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Home » Arconi di Perugia: «Salvare il salvabile»

Arconi di Perugia: «Salvare il salvabile»

di Lucina Paternesi
4 Ottobre 2017
in Attualità, Dal territorio
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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E’ un progetto che non piace e che, per forza di cosa, si deve fermare. Non si placano le polemiche sul cantiere dove dovrebbe sorgere la biblioteca multimediale in piazza della Rupe e ora, della questione, dopo l’interessamento anche del consiglio regionale e del Mibact, tutti gli atti passano in mano alla V Commissione.

Le polemiche La battaglia, squisitamente politica, portata avanti dalle opposizioni, Pd e Movimento 5 stelle, punta a chiarire tutte le varie fasi, i vari passaggi, con relative autorizzazioni, tra il progetto presentato dal sindaco Boccali alla cittadinanza nel 2013 e quello nuovo, di cui il cantiere ne è l’immagine più evidente. In commissione, nei giorni scorsi, è emerso che, a cose fatte, l’opzione più praticabile è quella di ‘salvare il salvabile’. Dal momento che il cantiere ha già iniziato a lavorare, ora si dovrà cercare di mitigare il più possibile l’impatto di quanto già realizzato.

Tavolo tecnico La strada, dunque, è ancora tutta in salita e la biblioteca potrebbe non essere pronta a stretto giro. Nel frattempo comune, soprintendenza e azienda esecutrice torneranno a riunirsi attorno a un tavolo tecnico per valutare tutte le opzioni praticabili, senza dimenticare che, qualora dall’alto arrivasse l’ordine di demolire tutto, al comune spetterebbe l’onere di pagare tutte le penali del caso all’azienda che sta realizzando il cantiere.

Associazioni Intanto, in V commissione, sono state contestate le scelte dell’amministrazione di utilizzare il cemento armato al posto di legno e acciaio, nonché la soluzione di fare quei balconi così sporgenti a differenza di quanto previsto nel progetto originario con le vetrate che erano a filo. Non piacciono queste scelte soprattutto a Primo Tenca, presidente della società operaia di mutuo soccorso, che ha chiesto a gran voce la rimozione dei corpi aggettanti ma, soprattutto, non piacciono all’architetto Fressoia, presidente di Italia Nostra, che nelle scorse settimane ha presentato un esposto in procura tramite il legale dell’associazione un tempo presieduta dall’attuale vice sindaco Barelli.

La Soprintendenza A bacchettare il comune è anche l’attuale soprintendente Marica Mercalli che ha ricordato come, al momento del suo insediamento, il progetto fosse già in stato avanzato dopo una vacatio all’interno dell’ente e che comunque, al suo arrivo, sono state chieste delle prescrizioni mentre il progetto originario del comune ha subito delle varianti esecutive. Non ci saranno, dunque, balaustre in cima agli elementi di cemento così come non verranno realizzate delle terrazze per gli avventori della struttura. Altre prescrizioni prevedono la riqualificazione dei giardini posti di fronte agli Arconi e un’attenzione massima ai materiali usati per le vetrate. Così, infatti, è emerso che il comune – ad esempio – non ha informato la Soprintendenza all’avvio dei lavori. Ora, dunque, l’unica soluzione sembra quella di mitigare l’impatto, anche grazie all’utilizzo di materiali di valore. «Ad oggi – ha detto la Mercalli – si vedo solo lo scheletro in cemento, una volta finito il risultato sarà diverso».

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