Appalti, rsu, patto di territorio: in Ast tanti capitoli in sospeso

Terni – In vista del lungo stop tra luglio e agosto, sono destinati a slittare a settembre diversi nodi

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È una quiete solo apparente quella che aleggia sugli stabilimenti di Acciai Speciali Terni, dove l’estate è iniziata con l’annuncio di uno stop più lungo del previsto della produzione – per tutto il mese di agosto per numerosi impianti – a causa della flessione dei mercati. Al di là degli incontri estemporanei sulla gestione quotidiana della fabbrica, l’atteso confronto tra sindacati e azienda sui progetti più a lungo termine del gruppo Arvedi per l’acciaieria si è arrestato (o meglio non è mai iniziato davvero) ed è destinato a questo punto a decollare non prima dell’autunno.

TUTTO SU AST – UMBRIAON

La Fiom ‘suona la sveglia’

A sollecitare nuovamente la discussione è la Fiom Cgil, riunita martedì in assemblea generale in vista del congresso provinciale di metà ottobre. Da una parte c’è apprezzamento per il recente accordo con la nuova proprietà «che di fatto – sottolinea il sindacato di categoria – cancella il lavoro somministrato all’interno come segnale di netta discontinuità, dopo che la multinazionale aveva introdotto lo staff leasing in tutti i reparti produttivi». Ma ora, tornano a sottolineare le tute blu della Cgil, «serve la discussione del piano industriale e serve l’accordo di programma di cui si sono perse le tracce». A preoccupare sono anche «le situazioni di incertezza in cui versano i lavoratori dell’indotto e alcune aziende della filiera del tubo» che, a detta della Fiom, «possono trovare risposte solo dentro una discussione complessiva che non può più essere rinviata».

Arvedi: «Basta sfruttare Ast»

Il caso del taglio all’appalto della vigilanza privata affidato a Sicuritalia (con 40 lavoratori coinvolti), ma anche le ‘scintille’ con la società Tct (situazione poi apparentemente rientrata) dimostrano che da parte della nuova proprietà è in corso un’attenta analisi e un’altrettanto attenta revisione – quando necessario – dei rapporti con ditte esterne e clienti, anche attraverso l’internalizzazione dei servizi. «Basta sfruttare Ast» è il messaggio che ha mandato il cavaliere Arvedi in persona.

Scorie e Prisciano

I rapporti invece, per ora, non sembrano subire battute d’arresto con Tapojärvi, dopo le iniziali riflessioni del gruppo di Cremona sul destino del progetto di recupero e smaltimento scorie affidato ai finlandesi. La nota congiunta inviata all’indomani dell’ultima conferenza dei servizi in Regione sembra sgomberare il campo da illazioni, con entrambe le aziende che hanno confermato «i loro impegni» verso l’end of waste (la cessazione della qualifica di rifiuto, ndr). Il 14 luglio è prevista una nuova conferenza dei servizi, mentre sul fronte del contenimento delle polveri di Prisciano, Ast è al lavoro per introdurre la nuova soluzione per il raffreddamento delle scorie in una camera stagna, tecnologia già in uso in altre acciaierie. Si procede con vere e proprie prove industriali con un macchinario mobile per verificare l’efficacia del processo di raffreddamento. L’assenza di contatto con l’acqua eviterà il problema del trasferimento delle polveri.

I temi cruciali

Sulla sfondo – ma il punto è dirimente per la messa a terra del piano industriale – rimane la questione dell’accordo di programma con le istituzioni al tavolo del Mite. Per ora si continua a parlare di incontri tecnici, nella sostanza non sembrano esserci concreti passi in avanti. Settembre è l’orizzonte tracciato dai piani alti dell’acciaieria, un mese che dovrà per forza di cose sciogliere i diversi nodi. Nel frattempo, con l’elezione avvenuta ormai quasi un mese e mezzo fa, dovrebbe essersi insediata anche la rsu di stabilimento, ad oggi ancora non entrata ufficialmente nel pieno delle sue funzioni. Evidentemente, al di là di qualche uscita che chiede un’accelerazione (come quella della stessa Fiom di metà giugno), non c’è grande fretta di sapere neanche tra i delegati di fabbrica.

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