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Home » Sisma, agricoltura: «2,3 miliardi di danni»

Sisma, agricoltura: «2,3 miliardi di danni»

di Lucina Paternesi
7 Marzo 2017
in Attualità, Dal territorio, Economia, In evidenza, Terremoto 2016
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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Sono arrivati fino davanti a piazza Montecitorio gli agricoltori e allevatori che assieme a Coldiretti hanno deciso di manifestare, martedì mattina, assieme ad alcune pecore sopravvissute al crollo delle stalle.

La manifestazione di Coldiretti a Roma

La manifestazione Vengono dalle aree terremotate dell’Umbria, dalla Valnerina, ma anche dalle Marche, dall’Abruzzo e dal Lazio, accompagnati dai sindaci dei comuni colpiti. C’è chi ha perso gli animali, chi non ha più stalle o ricoveri per i sopravvissuti, tanti gli striscioni e gli slogan per sottolineare la propria presenza. «La burocrazia uccide più del terremoto» o «L’Italia migliore merita giustizia», recitano alcune bandiere della Coldiretti, mentre un grande tavolo è stato apparecchiato con i prodotti locali salvati dalle macerie, dalle lenticchie di Castelluccio al ciauscolo, dal pecorino Amatriciano a quello di Farindola e molto altro, che rischiano ora di sparire per le difficoltà del mercato locale provocate dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all’esodo forzato, ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei.

Alcuni cartelli e striscioni degli allevatori

I danni È tutto pronto anche per la proiezione del filmato-denuncia #stalletradite, sui gravi ritardi della ricostruzione nelle aree rurali, dove si sommano inefficienze, incompetenze e furberie. Nelle aree rurali terremotate si contano danni diretti ed indiretti per 2,3 miliardi, tra strade e infrastrutture, case rurali, stalle, fienili, magazzini, ma anche stabilimenti di trasformazione, rivendite, macchine agricole, macchinari di lavorazione e animali morti e feriti, ai quali vanno aggiunte le perdite per il crollo della produzione di latte e delle coltivazioni e per gli effetti negativi sul commercio per la fuga dei turisti e dei residenti. Sono questi i dati del dossier Coldiretti, che fanno emergere come siano 25mila le aziende agricole e le stalle nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, con 292mila ettari di terreni agricoli, coltivati soprattutto a seminativi e prati e pascoli da imprese per la quasi totalità a gestione familiare.

Stalle crollate Significativa la presenza di allevamenti con quasi 65 mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali, dalle quali si evidenzia anche un fiorente indotto agroindustriale, con caseifici, salumifici e frantoi, dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. «Il crollo di stalle, fienili, caseifici e la strage di animali hanno limitato l’attività produttiva nelle campagne, mentre lo spopolamento – sottolinea la Coldiretti – ha ridotte le opportunità di mercato». Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola, che occorre ora sostenere concretamente, per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento«, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare l’esigenza che «la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia, che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo».

Disagi A poco più di sei mesi dalla prima scossa Coldiretti conta una vera strage di oltre diecimila animali morti, feriti e abortiti nelle aree del terremoto per l’effetto congiunto delle scosse e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo, con decessi, malattie e diffusi casi di aborto. Ad oggi quasi 9 animali ‘sfollati’ su 10 (l’85%) non possono essere ospitati nelle stalle provvisorie annunciate e gli allevatori, sottolinea la Coldiretti, non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Ma terremoto e maltempo hanno provocato anche un generale dissesto del territorio con ettari di terreno agricolo fertile franato che non consente la normale coltivazione mentre l’interruzione della viabilità incide sul commercio delle produzioni salvate ma ostacola anche la preparazione dei terreni da parte degli agricoltori. È il caso, riferisce ancora la Coldiretti, della semina delle lenticchie della Igp Castelluccio di Norcia che normalmente inizia nel mese di marzo ma ci sono grosse preoccupazioni anche per la viabilità compromessa dal terremoto che costringe i produttori ad un vero percorso di guerra per raggiungere l’altipiano.

Sostegno Intanto, dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali fanno sapere che sono in corso le procedure per il pagamento di 34 milioni di euro di aiuti straordinari per mancato reddito a favore degli allevatori delle aree colpite dal sisma. Le risorse, che sono state stanziate dallo Stato, dall’Unione europea e dalle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, prevedono premi per ogni animale posseduto dalle aziende prima del sisma pari a 400 euro a capo bovino, 60 euro per ovini e caprini, 20 euro per i suini. Due milioni di euro sono destinati al settore equino in regime de minimis. Gli aiuti vengono erogati da Agea attraverso una procedura semplificata, azzerando la burocrazia. La domanda che viene presentata per gli aiuti, infatti, è precompilata e l’allevatore deve solo verificare la corrispondenza del numero dei capi (bovini e bufalini, ovini e caprini, oltre al comparto suinicolo) registrati nel Sian e già integrati con i dati forniti dalla Anagrafe zootecnica – Banca dati nazionale. Le operazioni effettuate presso i centri di assistenza agricola (Caa) saranno a costo zero per le imprese grazie all’impegno delle organizzazioni agricole di rendere gratuito il servizio. Ogni settimana è previsto da Agea un decreto di pagamento delle domande pervenute con una prima tranche di anticipo del 75% del premio spettante a ciascuna azienda, con saldo entro i 60 giorni successivi. Questi pagamenti si aggiungono a quelli che l’organismo pagatore Agea ha erogato fino ad oggi, in particolare a 90 milioni di euro di aiuti diretti per domanda unica 2016 a 33mila aziende e a circa 70 milioni di euro di fondi europei per lo sviluppo rurale, di cui 50 milioni pagati la scorsa settimana, in anticipo rispetto ai tempi ordinari grazie all’accordo raggiunto tra il ministro Maurizio Martina e il Commissario Ue Phil Hogan. Prosegue l’impegno del ministero a favore delle imprese agricole e di allevamento dell’area del terremoto, al fine di garantire la continuità produttiva e dare liquidità alle aziende in questa fase emergenziale.

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