Violenza di genere: tutti uniti a Perugia

Un numero infinito di firmatari – capofila Regione e Prefetture di Perugia e Terni – per un protocollo d’intesa a difesa delle donne

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Una cornice burocratica e istituzionale all’interno della quale definire azioni e intenti contro la violenza di genere: questo il senso del protocollo d’intesa firmato lunedì mattina a Perugia tra la Regione Umbria, le prefetture, le questure, i tribunali, le forze dell’ordine e le aziende sanitarie umbre, oltre ad un cospicuo numero di comuni e associazioni della rete antiviolenza.

Quante firme! Al tavolo, Catiuscia Marini, il Prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro e il Prefetto di Terni Paolo De Biagi. «L’Umbria, purtroppo, è tra le regioni che hanno registrato nel tempo delitti efferati sulle donne – ha detto la presidente – è quindi necessario intervenire con una forte azione tra più soggetti che, a volte fanno fatica a dialogare, in modo da ottimizzare anche le risorse. Oggi è una giornata importante. E la firma del documento è a ridosso di un altro episodio di violenza su una donna avvenuto a Terni».

UNA LUNGA CATENA DI VIOLENZA SULLE DONNE – ARCHIVIO

Sinergia d’intenti «Non è stato facile – ha detto Cannizzaro – mettere insieme tutti questi soggetti provenienti da enti ed istituzioni diverse. È stato fatto un lavoro impegnativo per dare vita ad uno strumento di lavoro che richiede un impegno quotidiano». Per il Prefetto di Terni, «la violenza di genere è trasversale e tocca tutte le fasce sociali, quindi è necessario agire sul fronte della prevenzione e della repressione. Ieri – ha detto – è avvenuto a Terni un episodio di violenza che ha scosso la comunità e, purtroppo, non c’era bisogno di questo nuovo caso per ribadire l’importanza della lotta al fenomeno».

Le mansioni previste Il protocollo ha due teste: da una parte è a capo la Regione e dall’altra le forze dell’ordine che, in sinergia, svolgono ciascuna funzioni attinenti le proprie competenze. In questo contesto assume un ruolo importante la prevenzione, anche attraverso un lavoro di sensibilizzazione nelle scuole, e la formazione. Per sostenere le azioni finalizzate a ridurre l’esposizione delle donne a rischio di violenza, la Regione investe anche in termini di risorse così come previsto dalla legge regionale in materia. Obiettivo della legge è realizzare un sistema di servizi di contrasto alla violenza sulle donne, proteggere le vittime anche da nuovi atti, proteggere e supportare i bambini e le bambine testimoni di violenza assistita, promuovere la concreta parità tra i sessi. Insomma, in definitiva, aiutare le donne ad uscire dalla spirale di violenza sensibilizzando e responsabilizzando tutti i soggetti che, a vario titolo, vengono coinvolti a cogliere adeguatamente la richiesta di aiuto e a sviluppare una forte collaborazione per offrire risposte coordinate ed integrate, prevedendo una particolare attenzione al primo contatto con la donna vittima di maltrattamento o violenza.

La fragilità delle vittime Nel documento è previsto in modo chiaro che occorre assicurare che l’accoglienza delle donne che denunciano, avvenga in condizioni di rispetto della riservatezza ed in ambienti consoni a tale scopo, considerata la particolare condizione di fragilità in cui si trova il soggetto che denuncia. Inoltre, va garantita a tutte le donne, nella lingua che comprendono, un’informazione adeguata e tempestiva sui servizi di protezione e sostegno nonché sulle misure legali disponibili, garantendo la massima riservatezza delle informazioni personali e sensibili. In proposito, sarà prevista la giusta divulgazione per informare le donne sul fatto che i servizi garantiscono riservatezza nell’assistenza. Per assicurare le finalità e le premesse del protocollo, i soggetti firmatari si impegnano oltre che a costituire la rete regionale il sistema dei servizi, ad attuare, ad ogni livello, gli obblighi che discendono dall’applicazione della ‘Convenzione di Istanbul’ che esclude la possibilità per chiunque di trasformare il dislivello di potere e la violenza di coppia e familiare in conflittualità tra persone aventi lo stesso grado di potere. In questo percorso i soggetti interessati dovranno supportare la Regione nella definizione del funzionamento del Sistema dei servizi di prevenzione e contrasto, da realizzare anche attraverso la predisposizione di specifiche linee guida, concorrendo alla definizione di protocolli operativi per rendere operativa l’intera Rete dei servizi del territorio regionale, condividendo le informazioni e buone pratiche, sviluppando procedure e interventi operativi che permettano azioni efficaci ed integrate e soprattutto l’ adozione di prassi condivise.

La formazione Previsti anche interventi formativi specifici basati su un’ottica di genere ed una metodologia condivisa, integrata e multidisciplinare, assicurando la più ampia partecipazione possibile di propri referenti e operatori agli interventi stessi. Inoltre, le parti dovranno mettere a disposizione dell’osservatorio regionale sulla violenza di genere i dati statistici in proprio possesso al fine di implementare un sistema di rilevazione e di monitoraggio del fenomeno della violenza e sostenere la ricerca sulle forme di violenza per studiarne le cause e gli effetti, come pure l’efficacia delle misure adottate in Umbria. Tra gli obiettivi di lavoro c’è anche quello di sostenere e consolidare un programma di educazione e prevenzione rivolto alle studentesse e agli studenti basato sulla valorizzazione delle differenze di genere e sul contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi. Promuovere attività di educazione all’affettività, favorendo momenti di riflessione e formazione relativamente alle tematiche della differenza di genere.

Chi ha firmato Regione Umbria, rappresentata dalla Presidente Marini; Prefettura di Perugia, rappresentata dal Prefetto Raffaele Cannizzaro; Prefettura di Terni rappresentata dal Prefetto Paolo De Biagi; Corte d’appello di Perugia, rappresentata dal Presidente Mario Vincenzo D’Aprile; Procura generale della Repubblica, rappresentata dal Procuratore Generale Fausto Cardella; Comando Legione Carabinieri Umbria, rappresentato dal Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Giovanni Fabi; Questura di Perugia, rappresentata dal Questore Giuseppe Bisogno; Questura di Terni, rappresentata dal Questore Antonino Messineo; Tribunale di Perugia, rappresentato dalla Presidente Rosanna Ianniello; Procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia, rappresentato dal Procuratore Luigi De Ficchy; Tribunale di Terni, rappresentato dalla Presidente Rosanna Ianniello; Procura della Repubblica presso il tribunale di Terni, rappresentata dal Sostituto Procuratore Raffaele Pesiri; Tribunale di Spoleto, rappresentato dal Sostituto Procuratore Elisa Iacone; Procura della Repubblica presso il tribunale di Spoleto, rappresentata dal Sostituto Procuratore Elisa Iacone; Tribunale per i minorenni di Perugia, rappresentato dal Presidente Sergio Cutrona; Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Perugia, rappresentata dal procuratore Giovanni Rosi; Garante Infanzia e Adolescenza Maria Pia Serlupini; Ufficio scolastico regionale, rappresentato dal Direttore reggente Antonella Iunti; Centro regionale per le pari opportunità, rappresentato dalla Presidente Chiara Pucciarini.

I comuni firmatari Città di Castello, capofila Zona sociale 1; Perugia, capofila Zona sociale 2; Assisi, capofila Zona sociale 3; Marsciano, capofila Zona sociale 4; Unione dei Comuni del Trasimeno, Zona sociale 5; Norcia, capofila Zona sociale 6; Gubbio, capofila Zona sociale 7; Foligno, capofila Zona sociale 8; Spoleto, capofila Zona sociale 9; Terni, capofila Zona sociale 10; Narni, capofila Zona sociale 11; Orvieto, capofila Zona sociale 12.

E infine… Asl 1, Asl 2, aziende ospedaliere di Perugia e Terni, Ordine degli avvocati di Perugia, Terni e Spoleto, Anci Umbria, Associazione Liberamente Donna (CAV e Casa rifugio di Perugia e Terni), Associazione L’albero di Antonia (CAV di Orvieto).

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