Perugia: «Agli Arconi scempio urbanistico»

La Soprintendenza auspica una soluzione in extremis per migliorare il progetto. Il Pd: «Deturpa il territorio, interrompere lavori»

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Rivedere il progetto della biblioteca degli Arconi: non ignorare le richieste della Soprintendenza e le proteste dei cittadini

Il nuovo progetto

Le polemiche non si placano e, anzi, se possibile, aumentano. Una nuova grana sembra profilarsi all’orizzonte sul progetto che prevede di realizzare una biblioteca multimediale nello spazio recuperato davanti al Pincetto, oltre mille e trecento metri quadrati dopo che, nei giorni scorsi, è emerso che l’attuale amministrazione ha modificato il primo iniziale progetto, elaborato nel 2013 sotto la giunta Boccali e già presentato alla città.

Soprintendenza Rispetto alla prima ipotesi, con le vetrate che scendevano a filo sugli Arconi, il cantiere che sta già portando avanti i lavori hanno fatto presagire un progetto di ben diverso impatto sulla struttura. Con più cemento e senza scale che scendono per l’ingresso ma anche con un costo quasi dimezzato rispetto al progetto iniziale, 3 milioni e mezzo contro quasi sei. Fu la Soprintendenza stessa, come è poi emerso, a bocciare la prima ipotesi, ma per quanto riguarda il cantiere già a lavoro, sembra che l’attuale soprintendente Marica Mercalli abbia giudicato eccessivamente sporgenti i cubi in cemento armato che sono in fase di realizzazione.

‘Stop al cantiere’ Ora, dunque, cosa succederà? Si fermerà il cantiere oppure, come si auspica la Soprintenenza, si troverà una soluzione all’ultimo senza creare contenziosi tra l’azienda che si è aggiudicata l’appalto e il comune? Sul piede di guerra, sin dall’inizio, c’è una parte dell’opposizione, con i consiglieri Bori e Bistocchi del Pd e Arcudi che tornano a chiedere lo stop dei lavori. «Lavori che – ricorda Bori – sono stati assegnati la tarda sera di capodanno, a poche ore dalla scadenza del finanziamento, su un progetto modificato rispetto a quello presentato alla cittadinanza senza nessun atto formale di richiesta di revisione e che, per una volta, hanno messo d’accordo tutta la città: non vanno bene e danneggiano il nostro patrimonio storico-artistico ed il panorama di Perugia».

Il progetto iniziale nel 2013

Progetto modificato La scelta di modificare il progetto sostituendo il vetro, il legno e l’acciaio con il cemento, in effetti, non è piaciuta a molti. Oltre alla Soprintendenza, moltissime associazioni culturali e di cura e tutela del territorio hanno ritenuto eccessive le costruzioni in cemento armato che sporgono per parecchi metri oltre il filo degli Arconi medioevali. «Il rischio, forse non troppo valutato dalla giunta, è quello di snaturare la funzione stessa della biblioteca aggiungendo delle strutture cubiche, che sono a tutti gli effetti un orpello pesante ed inutile in una struttura leggera e lineare come quella degli Arconi e di piazza della Rupe». La fretta con cui sono stati affidati i lavori, secondo i consiglieri, «è stata pessima consigliera, emblema di un decisionismo che non è certo il tratto distintivo di questa amministrazione e che andrebbe messa da parte per aprire una fase nuova e ripensare il progetto: è evidente che questa giunta, impantanata in mille problemi interni alla maggioranza e incapace di programmare e gestire anche i minimi servizi cittadini, cerca di togliersi di dosso questa nomea accelerando su lavori ed appalto».

Scempio urbanistico «Stante la situazione attuale crediamo opportuno che l’amministrazione, in primis il Sindaco, al fine di evitare uno scempio urbanistico provveda a ripensare l’opera partecipando le scelte con tutti i soggetti deputati: il Comune metta attorno ad un tavolo Regione dell’Umbria, gli Atenei cittadini, la Soprintendenza, l’Accademia di Belle Arti, le associazioni di tutela del territorio, quelle culturali e quelle studentesche (maggiori fruitrici della struttura) al fine di riprogettare uno spazio cittadino carico di storia evitando di trasformarlo in un non-luogo privo di un’anima ben precisa o peggio in una struttura patchwork dove non si riuscirebbe ad armonizzare strutture tardo medievali e costruzioni in cemento».

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