Arrestati a Stroncone, tanti i fatti da chiarire

Sono circa quaranta gli episodi che hanno portato agli arresti domiciliari i sette dipendenti del Comune: venerdì gli interrogatori di garanzia

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stroncone carabinieri arresti_9994- A.Mirimao.Orario di entrata 6.49, uscita ore 13: ma quel giorno l’operaio – uno dei sette arrestati dai carabinieri della Compagnia di Terni nell’indagine anti assenteismo incentrata sull’autoparco comunale di Stroncone – era rimasto tranquillamente a casa. Lo stesso aveva fatto una settimana prima – ingresso 6.57, uscita 12.49 – ‘spalleggiato’ dai colleghi che avevano passato il badge al posto suo.

GLI ARRESTI: FOTOVIDEO

Quaranta episodi Sono solo un paio dei circa quaranta episodi finiti all’attenzione dei carabinieri e quindi del pm Elisabetta Massini che ha chiesto, e ottenuto, gli arresti domiciliari per i sette dipendenti del Comune di Stroncone. La misura è stata disposta dal gip Maurizio Santoloci di fronte al quale, venerdì mattina a partire dalle 8.30, sfileranno i sette per gli interrogatori di garanzia. Alcuni di loro si avvarranno della facoltà di non rispondere. Altri, invece, cercheranno probabilmente di chiarire le proprie assenze dal lavoro durante l’orario stabilito e quello strano ‘gioco’ di badge che portava i singoli operai a timbrare anche per i colleghi, consentendo ‘buchi’ e assenze finite ora all’attenzione dell’autorità giudiziaria. I sette sono difesi dagli avvocati Massimo Proietti, Federica Bigi, Arnaldo Sebastiani, Giorgio Cerquetti, Massimo Carignani e Gianluca Bassetti. Spetterà al giudice decidere se la misura applicata – gli arresti domiciliari per tutti – debba essere revocata o sostituita con altre.

PARLA IL PROCURATORE LIGUORICITTADINI DELUSI

Massini, Liguori, Capasso

Massini, Liguori, Capasso

Bar o spesa? Il numero degli episodi contestati varia da lavoratore a lavoratore, ma un dato è certo: quasi tutti avrebbero utilizzato gli automezzi di proprietà del Comune per allontanarsi dall’autoparco e passare la mattinata al bar, a fare la spesa o, più semplicemente, a casa. Una condotta, secondo il gip, «reiterata e datata nel tempo». Non è un mistero che il sindaco Alberto Falcini, a cui è andato il plauso del procuratore capo Alberto Liguori, avesse richiamato più volte gli operai. Ma il tutto era continuato, tanto da costringerlo a presentare un esposto, quello da cui poi ha avuto origine l’indagine. Ad eccezione di un lavoratore ‘socialmente utile’ e di un altro che gode dei benefici della legge 104, tutti avrebbero dovuto lavorare per sei ore al giorno, per un totale di 36 ore settimanali.

BADGE ‘COLLETTIVI’ PER TRUFFARE – VIDEO

Lamentele In passato, fra i sette c’è anche chi aveva fatto scrivere al sindaco dal proprio avvocato, per lamentarsi delle differenze retributive rispetto ai colleghi e cercare di ottenere qualcosa in più. Un atteggiamento che, alla luce dell’indagine, risulta «un affronto – scrive il gip – verso chi in questo momento vive il dramma della disoccupazione». Solo uno degli operai arrestati non avrebbe lucrato sull’orario di lavoro, ma si sarebbe prestato in più occasioni a timbrare il badge degli altri dipendenti al loro posto.

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Maurizio Santoloci

Maurizio Santoloci

«Imperterriti» Lo stesso gip ha applicato la misura «a fronte del concreto pericolo di reiterazione dei reati, atteso che gli stessi sono stati consumati senza soluzione di continuità e con condotte tali da far comprendere che si tratta di un modus operandi datato nel tempo. La reiterazione e la tranquillità con cui le condotte illecite sono agite – scrive il giudice Santoloci – induce ragionevolmente a ritenere che le stesse costituiscano il normale modus operandi degli operai dell’autoparco, che non si sono fatti minimamente intimidire dall’accesso dei carabinieri in Comune per acquisire documenti, proseguendo imperterriti la loro attività criminosa».

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