di M.T.
Era stato annunciato come un Ā«un accordo per la fornitura di titanio che ci dovrebbe consentire di raggiungere il punto di saturazione degli impianti ternaniĀ».

Lāaccordo Quanto titanio la ThyssenKrupp Ast abbia prodotto, da giugno del 2015,Ā per la multinazionale Timet, attraverso la controllata Loterios (che ha da poco cambiato amministratore delegato) e con la quale l’accordo era stato siglato, non si sa: i termini dell’accordo Ā«non li possiamo rivelare ā aveva detto Antonio Bufalini, che a quel tempo era ancora consigliere delegato alla produzione ā perchĆ© si tratta di temi sensibiliĀ». Ma appare difficile che si possano raggiungere quelle 1.500 tonnellate annue che si ipotizzava potessero essere l’obiettivo.
LUCIA MORSELLI QUANDO ILLUSTRAVA IL PROGETTO ā IL VIDEO
Solo lamiere Soprattutto perchĆ©, dismessa la lavorazione dei coils e dei tubi – a Terni si fanno, quando si fanno, solo lamiere – i piani hanno subƬto un drastico ridimensionamento, rispetto alle circa 4.000 tonnellate annue che uscivano da ‘Titania’ ai tempi belli. Secondo Lucia Morselli, comunque, quellāaccordo sul titanio Ā«conferma la volontĆ aziendale di consolidare tutte le produzioni di Ast, a cominciare proprio da lƬĀ».

L’ucraino Una buona possibilitĆ di incremento produttivo sarebbe potuta arrivare da un altro accordo per il quale era stata avviata una trattativa, ma del quale si sono perse le tracce: quello con il gruppo Df, che fa capo al magnate ucraino Dmytro Firtash. Quello stesso Firtash che – in zona, a San Liberato di Narni – tre anni fa contribuƬ in maniera decisiva alla crescita, con undici milioni di investimento, della Tifast, che proprio di titanio si occupa. E che puĆ² contare, essendo proprietario di miniere, di titanio a prezzi vantaggiosi.
Personale ‘rotante’ Ma a Firtash, per ora almeno, da parte di ThyssenKrup Ast non si dedicherebbe particolare attenzione: la conferma viene dal fatto che gli impianti montati al Tubificio e che avrebbero dovuto subire degli ‘adattamenti’ per lavorare quel tipo di materiale, continuano a sfornare, peraltro senza continuitĆ , acciaio inox e che sempre sugli impianti dell’inossidabile vengono spesso fatti ruotare i circa 60 lavoratori che dovrebbero essere invece dedicati al titanio, ma che – stante la produzione limitata – starebbero per lunghi periodi con le mani in mano.

La pianificazione Tanto che all’interno della ThyssenKrupp Ast di Terni comincia a serpeggiare qualche malumore: soprattutto perchĆ© non ci sarebbe nessuno incaricato di seguire direttamente la questione-titanio, visto che di fatto la cosa ĆØ in capo a Massimo Calderini, direttore di stabilimento e di produzione, che perĆ² ha ben altre faccende che ne assorbono l’attenzione. Ma c’ĆØ anche chi, con un pizzico di malizia, fa notare che, in fondo, avere quelle 60 persone da poter utilizzare in funzione delle esigenze contingenti, ĆØ una bella comoditĆ .
Gli ‘interinali’ Come pure appare curioso che si continui a far ricorso – anche in questo caso ĆØ impossibile avere conferme sui numeri, magari pure quelli sono ‘dati sensibili’ – a persone che lavorano in ThyssenKrupp Ast, ma che sono sotto contratto con agenzie di lavoro interinale. A conferma che dell’accordo del 3 dicembre 2014 – la linea di Torino ĆØ ancora in attesa, pare per problemi burocratici legati alle autorizzazioni ambientali, ma vai a sapere qual’ĆØ la veritĆ vera – si ĆØ applicata solo una parte.

Nuovo stop Tanto piĆ¹ che nel pomeriggio di venerdƬ ĆØ stata annunciata una nuova fermata dei forni 4 e 5: tutti a casa, per cinque giorni alla fine del mese. FEA5, AOD2 e CCO3 fermano il 27 gennaio alle 14 e ripartono il 1Ā° febbraio alle 6; FEA4, CCO7, ASEA e AOD3 fermano il 27 gennaio alle 6, ma mentre FEA4 riparte il 1Ā° febbraio alle 6, gli alti impianti saranno riattivati alle 14. LunedƬ i sindacati andranno ad ascoltare le motivazioni della ThyssenKrupp Ast: quella stessa azienda che venerdƬ mattina, poche ore prima, incontrando i segretari territoriali dei sindacati di categoria, aveva – sembra – omesso di avvertirli di quello che voleva fare.