Su sette, sei si sono avvalsi della facoltร di non rispondere e solo uno ha invece detto la sua durante l’interrogatorio di garanzia, a porte chiuse, di fronte al gip del tribunale di Terni Maurizio Santoloci. A breve quest’ultimo deciderร se gli operai del Comune di Stroncone arrestati mercoledรฌ dai carabinieri nell’ambito dell’indagine anti assenteismo condotta dal pm Elisabetta Massini, dovranno restare ai domiciliari o potranno vedersi attenuta la misura. Tutti i legali difensori hanno chiesto la sostituzione degli arresti con misure meno afflittive, a partire dall’obbligo di firma, motivando l’istanza con l’assenza del rischio di reiterazione del reato.
OPERAI ARRESTATI: PARLANO GLI AVVOCATI
Solo uno ha parlato A partire dalle 8.30 di venerdรฌ mattina i sette operai, accompagnati dai propri difensori – gli avvocati Massimo Proietti, Gianluca Bassetti, Federica Bigi, Arnaldo Sebastiani, Massimo Carignani e Giorgio Cerquetti –ย hanno sfilatoย davanti al gip – presente in aula anche il pm Massini – per un’udienza che si protratta per circa un’ora e mezza. L’unico operaio che ha volutoย dire la sua, difeso dall’avvocato Carignani, avrebbe – stando al legale – mostrato unย ยซatteggiamento collaborativo, volto alla definizione della reale entitร della contestazione, a nostro giudizio modestaยป. Le bocche dei colleghi sono invece rimaste cucite, in attesa di capire meglio i contorni della vicenda giudiziaria.
BADGE ‘COLLETTIVI’ PER TRUFFARE
Comunque pagatiย Per tutti o quasi – visto che fra i sette c’รจ anche chi andrร in pensione a breve – il timore, fondato, รจ quello di perdere definitivamente il lavoro. Attualmente, stante la misura cautelare restrittiva applicata, sono stati tutti sospesi dal Comune in base all’articolo 5 comma 7 del contratto collettivo nazionale. Una decisione che potrร comunque essere protratta dall’ente, a discrezione, anche dopo la cessazione delle esigenze cautelari. Gli operai arrestati continuanoย comunque a percepire lo stipendio, nella misura del 50%. La ‘scure’ del licenziamento potrebbe abbattersi su di loro, una volta che l’eventuale sentenza legata al procedimento passerร in giudicato.
Al corteoย E proprio il contratto collettivo nazionale di lavoro della pubblica amministrazione era stato contestato da alcuni degli arrestati che lo scorso 25 maggio avevano partecipato in prima persona alla manifestazione indetta dai sindacati a Perugia. Fra loro, c’รจ chi aveva postato ‘in diretta’ sui social network le foto della manifestazione, fra striscioni e bandiere, con tanto di rivendicazioni e ringraziamenti:ย ยซNoi pochi – scriveva uno di loro – scioperiamo per tutti! Le idee, le convinzioni valgono piรน di una giornata di lavoro pagata con un contratto vecchio di sette anniยป. E a chi, sotto, gli faceva notare:ย ยซMa almeno tu hai un contratto…ยป, la risposta era stata:ย ยซSรฌย per fortuna, ma รจ anche per chi ha contratti ‘a termine’ e pochi dirittiยป. C’รจ poi chi in passato aveva fatto vertenza al Comune per presunte disparitร nei trattamenti economici, con tanto di lettere da parte degli avvocati.
OPERAI ARRESTATI, PARLA IL PROCURATORE – VIDEO
‘Autogestione’ Fra i sette, non tutti viste anche le differenze fra le singole posizioni – c’รจ chi si รจ visto contestate ‘poche’ ore e chi intere giornate – emergerebbe un’idea abbastanza condivisa. Ovvero che all’interno del ‘container’ di Vascigliano – punto di riferimento degli operai che lรฌ si cambiavano e mangiavano – fosse in atto qualcosa di non troppo diverso da una sorta di ‘autogestione’. Non รจ un mistero che fra le linee difensive c’รจ chi proverร a sostenere che la disponibilitร degli operai era totale, che spesso venivano chiamati direttamenteย per gli interventi necessari sul territorio (riparazioni, sfalci dell’erba e cosรฌ via) e che in questa sorta di ‘organizzazione autonoma’ – a loro giudizio efficiente – non avrebbero prestato poi troppa attenzione ai badge o a dove si trovavano in quel momento, aspetti considerati piรน un’appendice che altro. Argomenti, questi, destinati a scontrarsi con tesi accusatorie incentrate non solo sull’effettiva presenza al lavoro, ma anche con l’utilizzo dei mezzi pubblici comunali per fare la spesa o andare a bar. E con il fatto che qualcuno non si รจ mai mosso da casa, mentre i colleghi passavano il loro badge. Da qui la contestazione del ‘concorso’ in truffa aggravata.
Nessun segnale?ย Da quanto trapela, gli operai – nonostante gli accessi dei carabinieri in Comune per acquisire documenti – non avrebbero mai avuto il sentore di essere finiti ‘sotto la lente’ o che qualcuno stesse indagando sulle loro condotte. Secondo altri non ci sarebbero stati neppure degli avvertimenti ‘orali’ da parte del sindaco. Ma pare difficile immaginare che l’esposto del primo cittadino – depositato ad ottobre dello scorso anno – non sia stato preceduto da altre segnalazioni, al caposervizio e agli stessi lavoratori. Aspetto che non inficia comunque la sostanza delle contestazioni penali.
Corte dei conti L’indagine dei carabinieri avrebbe giร messo in moto la procura presso la corte dei conti dell’Umbria e nelle prossime settimaneย i sette potrebbero essere raggiunti da inviti a dedurre contenenti contestazioni relative ai danni materiali e di immagine procurati all’erario attraverso le proprie condotte.