Alimentari aperti per il ponte dell’Immacolata: si attende l’annuncio

Vale anche per i centri commerciali. Si attende parere Cts, poi protocolli ad hoc, quindi l’annuncio. Intanto la Tesei presenta il Defr

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di P.C.

Gli assessori sono sostanzialmente tutti d’accordo con la presidente Tesei: è giunto il momento di dare un segnale in vista del Natale. Piccolo, ma va dato. Ecco perché, in attesa del nuovo Dpcm e del parere del comitato tecnico scientifico regionale, l’indicazione in Umbria sembra essere quella della riapertura dei negozi di alimentari anche nei giorni festivi.

Un giorno… che fa la differenza

L’ordinanza che li chiudeva era stata varata a metà novembre e scadeva proprio il 6 dicembre. L’indicazione emersa dalla giunta regionale è di anticipare di un giorno il termine di validità. Un giorno che fa la differenza. Parliamo infatti del ponte dell’Immacolata, che inizia il giorno di San Nicola – 6 dicembre per l’appunto – e si conclude martedì. In pratica, il primo accenno di festività natalizie. In cui sia i centri storici sia i centri commerciali sono imbanditi a festa con le luminarie e le promozioni di Natale.

Sugli altri negozi decide il governo

I margini di manovra della Regione sono stabiliti entro un confine molto ristretto, quello del Dpcm. Rispetto alla zona di competenza – gialla, arancione, rossa (l’Umbria è arancione per ora) – i governi regionali possono solo inasprire, non alleggerire le norme. Quindi, l’unica cosa che la Tesei può fare è quella di riaprire i negozi di alimentari (anche quelli interni ai centri commerciali), chiusi in Umbria nei festivi fin dal 25 ottobre, dopo l’ordinanza della Regione Umbria. L’idea era  emersa la scorsa settimana, ma ci si era ripromessi di parlarne a ridosso della scadenza, sempre senza perdere di vista i dati. Il miglioramento della situazione – innegabile (i dati di mercoledì: calano ancora i positivi attuali) – ha reso l’argomento non più tabù. La sensazione è quindi che già a partire da questo fine settimana si potrà fare spesa nei negozi alimentari anche nei festivi già dal 6 dicembre, al massimo dall’otto, Immacolata Concezione. Che sia gialla o arancione, la Regione Umbria non varerà misure ulteriormente limitanti sul commercio.

Cosa deve succedere

Per trasformare le intenzioni in realtà, fissandole nero su bianco, sono necessari alcuni passaggi che, allo stato, appaiono più formali che sostanziali. Bisognerà attendere il parere del comitato tecnico scientifico regionale (nella mattinata di giovedì l’attesa conferenza stampa settimanale) per capire se le sensazioni positive derivanti dalla lettura dei dati quotidiani sono suffragate anche dall’analisi degli esperti. E in seconda battuta bisognerà comunque attendere la decisione del governo sul nuovo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore da venerdì 4. Sia che l’Umbria si ritrovi gialla, sia che rimanga arancione, però, la decisione non sarebbe in discussione. E del resto è difficile immaginare un ulteriore inasprimento delle limitazioni governative mentre tutti, piuttosto, chiedono un allargamento, perlomeno nel settore commerciale, nei giorni che portano al Natale. Tutti elementi che portano verso la decisione tanto attesa. Già forse da domenica.

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E a Natale? A Roma si discute…

Più in là dell’Immacolata Concezione, al momento non si va. Innanzitutto perché mancano ancora 20 giorni al Natale e può succedere di tutto. I dati possono confermare il trend migliorativo ma anche ribaltarlo. In secondo luogo perché bisognerà comunque attendere input da Roma, sia sugli spostamenti (tema molto caro alla nostra regione, che punta molto sul turismo legato agli eventi religiosi) sia sulle aperture. Sui ristoranti la discussione è in corso. L’indicazione prevalente, al momento, è avere tutta Italia zona gialla.

Rilancio economico: Defr presentato ai sindacati

Ha preso il via oggi la fase di condivisione e concertazione del Defr 2021-2023, Documento di Economica e Finanza Regionale. Un documento che va a tracciare quella che è la visione del futuro dell’economia umbra e i nuovi strumenti a suo supporto. Il fine è quello di permettere all’Umbria una ripresa e un rilancio economico che possa controvertere una situazione già precedentemente critica (basti vedere i dati dell’ultimo decennio in merito al Pil o ai consumi delle famiglie) e intaccata ancor più dall’emergenza sanitaria. Da un lato, dunque, si tiene conto della necessaria gestione dell’economia in epoca Covid e dall’altro si vanno ad individuare strada e mezzi per il rilancio post pandemia.

Nella giornata di mercoledì la presidente Tesei ha incontrato i sindacati, le associazioni datoriali ed infine le associazioni degli agricoltori; è la prima tappa di un più ampio percorso di concertazione. A breve seguiranno una serie di incontri per integrare la bozza illustrata.

I punti principali della prima stesura del Defr riguardano l’analisi della situazione attuale e dell’impatto economico finanziario del Covid, le linee guida strategiche per la tenuta ed il rilancio, la manovra di bilancio, la riprogrammazione dei Fondi Comunitari e le prime linee della nuova programmazione 2021/27 e del PNRR, il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

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