di S.F.
La sentenza favorevole del Consiglio di Stato dopo un biennio di battaglia, il ‘tavolo’ con la Usl Umbria 2 e la risoluzione del problema con il convenzionamento con il sistema sanitario regionale per le prestazioni di assistenza termale. Sembrava tutto risolto per la Thermae Salute di Terni, specializzato in terapie inalatorie e con accreditamento istituzionale ottenuto nel 2018. Invece a pochi mesi di distanza si è ripresentata lo stesso problema. E lo scontro è ripartito.
L’ESITO SPERATO DELLO SCORSO ANNO: CONVENZIONAMENTO
Cosa era successo
In sostanza la Thermae si era attivata per avere il convenzionamento con l’azienda sanitaria locale e, in questo modo, consentire agli utenti di poter avere prestazioni inalatorie con rimborso a carico del sistema regionale. La battaglia amministrativa è andata avanti per mesi e alla fine, grazie alla sentenza del Consiglio di Stato della scorsa estate, la questione si era chiusa con un tetto di spesa fissato a quota 10 mila euro per l’ultimo trimestre 2021. L’esito sperato in definitiva, seppur con un budget ridotto e da dividere con un’altra struttura del Perugino. Ora si è da capo a piedi.
IL CONSIGLIO DI STATO ‘INCHIODA’ LA USL 2
Ancora guai
Cosa significa? Che per ora non c’è stato il rinnovo della convenzione e dunque niente rimborso a carico del SSR per le prestazioni inalatorie. Lo conferma uno dei soci della struttura termale in questione: «Ci dicono che siamo un ambulatorio e non un centro, questo non consentirebbe di poter proseguire. E purtroppo la situazione ha delle conseguenze anche per l’aspetto occupazionale». Di mezzo c’è anche un nuovo ricorso al Tar Umbria e, giocoforza, il rischio è che la faccenda si possa trascinare nuovamente per diverso tempo.
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