di S.F.
«Accoglie la domanda di accertamento della responsabilità precontrattuale e per l’effetto condanna il Comune di Terni al pagamento in favore della ricorrente di 128.539,09 oltre interessi e rivalutazione». La sentenza del Tar Umbria è del 10 febbraio 2020 – la pubblicazione – e fa riferimento alla lunga querelle tra l’amministrazione e la Krea Costruzioni srl per la revoca del vecchio appalto legato alla riqualificazione del teatro Verdi: la storia non è finita perché la società ha informato di un nuovo ricorso, questa volta per ottemperanza. Sì, perché al momento nulla si è mosso su questo fronte e di mezzo ci finisce anche l’Organo straordinario di liquidazione.
LA REVOCA DELL’APPALTO ALLA KREA: COMUNE KO AL TAR, LA STORIA
Cosa è successo
L’appello al Consiglio di Stato non c’è stato e dunque la Krea – era in Ati con Officine Leoncini e C. s.r.l – si è attivata per fare un po’ di ‘pressione’ nei giorni scorsi. Come? Con un nuovo ricorso a firma dell’avvocato Alessandra Fagotti: la contestazione è legata al fatto ai 128 mila euro da incassare per la revoca dell’appalto – riguardava il restauro e l’adeguamento funzionale della struttura, valore superiore al milione e mezzo di euro – deliberata in giunta comunale il 10 agosto del 2017. Al centro dell’attenzione c’è anche un’altra questione: Krea sostiene che il credito sia maturato dopo il 31 dicembre 2017 e quindi non rientri nella gestione Osl, fatto che non comporterebbe il taglio del 40% previsto dalla procedura semplificata.
LA REVOCA IN AUTOTUTELA DELL’AGOSTO 2017: PARTE LA BAGARRE
INTANTO PROSEGUE IL LAVORO SUL NUOVO PROGETTO
L’Osl si difende: palla all’avvocatura
Perché è coinvolto anche l’Organo straordinario di liquidazione? Semplice, per l’ammissione alla massa passiva a seguito della richiesta – che la società non avrebbe mai ricevuto – da parte del Comune. L’Osl ha già inviato una missiva alla Krea specificando che il credito «verrà trattato secondo le norme ed i tempi che regolano il pagamento dei debiti ammessi alla massa passiva del dissesto». Intanto però è stato dato mandato all’avvocatura di costituirsi in giudizio e tutelare palazzo Spada.