Terni, centro termale e convenzione: Usl Umbria 2 alle strette

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della Thermae dopo la prolungata sospensione: iter da chiudere entro un mese oppure arriva il commissario ad acta. Firme vicine

Condividi questo articolo su

di S.F.

Obbligo imposto alla Usl Umbria 2 di concludere il procedimento entro trenta giorni dalla notifica della sentenza. Altrimenti nomina di un commissario ad acta per l’esecuzione: il Consiglio di Stato – terza sezione giurisdizionale con Marco Lipari presidente – ha riformato il giudizio del Tar Umbria in merito alla vicenda legata alla Thermae Salute S.r.l e alla richiesta di convenzionamento per la prestazione di assistenza termale, l’ultimo passaggio necessario dopo l’accreditamento istituzionale ottenuto nel dicembre 2018 per le terapie inalatorie. Punito così il prolungato silenzio dell’azienda sanitaria locale rispetto all’input della società di Terni. Firme per ultimare l’iter in arrivo.

Terni, terme senza convenzione: «Posti di lavoro a rischio, città perde un’opportunità»

L’istanza originaria. Usl sospende iter

La Thermae Salute – la società ha fatto presente che nel Ternano non esiste un operatore accreditato per questa tipologia di terapie e dunque i pazienti del territorio sono costretti ad andare fuori provincia per avere le prestazioni con rimborso a carico del sistema sanitario regionale – aveva fatto il ricorso al Tar contro la Usl Umbria 2 per il lungo silenzio rispetto alla richiesta di convenzionamento avanzata il 23 gennaio 2019. I presupposti c’erano tutti. Niente da fare perché l’azienda sanitaria locale ha, in estrema in sintesi, semplicemente sospeso l’iter. Motivo? Non poteva procedere in mancanza delle valutazioni di programmazione aziendale e regionale in materia di terme.

Le dipendenti

Il nuovo tentativo. Stesso risultato: battaglia

La Thermae con pazienza ha atteso alcuni mesi e il 22 agosto 2019 ha sollecitato la Usl Umbria 2. Risultato? Lo stesso. L’azienda ha scritto alla Regione senza concludere il procedimento, avvertendo la società ternana di dover attendere le prescrizioni di palazzo Donini. E il tempo passa. A questo punto scatta il ricorso al Tar che, tuttavia, il tribunale rigetta perché ritenuto infondato. Al Consiglio di Stato – coinvolte anche le Terme Francescane srl – la storia cambia piega. La Usl in sostanza ha ‘scaricato’ la responsabilità a Perugia perché «la Regione Umbria non ha adempiuto alle attività programmatorie di distribuzione delle risorse mediante la fissazione dei tetti di spesa e i volumi di attività per le prestazioni termali, non consentendo all’intimata Usl di predisporre gli schemi di convenzione» agli interessati. Bene, ma c’è un problema non di poco conto.

Il centro

Violazione principio di concorrenza

Il Consiglio di Stato non lascia spazio a dubbi: «La società appellante – si legge nel dispositivo – ha presentato la sua istanza di convenzionamento a gennaio 2019; ha atteso un anno prima di attivarsi in sede giurisdizionale; non è ammissibile una sospensione senza termine, essendo la pubblica amministrazione obbligata per legge a provvedere sull’istanza dei privati con provvedimento espresso, e ciò anche quando l’istanza sia inammissibile o infondata». C’è altro: «Peraltro, le ragioni addotte dall’Usl circa l’impossibilità dei procedere al convenzionamento in mancanza dell’atto di programmazione da parte della Regione, e dunque, della previa fissazione dei tetti di spesa si pongono in palese contrasto con la condotta tenuta dalla stessa Usl». La ragione è semplice: «In data 19 giugno 2019 ha stipulato con la Terme Francescane la convenzione per l’erogazione di prestazioni termali» e nell’atto «non si fa alcun riferimento alla copertura finanziaria di tetti di spesa». Non solo. Il 16 ottobre 2020 l’azienda sanitaria locale ha sottoscritto un nuovo accordo con Terme Francescane. Il giudizio è chiaro: «Tale condotta – scrivono i magistrati amministrativi – contrasta palesemente con il comportamento tenuto nei confronti della appellante il cui procedimento è rimasto bloccato sine die in considerazione della mancata programmazione regionale». A difendere la Thermae ci hanno pensato gli avvocati Giovanni Ranalli e Fabrizio Garzuglia, mentre sponda Usl ha seguito la vicenda il legale Vittorio Miniero del foro di Bologna.

La sede della Usl Umbria 2

Regione e Usl: pasticcio in combinata

Un discreto pasticcio in definitiva: la scelta della Usl Umbria 2 di «realizzare una sorta di proroga tecnica del rapporto convenzionale stipulato con altro operatore, che prescinde dalla fissazione del budget di spesa, giustificato con la necessità di assicurare ai pazienti l’assistenza termale in attesa della programmazione regionale dei tetti di spesa, impatta con la disciplina comunitaria e nazionale, violando al contempo le stesse linee guida regionali di cui alla delibera di giunta regionale 1516/2018, laddove impongono l’individuazione dei soggetti con cui stipulare accordi convenzionali e gestire l’attività legata a tali accordi mediante le valutazioni comparative di qualità e costi». In questo modo infatti si è creato un blocco: «La Regione non ha operato la necessaria programmazione; la Usl non procede alla contrattualizzazione dei nuovi entranti nel mercato di riferimento». Tutto ciò «in violazione del principio di concorrenza». L’appello è accolto.

Palazzo Donini

Regione nel mirino: «Elusa disciplina nazionale e sovranazionale»

Il Consiglio di Stato mette fretta e lo scrive nero su bianco: «Le criticità rilevate nella motivazione possono trovare una rapida risoluzione attraverso l’attuazione dell’obbligo di programmazione e pianificazione da parte della Regione Umbria che, con la sua condotta, ha comportato l’elusione della disciplina nazionale e sovranazionale prima richiamata e della propria delibera che disciplina la materia, ponendo fine a questo genere di contenzioso». Intanto la Usl è stata condannta al pagamento delle spese – doppio grado – di giudizio per 4 mila euro. Firme in arrivo e convenzionamento per la Thermae.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli