Ance Umbria, guerra alla Soprintendenza

A Stefano Gizzi viene imputato un atteggiamento di chiusura nei confronti di tutti i progetti

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Dopo l’Anci, intesa come associazione del Comuni; anche l’Ance, intesa come associazione dei costruttori edili, entra a gamba tesa sul nuovo soprintendente ai beni paesaggistici e architettonici dell’Umbria.

L’Ance L’associazione dei costruttori edili, infatti, dice che «le difficoltà e gli ostacoli frapposti dalla nuova direzione della Soprintendenza dell’Umbria non si limiterebbero all’autorizzazione di singoli interventi, con il rischio concreto di veder pregiudicati finanziamenti pubblici, nazionali ed europei, già assegnati e che a breve potrebbero essere revocati, ma giungerebbero addirittura a ‘bloccare’ lo sviluppo e la riqualificazione di importanti aree del territorio regionale, avviando ulteriori procedimenti per l’apposizione del vincolo paesaggistico e ambientale, come nel caso del Comune di Marsciano già interessato dall’azione di ricostruzione post terremoto».

L’attacco Dall’avvento in Umbria del nuovo soprintendente Stefano Gizzi, dice l’Ance, «non solo le amministrazioni comunali, ma anche gli imprenditori dei diversi settori industriali, hanno potuto riscontrare un atteggiamento di pressoché totale chiusura di fronte a qualsiasi progetto che intervenga sul territorio». Confindustria e Ance Umbria, quindi, «pur consapevoli del ruolo fondamentale svolto dalla Soprintendenza ai fini della tutela dell’inestimabile patrimonio monumentale e paesaggistico della nostra regione, esprimono tuttavia forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a verificare in questi mesi, dove un’articolazione periferica dello Stato, sorda a qualsiasi legittima istanza di sviluppo proveniente dal territorio, sembrerebbe attenta unicamente a conservare, per non dire cristallizzare, un contesto urbano e ambientale non suscettibile di ulteriori modifiche».

Il territorio Gli imprenditori dell’Umbria si dicono «sempre più convinti del fatto che il territorio non abbia solo un valore d’uso del quale approfittare. Ma proprio per valorizzare, proteggere, riqualificare, mettere in sicurezza il territorio c’è bisogno di intervenire con equilibrio e lungimiranza ma non certo di creare difficoltà strumentali». Le due associazioni evidenziano quindi «tutto il disagio del mondo imprenditoriale rispetto ad un quadro burocratico-amministrativo che rischia di frustrare le oramai ben poche iniziative in itinere e che, in un momento di crisi drammatico come quello attuale, non può essere più accettato».

Il ministero Confindustria e Ance Umbra «sollecitano dunque il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo affinché, sulla base delle diverse segnalazioni provenienti dalle istituzioni locali e dal mondo imprenditoriale, si possa trovare al più presto una qualche soluzione a questa vicenda tanto insostenibile quanto capace di creare un danno smisurato ad un’economia umbra tuttora in grande difficoltà».

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