dover dissentire e manifestare delle forti perplessità. Gli avvocati del foro di Terni e, parimenti, i giovani avvocati ternani, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei cittadini, non possono essere ritenuti una sorta di untori ed additati quale unica fonte di rischio per lo svolgimento in condizioni di sicurezza della locale attività giudiziaria, essendo al contrario attenti alla tutela, personale ed altrui, del diritto alla salute ed osservando scrupolosamente tutte le norme e regole, anche di buon senso, atte ad evitare il contagio da Covid-19.

COVID IN TRIBUNALE, PROPOSTE E RICHIESTE DEGLI AVVOCATI

Le vere criticità degli uffici giudiziari ternani sono altre, ben diverse, e proprio in questi ultimissimi giorni sono state portate formalmente a conoscenza del presidente del tribunale dal Coa di Terni, anche su indicazione di Aiga.

Il direttivo Aiga Terni

Ritenere, pertanto, la pratica dei tamponi di massa sugli avvocati ternani l’unica soluzione al problema Covid 19, oltre che ad essere materialmente inattuabile e di fatto inutile (consistendo in uno screening del tutto estemporaneo ed insuscettibile di fornire certezza alcuna viste le molteplici possibilità di contagio cui ciascun avvocato è quotidianamente esposto), funge da mero palliativo che non lascia neppure intravedere una concreta risoluzione di problematiche ben più gravi; quali, ad esempio, la corretta sanificazione dei locali giudiziari (frequentati ogni giorno non solo dagli avvocati ma anche da altre centinaia di persone tra magistrati, operatori ed ausiliari giudiziari, rappresentanti delle forze dell’ordine e utenti comuni), l’inadeguata gestione dei ruoli delle udienze civili e penali (in termini sia di numero di procedimenti trattati sia di distribuzione oraria dei processi) e, parimenti, la non idoneità dei locali ove vengono tenute le cause del giudice di pace.

In questo tragico momento per le sorti del Paese, è indispensabile che tutti gli operatori del diritto,​ a vario titolo coinvolti nella locale vita giudiziaria, evitino qualsiasi forma di contrapposizione, favorendo tra loro, al contrario, un costante clima di confronto, dialogo e condivisione nel superiore interesse della giustizia e della tutela dei diritti dei cittadini. Siamo certi che il signor presidente chiarirà le sue parole, perché gli avvocati non meritano certo di vedersi addossare delle colpe che non hanno, essendo loro per primi interessati alla tutela della propria salute, pur trovandosi quotidianamente in prima linea nell’esercizio del diritto di difesa.

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