La Ternana e il ritorno in B: boom costi-ricavi. Il bilancio 2021/2022

Il resoconto economico della scorsa stagione: dal 1° luglio 2021 al 27 settembre 2022 il socio ha versato 16,5 milioni. Perdita d’esercizio sopra quota 13 milioni

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di S.F.

Bandecchi e Tagliavento

Un corposo aumento dei costi di produzione accompagnato nel contempo da un incremento dei valori positivi. D’altronde il passaggio dalla serie C al campionato di B ha effetti rilevanti per le casse societarie: alla fine il bilancio d’esercizio 2021-2022 della Ternana si è chiuso con una perdita d’esercizio (una costante per tutte le società professionistiche, in queste ore si sta discutendo molto del ‘rosso’ da 219 milioni della Roma) da 13 milioni 212 mila euro, in lieve crescita rispetto al -11,7 fatto registrare nell’annata precedente. Il documento, come di consueto, è diventato pubblico a settimane di distanze dall’approvazione. Dal 1° luglio 2021 al 27 settembre 2022 il socio unico di via della Bardesca, vale a dire l’università degli studi Niccolò Cusano, ha versato nelle casse sociali ben 16 milioni 522 mila euro. Giusto per dare un’idea.

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Il valore della produzione 2021-2022

Il valore della produzione: + 7,5 milioni

Il bilancio fa riferimento alla stagione 2021-2022 con chiusura al 30 giugno. È sempre interessante andare a vedere le differenze tra un anno e l’altro, specie considerando che in questo caso si passava dalla C alla B con numeri lievitati – giocoforza, il dispendio non può che essere superiore in una categoria superiore – in gran parte delle voci, anche per quel che concerne gli introiti. Esempi concreti? Basta scorrere i vari capitoli del valore della produzione (da 1 milione a 8,5 milioni) nel conto economico per un primo impatto. I ricavi da gare di campionato (da non dimenticare il Covid che, negli anni scorsi, ha inciso moltissimo) sono saliti da 24.388 euro a quota 717 mila. Fortunamente le ‘porte chiuse’ sono un lontano ricordo. Enorme la differenza per i contributi in conto esercizio: da 209 mila euro in serie C a ben 3,7 milioni nel torneo cadetto (3,5 milioni sono arrivati dalla LegaB per lo sviluppo del settore giovanile e sicurezza infrastrutture, 108 mila per spese sanitarie/sanificazioni e 65 mila come ‘straordinario’). Meglio anche le sponsorizzazioni con incremento da 564 mila a 826 mila euro. Sbalzo in positivo anche per i diritti audiovisivi: 45.766 euro nell’ultimo anno in C, poi 2,7 milioni in B. Non male. Curiosità: è diminuito di un euro il ricavo per i proventi Rai (da 18.418 a 18.417), mentre i premi calciatori sono passati da 0 a 311.660 euro. L’atto è stato firmato dal presidente del CdA Stefano Bandecchi e dal vice Paolo Tagliavento il 27 settembre scorso, mentre l’assemblea ordinaria si è svolta il 26 ottobre alla presenza dell’amminstratore delegato dell’università Fabio Stefanelli, del collegio sindacale e dello stesso ex arbitro internazionale. A fungere da segretaria Francesca Austeri. È in questa circostanza che è stata sancita la copertura della perdita da 13,2 milioni mediante «l’utilizzo dei versamenti conto futuro aumento capitale sociale iscritti in bilancio al 30 giugno 2022».

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I costi della produzione 2021-2022

I costi della produzione: +8,9 milioni

Rispetto alla serie C è ovvio che le spese siano enormi. Il conto finale è più che doppio rispetto all’annata 2020-2021: la Ternana è passata da 12,7 milioni a quasi 22 milioni di euro. Due le voci che in particolar modo hanno fatto registrare incrementi di un certo livello: salari e stipendi (da 7 a 11 milioni) e servizi (da 1,8 a 4 milioni di euro, si parla in questo caso di esborsi per trasferte, allenamenti, biglietteria, consulenze legali ecc.). Da ricordare che c’è un soggetto terzo che si occupa della revisione legale dei conti di via della Bardesca, vale a dire la Ria Grant Thornton Spa (il loro atto è firmato dal partner Gianluca Coluccio); al collegio sindacale spetta invece la verifica dell’amministrazione. A guidare l’organo c’è il presidente Carmelo Campagna, con lui Emiliano Barcaroli e Raffaella Proietti. I supplenti sono ancora Alessio Sgrigna e Marco Agabiti. Come da prassi nel documento contabile c’è un breve cenno ai numeri riguardanti la Niccolò Cusano: al 31 dicembre 2021 vengono messe nero su bianco attività per 172,7 milioni di euro, 37,3 di passività, un patrimonio netto da 135,3 milioni e, in chiusura, un avanzo di gestione di poco superiore ai 10 milioni. Per quel che concerne le transanzioni dei rossoverdi sono esposte le cifre d’esercizio per Antonio Palumbo (150 mila euro, acquisizione tramite opzione), Alfredo Donnarumma (800 mila euro, cessione con obbligo di riscatto) e Salim Diakitè (acquisizione definitiva e premio/indennizzo condizionato maturato, per entrambe le voci ci sono 97.750 euro).

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Crediti, debiti, patrimonio netto e Ternana femminile

Passando allo stato patrimoniale la prima cosa da evidenziare è l’aumento del patrimonio netto da 1,9 a 5 milioni (il capitale sociale resta a 3 milioni). Capitolo crediti a saldo: dai 490 mila al giugno 2021 a 1,4 milioni dell’anno successivo, tutti entro i dodici mesi. Tra i risconti attivi spiccano i 230 mila euro per il contratto d’affitto del San Girolamo di Narni. Si prosegue con i debiti: nel bilancio d’esercizio ne risultano al 30 giugno 2022 per 2,5 milioni (valore nominale), uno in meno nel confronto con il precedente documento. Anche su questo fronte sono tutti entro i dodici mesi: da segnalare in particolar modo l’azzeramento o quasi di quello verso il personale (era 963 mila, poi l’aggiornamento a 47.500 euro). Risultano iscritti 749 euro per debiti verso Inpgi e il residuo da 144.026 euro per il piano di rateizzazione a scadenza nel marzo 2024 per i canoni legati alle stagioni 2010-2011 e 2011-2012. Un’era fa e vecchie proprietà. Il Comune nel 2015 si era mosso con l’ingiunzione di pagamento ed ecco che ancora se ne pagano le conseguenze. Il 14 giugno scorso la Ternana – viene specificato nel documento – ha «contabilizzato l’acquisizione del titolo sportivo di serie B femminile tra le immobilizzazioni immateriali per 250 mila euro». Come noto si è preso dalla Asd Pink Sport Time di Bari.

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Carmelo Campagna

La relazione ed i dipendenti

Non mancano gli spunti interessanti dalla relazione sulla gestione al bilancio dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 firmata da Bandecchi stesso il 27 settembre: «La società – si legge – ha cercato di ridurre i costi operativi il più possibile, mantenendo l’impostazione delle stagioni precedenti seppur con ingenti difficoltà visto il campionato di appartenenza. Si tiene a precisare che la gestione 2021/2022 evidenzia un aumento pari a 8,9 milioni dei costi della produzione, ciò dipende da un consistente aumenti dei costi per servizi e costo del personale, il tutto giustificato dalla partecipazione della Ternana Calcio nel campionato professionistico di serie B». Nel bilancio viene ricordato l’atto integrativo alla convenzione sottoscritto il 9 giugno: manutenzione ordinaria tutta rossoverde per la stagione in corso e la seguente, nessun canone da versare e tetto massimo a 20 mila euro per quella straordinaria. Dopodiché interviene il Comune, come già accaduto di recente. «Si ritiene che per la prossima stagione il risultato economico della società prevedibile sarà ancora negativo, le risorse finanziarie necessarie continueranno ad essere reperite attraverso interventi dell’azionista, che non è mai venuto meno agli impegni assunti». Ci sono passaggi anche su Covid, crisi energetica e invasione russa in Ucraina. Infine gli addetti rossoverdi: al 30 settembre 2022 sono ottanta, dodici in più rispetto al trimestre precedente ed il 32% ha un contratto a tempo indeterminato.

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