Turismo, Federalberghi all’attacco di Airbnb

In meno di un anno, il portale aumenta del 10,3% gli alloggi offerti in Umbria. Per l’associazione di categoria servono regole più ferree e maggiori controlli

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Sharing economy sì, ma fino a un certo punto. E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da Federalberghi Umbria che torna a denunciare il fenomeno del ‘sommerso’ nel turismo che, da tempo ormai, è sempre di più in aumento.

Giorgio Mencaroni

Giorgio Mencaroni

Sommerso Il ‘nero’ aumenta a ritmo incalzante anche sul territorio regionale e, secondo l’associazione di categoria, sta producendo gravissimi effetti a catena in termini di sicurezza sociale, evasione fiscale e contributiva, lavoro nero, mancata tutela dei consumatori. «Questo tema – commenta a caldo Giorgio Mencaroni, presidente Federalberghi Umbria – dovrà decisamente essere al centro del confronto in vista della nuova legislazione turistica regionale, per le implicazioni pensatissime che ha non solo per il futuro delle imprese del settore, ma anche in termini di equità, sicurezza, garanzie del consumatore».

Legge regionale In attesa di essere ascoltati in seconda commissione, la Regione infatti, pare già essere corsa ai ripari nel presentare il disegno di legge, adottato in Giunta e in attesa di essere discusso in aula, in tema di ricettività turistica. Nel documento, infatti, si parla anche di locazioni ad uso turistico e di tutela del consumatore, con la previsione di un obbligo di comunicazione dei turisti presenti nelle strutture ai comuni. Ma ai consiglieri regionali Federalberghi chiederà maggior rigore su regole e controlli su fenomeni che, «dietro nomi altisonanti e che rimandano a concetti di socialità e condivisione come ‘sharing economy’ e ‘home restaurant’ si nascondano spesso attività economiche mascherate, che vanno indagate e, nel caso, ricondotte entro le regole che valgono per tutte le altre imprese, poiché danneggiano tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».

Appartamento di lusso su Airbnb

Appartamento di lusso su Airbnb

Airbnb Il nemico numero uno, per Federalberghi, è senza dubbio Airbnb. Un’indagine, realizzata assieme alla società Incipit Consulting, evidenzia come in Umbria il fenomeno della ricettività domestica sia aumentata in meno di un anno del 10.3%. Ad Assisi, ad esempio, uno dei territori che, assieme al perugino, fa registrare un’intensa attività del portale, l’aumento delle inserzioni è addirittura stato del 15,4%. Se ad ottobre 2015 gli alloggi disponibili in Umbria erano 4.190, appena 10 mesi dopo il numero è salito a 4.623. Tra questi 3.326 interi appartamenti, 3.908 disponibili per più di sei mesi, 2.717 gestiti da ‘host’ che hanno a disposizione più di un alloggio.

Numeri «I dati dimostrano inequivocabilmente che sulla cosiddetta sharing economy circolano almeno quattro grandi bugie – aggiunge Giorgio Mencaroni – che devono essere smascherate, per evitare che il consumatore sia ingannato due volte: con il tradire la promessa di vivere un’esperienza autentica e con l’eludere le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato». Per Mencaroni, in primis, non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare, principio in base al quale era nato il servizio Airbnb anni fa. Nella maggior parte degli annunci, infatti, si mettono in affitto interi appartamenti in cui non abita nessuno, e questo accade in oltre il 70% dei casi.

Falsità Non sarebbero, poi, attività occasionali, dal momento che nel 79,3% dei casi gli annunci riguardano appartamenti disponibili per più di sei mesi l’anno, con Assisi che vede questa percentuale salire fino all’87,4%. Gestire un appartamento o una casa vacanze attraverso il portale Airbnb non sarebbe neanche una forma integrativa di reddito secondo Mencaroni, quanto piuttosto attività economiche a tutti gli effetti, che nel 57,7% dei casi fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi. In qualche caso, infatti, lo stesso host gestisce addirittura fino a 366 alloggi.

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