Umbria, fondi europei: «Utilizzarli meglio»

Gino Venturi (Uil): «La Regione è in difficoltà». In Italia la situazione «è persino peggiore»

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«La Regione Umbria è in difficoltà nella spesa dei fondi strutturali europei 2007-2013», è quanto osserva Gino Venturi, segretario Uil di Terni. «Infatti il finanziamento europeo a disposizione della nostra Regione è di 523 milioni e 500 mila euro, ma al 31 maggio risultano rendicontate spese solo per 403 milioni e 800 mila, quindi limitatamente al 77,1% del disponibile. Restano da spendere entro la fine dell’anno in corso 119 milioni e 700 mila euro, pari al 22,9% della somma disponibil».

Bisogno di investimenti «Ora – spiega Venturi – è quasi statisticamente impossibile che l’Umbria riesca ad utilizzare tutti questi 120 milioni di euro entro il 31 dicembre: se ne abbiamo spesi circa il 77% in otto anni e mezzo, sarà difficile spenderne il 23% in appena sei mesi. Detto ciò è un imperativo morale fare il massimo per intercettarne il più possibile. Del resto abbiamo un disperato bisogno di investimenti e occupazione e sarebbe veramente un delitto non utilizzare i milioni di euro messi a disposizione dall’Unione rischiando di perderli se non verranno spesi entro fine 2015».

In Italia A livello nazionale la situazione «è persino peggiore». Mentre, infatti, «il Governo è alla disperata ricerca di risorse finanziarie da destinare agli investimenti ed allo sviluppo, nonché per disinnescare la mina dell’aumento della pressione fiscale dovuta alle clausole di salvaguardia, l’impiego dei Fondi strutturali europei, viaggia a un ritmo da ‘moviola’, nonostante gli impegni e i proclami del presidente del consiglio dei Ministri».

Monitoraggio Infatti, «secondo i dati – al 31 maggio 2015 – dell’ultimo monitoraggio sulla spesa effettiva – spiega Guglielmo Loy, segretario confederale Uil – le risorse finanziarie rendicontate alla Commissione europea dal nostro Paese si attestano al 73,6% (34,3 miliardi di euro) su un totale delle risorse assegnate per il periodo 2007-2013 pari a 46,6 miliardi di euro». Questo significa che, «da qui alla fatidica data di dicembre 2015, quando si chiuderà definitivamente il ciclo di programmazione 2007-2013, resteranno da spendere ancora 12,3 miliardi di euro, di cui 10 miliardi nelle Regioni del sud».

Un report «Non è lontano dalla realtà affermare – continua Loy – che parte di queste importanti risorse – circa 2 miliardi di euro secondo le stime Uil, che si aggiungerebbero ai 51,4 milioni di euro già restituiti alla Commissione europea lo scorso anno – riprendano la strada per Bruxelles». Da un report della Uil si evince che «sui 52 programmi operativi che contraddistinguono la programmazione 2007-2013, 22 di essi – 9 nel sud e 13 nel centro nord – non hanno raggiunto il target di spesa previsto per maggio 2015, mentre 7 programmi – 3 nel sud e 4 nel centro nord – pur non avendo raggiunto il target previsto, sono entro la soglia di tolleranza stabilita».

I Fondi europei Per quanto riguarda il Fondo sociale europeo, che finanzia azioni per l’occupazione, istruzione e formazione, «su un totale di 14 miliardi di euro ne sono stati rendicontati a Bruxelles in totale 11,4 miliardi di euro – l’81,6% del totale -». Per quanto riguarda, invece, il Fondo europeo di sviluppo regionale, che finanzia gli investimenti in generale – incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia -, «su un totale di 32,6 miliardi di euro, la rendicontazione effettiva ammonta a 22,9 miliardi di euro – il 70,2% -».

2014-2020 Il Governo, con in testa il presidente del Consiglio, «fa bene a reclamare in Europa più flessibilità e più risorse per lo sviluppo, ma al contempo – conclude Loy – si dovrebbe impegnare allo spasimo nello spendere le risorse già stanziate per sviluppo e occupazione. Dover restituire parte delle risorse importanti e vitali dei Fondi strutturali europei a Bruxelles sarebbe un vero atto di autolesionismo da parte del Governo». L’Italia «deve fare tesoro delle difficoltà attuali pensando al futuro e cioè al periodo 2014-2020. Fondi che, questa volta, sono stati raddoppiati e ammontano, per l’Italia, a 64 miliardi di euro. Anche l’Umbria deve attrezzarsi meglio e anche per questo la Uil intende incalzare il sistema istituzionale locale perché proceda ad una sburocratizzazione delle procedure e promuova maggiori sinergie tra i diversi soggetti».

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