Ast, brutte notizie e quegli strani silenzi

La ThyssenKrupp tratta con Tata Steel, l’ad Burelli lancia segnali preoccupanti, ma da Terni e dall’Umbria nessuno reagisce

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La ‘bolla’ sarà pure cinese, ma non è che gli indiani scherzino. Dopo che il quotidiano tedesco Rheinische Post aveva anticipato la notizia – subito ripresa da Il sole 24 Ore e altri – di una trattativa tra ThyssenKrupp e il colosso indiano Tata Steel, qualcuno si era interrogato su quello che potrebbe comportare, per Terni e se potesse in qualche modo essere collegato al famodo ‘piano B’ annunciato da Peter Sauer al vertice che si è svolto al Mise. Ma, se si chiedeva in giro, al massimo si registravano alzatine di spalle.

Massimiliano Burelli

Massimiliano Burelli

La produzione La notizia era insomma passata, curiosamente, inosservata (il senatore del Pd Gianluca Rossi, per la verità, aveva chiesto al presidente del consiglio, Matteo renzi, di ‘battere un colpo’: nessuna reazione), come pure la sortita del nuovo amministratore delegato della ThyssenKrupp Ast, Massimiliano Burelli, che aveva detto senza mezzi ternini che «Il milione di tonnellate (di produzione di acciaio fuso; ndr)  non è un dogma. Il secondo forno è attivo e rimarrà acceso fino a quando ci saranno le condizioni economiche che lo permetteranno». Anche qui, il capogruppo in consiglio comunale del Pd, Andrea Cavicchioli, aveva chiesto lumi: silenzio.

Tk Ast acciaieria acciaierie ThyssenKrupp2 TerniIl bilancio Anche perché, quasi in contemporanea, erano arrivate le notizie – buone – relative al bilancio dell’Ast (anche se non manca chi parla di possibile ‘operazione di maquillage contabile’) e, insomma, magari pareva brutto star lì a fare le pulci. Del resto, subito dopo il vertice al Mise, la presidente Marini, il vice Paparelli e il sindaco Di Girolamo, infatti, si erano sbrigati a dire che «abbiamo registrato una oggettiva continuità degli impegni di ThyssenKrupp e soprattutto le affermazioni di Peter Sauer, che ha assicurato l’impegno a lungo termine rispetto alle prospettive ed al futuro di Ast». Mentre le segreterie provinciale e comunale del Pd di Terni avevano spiegato di aver «colto segnali positivi che ora vanno però consolidati e concretizzati in termini di investimenti e rilancio».

L'Ast

Limberg Come pure era passata del tutto inosservata la visita del gran capo Limberg (a capo di una delegazione molto nutrita) agli impianti ternani: lui era arrivato, aveva fatto il tour e se ne era tornato in Germania senza manco dire buon giorno o buona sera ai rappresentanti istituzionali del territorio che, fino a pova contraria, resterebbero i padroni di casa.

Le fermate Poi sono arrivate le nuove fermate degli impianti, ancora più lunghe del solito – il Forno 4 è fermo dalle 6 di sabato 23 aprile e ripartirà solo alle 6 di lunedì 2 maggio. Aod3 e Cco7 hanno fermato sabato 23 aprile alle 14 e riprenderanno a marciare lunedì 2 maggio alle 14. Il Forno 5 ferma da mercoledì 27 aprile alle 22 a lunedi 2 maggio alle 6. Aod2 e Cco3 fermano giovedì 28 aprile alle 6 fino a a lunedì 2 maggio alle 6. Asea e fucinati marciano da martedì 26 aprile alle 6 di mercoledì 27 aprile alle 22 per i fucinati – e pure lì, silenzio. Adesso, però, i dubbi sulle possibili reali intenzioni della ThyssenKrupp sul polo ternano tornano a farsi vivi e chissà, magari il nuovo rincorrersi dei sussurri sulla possibile cessione delle (per ora?) acciaierie ternane, potrebbe provocare qualche segnale di vita da parte del mondo sindacale e politico locale. Ma non è detto.

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