Lunedì prossimo, a Terni, non si svolgerà nessun consiglio comunale – alcune forze di opposizione (M5S, I love Terni e FdI-An e Crescimbeni del gruppo misto) hanno chiesto la convocazione di una seduta ‘dedicata’ al piano di riequilibrio, da tenersi prima del 22 novembre, quando la Corte dei conti dovrebbe ricevere le proposte di modifica del piano stesso – e la cosa ha provocato uno scambio di battute, su Facebook, tra politici e sindacalisti o, meglio, un sindacalista in particolare.
La Uil «La riunione del consiglio comunale di Terni in programma per lunedì 13 – ha scritto Gino venturi, segretario della Uil che aveva indetto una manifestazione proprio per quella data – è stata sorprendentemente annullata. La nostra sarebbe stata comunque una manifestazione composta e con il solo scopo di invitare ciascun consigliere, di maggioranza e di opposizione, a svolgere sino in fondo il proprio compito cercando in tutti i modi di evitare gli ulteriori danni che il dissesto o anche l’utilizzo del fondo di rotazione provocherebbero alla città.
Evidentemente non possiamo andare a palazzo Spada per far sentire la nostra voce ad interlocutori che lunedì non ci sono (per la verità quando è stata annunciata la manifestazione, però, la seduta di consiglio non era ancora stata convocata; ndr). Le associazioni che hanno aderito all’iniziativa non intendono rinunciare a far arrivare comunque la propria voce al consiglio comunale e pertanto abbiamo già chiesto di essere ricevuti a stretto giro dall’ufficio di presidenza del consiglio stesso al quale chiederemo di farsi portavoce verso tutti i consiglieri. Insistiamo nel chiedere che la pur legittima dialettica politica non prevalga rispetto alla necessità comune di evitare danni maggiori ai cittadini. Si può ancora fare».
Il dibattito Enrico Melasecche (I love Terni), gli ha replicato dicendo che «qui non c’entra proprio nulla la “legittima dialettica politica”. Così scrivendo tu attribuisci implicitamente (Cisl e Cgil hanno già accusato la Uil di voler dare una connotazione politica alla manifestazione; ndr) a chi ha fin qui governato, con i risultati drammatici che vediamo, la buona fede di voler presentare un piano che non produca effetti dannosi per la città mentre attribuisci a chi fa opposizione la volontà contraria. Non è così. L’unico obiettivo di questo sindaco, e lo sai bene, è di rimanere a governare, costi quel che costi, nonostante i danni prodotti all’intera città, non solo ai dipendenti comunali. Ti ricordo, per l’ennesima volta, che i debiti fin qui prodotti e nascosti negli ultimi quindici anni, dovranno purtroppo essere comunque pagati dai cittadini (dipendenti comunali compresi) per cui sostenere che la dichiarazione formale di un dissesto che è già certificato dal bilancio consolidato 2016 (che ti invito a leggere!), con 60 milioni di perdite, porterebbe a far pagare ai ternani 16 milioni di tasse in più non corrisponde al vero perchè quei 60 milioni prodotti da questi scienziati, di cui i 16 di cui parli tu fanno parte, dovremo comunque pagarli tutti, si tratta solo di stabilire quando e con quali modalità. Ti invito quindi amabilmente ad una rappresentazione della realtà, per quanto dura sia, nei termini corretti».
Le ‘stranezze’ Poi Melasecche pone una serie di interrogativi, per lui, retorici: «Ti chiedi ancora come mai lunedì prossimo non è stato convocato il consiglio comunale che era stato più e più volte annunciato? Ti spieghi come mai la conferenza dei capigruppo che di regola si convoca il martedì mattina ore 12 per programmare i lavori del consiglio successivo non è stata convocata? Non essere ingenuo! Proprio per far emergere la verità e ‘stanare’ il sindaco ho predisposto insieme ai cinque consiglieri del M5S, Crescimbeni e Cecconi (mancano 4 firme di consiglieri dell’opposizione), per convocare un consiglio straordinario per obbligare il sindaco a spiegare se intende ricorrere al ‘fondo di rotazione’ le cui conseguenze ha fino a ieri, insieme a Cavicchioli, sempre aborrito. Ho citato esplicitamente la tua iniziativa. Sollecita anche tu pubblicamente quel consiglio prima del 22 novembre. Che tu poi chieda un colloquio all’ufficio di presidenza e non alla conferenza dei capigruppo in cui siamo tutti rappresentati mi suona strano. A che gioco si stiamo giocando? Non prendiamo in giro la città in un momento così drammatico. Il dubbio che qualcuno giochi a fare l’ascaro del sindaco sorge spontaneo». E Thomas De Luca (M5S) è intervenuto per spiegare che «concordo sul fatto che ci sia bisogno di uno spazio alla luce del sole per questo insieme alle altre opposizioni, senza appartenenze di sorta, su iniziativa di Enrico (per onestà bisogna dirlo) abbiamo richiesto convocazione del consiglio prima del 22».
I ruoli diversi Gino Venturi, quindi ha risposto che «io non attribuisco niente a nessuno parlo a nome di un sindacato e non come una forza politica e sono molto attento a non invadere ambiti non nostri. Esprimo solo una esigenza e poi i cittadini sapranno autonomamente valutare i diversi comportamenti dei singoli consiglieri. Perché la presidenza del consiglio? Semplicemente perché in questa fase non ci interessa stare sentire ‘i politici’ scambiarsi le accuse, ma vogliano solo dire la nostra. Non significa gettare un velo pietoso sull’accaduto o essere insensibili alle prospettive. Significa che a fronte di una gravissima situazione sarebbe da attendersi uno sforzo comune nell’interesse della città. Quello che ci attendiamo sono scelte concrete nella direzione da noi auspicata e anche in base a ciò poi gli iscritti potranno valutare. Hai ragione: è una fase drammatica per la città. Continuiamo a sperare, contro ogni evidenza, nel senso di responsabilità. E, tanto per essere chiari, noi siamo perché vi chiudiate in conclave fino alla soluzione. Evitare il consiglio non credo vada in questa direzione».
