Allarme Taric Terni: bagarre in consiglio e atto opposizione in commissione

Rifiuti, l’assessore Masselli replica dopo le lettere di Asm: «In futuro codice fiscale e peso indifferenziato individuale». Poi botta e risposta a palazzo Spada: c’è il rinvio

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Un lungo intervento per ribadire ciò che era già noto sul funzionamento della Taric e indicare ciò che accadrà nel breve-medio periodo dopo gli interventi di Asm. A tre giorni dall’evento di protesta in piazza Ridolfi contro le migliaia di missive Asm inviate a 1.700 condomini per avvisare del potenziale aumento della fattura, è l’assessore al bilancio e alle partecipate Orlando Masselli a replicare alle opposizioni. Nel pomeriggio c’è stato poi il confronto in consiglio comunale: alle 19.45 il rinvio dell’atto in commissione presentato dai consiglieri di minoranza. Ed è bagarre.

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A destra l’assessore Masselli

Masselli risponde: gli aumenti

«Purtroppo – la premessa – ormai ogni argomento diventa oggetto di strumentalizzazione politica e chi ci rimette sono spesso i cittadini, magari in buona fede, come nel caso della vicenda della Taric e dei rifiuti in genere. I consiglieri di minoranza hanno infatti raccontato moltissime inesattezze, ed è quindi necessario riportare la questione sui binari della correttezza, anche dal punto di vista della comunicazione. In primo luogo, dunque, non corrisponde al vero – dati alla mano – quanto affermato rispetto ad una presunta graduatoria che vedrebbe Terni tra le città con uno degli aumenti più elevati delle tariffe per i rifiuti. Lo studio dal quale è stato desunto questo dato riguarda infatti una tipologia di famiglie limitata (3.000 su 28.000), non rappresentativa e non riferita a un periodo di un solo anno. I nostri dati, che sono complessivi, ci dicono invece che gli aumenti registrati sono medi e si attestano a circa il 6%. Questi aumenti sono stati peraltro ampiamente compensati dalle agevolazioni per alcune categorie di utenze, da noi volutamente messe a bilancio per una cifra che si aggira intorno al milione e mezzo di euro. La sezione nazionale del catasto rifiuti certifica inoltre che per il 2020 la produzione e la raccolta differenziata nel Comune di Terni era al 72,05%, collocando la nostra città al 26° posto su 109 comuni capoluoghi di provincia».

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L’applicazione Taric e gli svuotamenti 

Si passa al dettaglio delle polemiche: «Quanto alla Taric – aggiunge Masselli – e alle presunte stangate, ricordo che l’applicazione della tariffa corrispettiva, obbligo di legge, era stabilita già nella gara del 2014 esperita dalle amministrazioni precedenti, che noi abbiamo messo a regime solo nel 2021, anche sulla base del regolamento proposto dall’Auri. Innanzitutto è opportuno condividere l’obiettivo, che è quello di spingere ai massimi livelli la raccolta differenziata. Infatti quel che eventualmente può pesare di più nell’applicazione della nuova tariffa, è proprio la produzione di rifiuti indifferenziati. In sostanza la tariffa è formata da tre componenti: due sono uguali per tutti, mentre la terza (la tariffa variabile aggiuntiva) varia a seconda della produzione di rifiuti indifferenziati. Come si calcola la produzione di indifferenziato per ogni famiglia? Lo si fa attraverso una tabella (in allegato) che sulla base del numero dei componenti familiari prevede i litri/kg di rifiuto indifferenziato prodotti ogni anno. In rapporto alla quantità di rifiuto indifferenziato prodotto (in maniera presunta) viene calcolato anche un numero di svuotamenti del cassonetto dell’indifferenziato necessari, sempre ogni anno. La tariffa aggiuntiva è dovuta solo se si supera questo numero di svuotamenti previsti. Quindi il consiglio per evitare di pagare di più, e anzi per pagare di meno qual è? In primo luogo occorre limitare al massimo la produzione di indifferenziato, stando molto attenti a selezionare tutte le componenti (umido, carta, plastica, metallo). In questo senso occorre anche ricordare che è possibile richiedere all’Asm ulteriori cassonetti o mastelle per la raccolta differenziata senza alcun costo aggiuntivo. Inoltre, tornando alla raccolta dell’indifferenziato, occorre far in modo (anche in collaborazione con i condomini) di non esporre il cassonetto o la mastella se non quando è effettivamente piena: questo perché, come detto, la tariffa aggiuntiva per ora si paga solo se si supera il numero degli svuotamenti previsti: meglio dunque svuotare i cassonetti una volta di meno che farli svuotare mezzi vuoti».

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Il futuro: redistribuzione e codice fiscale

Infine una sorta di appello: «Serve dunque collaborazione – le parole di Masselli – da parte di tutti, serve più attenzione, mentre Asm sta già mettendo in campo un ulteriore impegno che si concretizzerà nei prossimi mesi con la verifica dell’adeguatezza dei cassonetti ed una eventuale redistribuzione degli stessi; nel medio periodo poi l’accesso ai cassonetti sarà subordinato alla lettura del codice fiscale e al peso dell’indifferenziato corrisposto individualmente. Intanto però concludo facendo notare un altro aspetto sfuggito ai più: le lettere inviate da Asm ai ternani per avvisare su possibili aumenti della tariffa corrispettiva, solo nel caso in cui non si riescano a diminuire gli svuotamenti dell’indifferenziato, hanno comunque riguardato 19 mila famiglie. Ad altre 34 mila famiglie ternane non è arrivato nulla. Questo che vuol dire? Che grazie alla Taric 34 mila famiglie non solo non subiranno aumenti, ma potranno avere delle diminuzioni. In quanto alle altre 19 mila, gli aumenti sono solo potenziali e dipendono dal modo in cui le singole famiglie e i condomini riusciranno ad organizzare l’esposizione dei cassonetti e delle mastelle per il ritiro dell’indifferenziata. Con buona pace delle opposizioni e dei mestatori – conclude – tutto dipende dunque dalla obiettività e dalla buona volontà. A meno che non si provi gusto a distruggere tutto, ma questo è un altro discorso. Da parte nostra lavoriamo per costruire e per migliorare». Masselli in consiglio ha poi specificato che – rispetto al complessivo delle lettere inviate da Asm – 6.800 riguardano cluster famigliari che potrebbero avere un aumento da 20 a 50 euro, 7 mila da 100 a 200 euro.

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L’opposizione attacca. Seduta allungata

«A Terni – le parole di Luca Simonetti del M5S in merito all’atto presentato in giornata – abbiamo aceelerato e siamo andati a braccio, si prospettano pioggia di ricorsi dei cittadini che espongono il Comune. Asm dovrebbe adoperarsi per accertare ai singoli utenti il numero degli svuotamenti con data dei relativi passaggi. Chiediamo di bloccare gli aumenti Taric in attesa del miglioramento del servizio porta a porta, è un atto di responsabilità». «Il problema è sentito in città, le persone sono preoccupate – ha aggiunto Alessandro Gentiletti di Senso Civico – e ormai un anno avevamo chiesto che il regolamento non fosse uno spot. Prima c’era da verificare. Anche Melasecche e Bruschini hanno chiesto che si studi meccanismo diverso». Per Emanuele Fiorini (Gruppo Misto) «a voi salgono gli stipendi e non avete voluto discutere/votare l’atto per diminuirlo e favorire i cittadini su questo tema». Valentina Pococacio (M5S) chiede e ottiene il prolungamento del consiglio fino all’esaurimento del punto in questione e c’è il via libera all’unanimità: «Se l’Asm non riesce a dimostrare gli svuotamenti in più, si è obbligati a pagare? C’è il rischio che questa città sia invasa da ancora più rifiuti». Sulla stessa linea Valdimiro Orsini (Misto): «Sì, ci sono delibere Arera e Auri che regolano, ma molti Comuni in Umbria non hanno ancora adottato questo sistema di tariffazione. Specie nel Perugino. Il cittadino deve pagare il giusto, va rivisto e le persone potrebbero fare ricorso».

Dominici chiede e ottiene rinvio. Bagarre

Anche da Lucia Dominici (FI) stesso input: «C’è speculazione politica, si sta lavorando per tutti. Un problema che l’amministrazione deve affrontare assolutamente: facciamo presente ai condomini qual è il loro massimo per non far applicare la tariffa rifiuti aggiuntiva»; è lei a questo punto a proporre il rinvio in commissione per audire tutti i soggetti coinvolti. Poi c’è Michele Rossi (Terni Civica): «Il sistema va rivisto. E bisogna capire il perimetro entro il quale possiamo muoverci». Fiorini fa però notare una cosa: «L’argomento è già in IV commissione», mentre Gentiletti sottolinea che «il consiglio si è già espresso sul prolungamento fino alla votazione». Breve check del presidente dell’assise Francesco Maria Ferranti e via libera. Simonetti attacca: «Una palese scorrettezza, nessuno stava qui a fare accuse». Appello nominale e voto: 15 favorevoli, 11 contrari e proposta accolta. Si chiude tra le lamentele delle minoranze. Con ogni probabilità non è finita qui la storia.

L’opposizione ancora in tackle

All’indomani del rinvio le minoranze tornano ad attaccare: «Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia mettono in naftalina l’atto per sospendere le bollette pazze della Taric tra le facce compiaciute dei consiglieri di maggioranza. Questo è successo lunedì in consiglio comunale, una presa di distanza clamorosa dai cittadini e le difficoltà che vivono soprattutto grazie alle scelte approssimative della giunta Latini, la giunta più pagata della storia. Come M5S, Pd, Senso Civico e Terni Immagina – dicono i gruppi consigliari – avevamo preso l’impegno con i ternani, ovvero disporre una mozione per chiedere la sospensione degli aumenti della Taric in attesa di trovare soluzioni utili a rendere la tariffa più equa e legata a parametri oggettivi sui rifiuti realmente prodotti. Ma la maggioranza, ha deciso di mandare in commissione l’atto mettendoci  di fatto una pietra tombale. Uno schiaffo in faccia ai cittadini. Non sappiamo dove trovino i consiglieri comunali di centrodestra il coraggio per ostentare tanta sicurezza visto che ad oggi tutto quello che hanno toccato si è trasformato in un salasso, dalla Taric fino al Servizio Idrico Integrato, tutti balzelli firmati Leonardo Latini che pesano su una città dal tessuto economico già di per sè fragile. Non capiamo con quale faccia parlino di strumentalizzazioni delle minoranze quando proprio noi in modo costruttivo abbiamo cercato di riportarli alla ragione in tutti i modi mentre procedevano spediti verso questo fallimento annunciato. Avevamo chiesto un anno di tempo prima di partire con questa nuova modalità di tariffazione. Hanno detto che erano pronti e che noi eravamo allarmisti. Oggi con la stessa sicurezza pontificano sulle soluzioni. Intanto i bollettini, le lettere, i solleciti, le telefonate degli istituti di credito, continuano ad esasperare – concludono – la vita dei ternani. Facile sbagliare ed essere arroganti quando poi il conto lo pagano i cittadini».

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