Vendesi Ternana: ma qual è il suo valore?

L’analisi di Gianni Giardinieri: «Secondo il metodo della società Deloitte potrebbe attestarsi sui 15 miloni. Ma è tutto aleatorio»

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di Gianni Giardinieri

Il presidente Bandecchi è stato chiaro: «La Ternana è in vendita». Non solo, intervistato a margine del match contro il Modena da Lorenzo Pulcioni di Radio Galileo, è stato ancora più esplicito: «Ho già ricevuto tre manifestazioni di interesse per l’acquisizione della società. Unicusano è comunque interessata a rimanere nel capitale sociale con un massimo del 20% delle quote». E fin qui, tutto bene si potrebbe dire. Ma il vero snodo della compravendita della società non sarà soltanto la ricerca del miglior offerente su piazza, ma anche il valore economico da assegnare alla stessa. In altre parole: quanto vale la Ternana? Quale potrebbe essere la sua valutazione di mercato?

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La risposta a questo quesito non è delle più facili. Le società calcistiche professionistiche sfuggono ai normali parametri e criteri economico-finanziari applicati alle altre società di capitali per la valutazione del loro valore. Se alcuni dati oggettivi sono di semplice valutazione, ad esempio i ricavi da diritti televisivi, il merchandising, le sponsorizzazioni, lo stadio (se di proprietà) e tutti i costi ‘certi’ (ad esempio costi del personale, della gestione ordinaria etc.) e lo stesso livello di indebitamento complessivo, altri elementi di valutazione sono invece molto variabili. Nel tempo e nel soggetto che si occupa della valutazione stessa.

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I risultati sportivi, ad esempio, hanno un elevato livello di aleatorietà e sono di difficile valutazione ex ante. Stesso discorso per il valore di mercato dei calciatori, che siano appartenenti alla ‘prima squadra’ o anche alle squadre giovanili. Per non parlare poi del ‘brand’ delle società calcistiche, che spesso è influenzato non solo dai risultati sportivi ma anche dal suo background storico e, oseremmo dire, culturale. Infine, il mercato riconosce praticamente sempre alle società di calcio professionistiche una sorta di quid pluris: la ‘visibilità’ indotta dal ‘mondo pallonaro’ ai proprietari delle squadre, sia in termini di ritorno di immagine che in termini di standing. Più prosaicamente: essere proprietari di una squadra di calcio conferisce agli stessi una sorta di ranking reputazionale (più importante sarà la squadra di calcio detenuta, maggiore sarà la percezione che l’opinione pubblica avrà del suo proprietario in termini di prestigio sociale ed economico).

Nel corso degli anni molte società di consulenza aziendale si sono sforzate di trovare una sorta di ‘equazione’ per valutare correttamente il valore di una società calcistica professionistica. Recentemente ha riscosso molti consensi il metodo proposto da KPMG, piuttosto complesso e sul quale qui non ci addentreremo. Tra i metodi invece sicuramente meno ‘raffinati’, ma più immediati nell’elaborazione di un ‘prezzo’, si distingue certamente la società Deloitte, che nel suo Annual Review of Football Finance di qualche anno fa, propose di attribuire un multiplo di 1,5-2 volte ai ricavi annui. Per la Ternana, con ricavi al 30 giugno 2022 pari a circa 8,5 milioni di euro, significherebbe un enterprise value compreso tra 12.750.000 e 17 milioni di euro. Applicando poi un criterio iper aleatorio, ma di buon senso, e quindi semplicemente facendo la media tra il minimo ed il massimo di cui sopra, si arriva a circa 15 milioni di euro (per la precisione 14.875.000 euro). Se poi Bandecchi volesse rimanere in società con un 20% delle quote, si scenderebbe ad una richiesta di circa 12 milioni. Il tutto, ribadiamolo, in un contesto in cui valutare correttamente il valore di una società di calcio professionistico è quanto di più difficile ed aleatorio possa esistere.

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