di Andrea Liberati
Consigliere regionale del M5S
Ma davvero non ci sarebbe amianto in ThyssenKrupp? E perché sembra ancora tabu parlarne, riconoscendo viceversa i benefici previdenziali di legge a chi è stato davvero esposto? Come mai su questa vicenda è precipitata una sorta di congiura del silenzio, quando ogni persona responsabile dovrebbe viceversa denunciare con forza lo scandalo di una simile condizione di lavoro e di vita?
Da quando, circa un mese fa, abbiamo sollevato tale tematica, il M5S ha ricevuto numerose segnalazioni, fotografie, indicazioni proprio da parte delle maestranze; lo scrivente nondimeno ha incontrato dipendenti e soggetti istituzionali, per poi recarsi presso Usl2, unitamente ai consulenti legali dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona), associazione diretta dall’avvocato Ezio Bonanni e in prima linea a difesa dei lavoratori: presto giungerà ulteriore documentazione per implementare ancor più scientificamente un percorso nuovo assieme a tutte le persone di buona volontà, difendendo salute e lavoro senza infingimenti e senza compromessi.
Ecco pertanto solo una breve anticipazione dell’ampia rassegna fotografica trasmessa al sottoscritto nel corso di queste settimane e relativa all’ultimo lustro, fino ai giorni nostri.
Proseguiremo per mesi, allegando altre immagini, descrivendo fatti, segnalando circostanze, specificando la situazione reparto per reparto: per ora ci limitiamo a questo, consapevoli che, entro breve, partiranno energiche iniziative al riguardo.
Quanto alle fotografie oggi accluse, c’è ben poco da commentare: uno scandalo, che prosegue in una sorta di imbarazzo generale. Ecco perché occorre soltanto rimboccarsi le maniche, riconoscendo la profondità del problema per poi doverosamente muoversi a livello politico nazionale.
E’ evidente che l’amianto, in ThyssenKrupp, tuttora è presente; laddove fosse mai bonificato, c’è comunque stato ben oltre quel 1992 che nelle sedi giudiziarie fu indicato all’epoca quale tempo limite per le finalità più diverse, a partire da quelle relative ai dovuti ‘scivoli’ previdenziali in favore degli interessati.
Frattanto, da parte nostra, è partita un’interrogazione urgente in Regione e altrettanto accadrà a tutti i livelli assembleari: chiediamo giustizia e intendiamo convintamente ripristinare la cornice di legalità violata, restituendo certezze a operai, tecnici, quadri, persone che devono avere autentico orgoglio per il proprio posto di lavoro, senza essere accompagnati da angoscia alcuna. Sono tempi nuovi, il bene comune è a portata di cuore: basta allora a silenzi, menzogne e mezze verità