Ast Terni, i sindacati: «Peggio di Morselli»

L’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 40 tra ‘quadri’ e impiegati provoca la rottura dei rapporti: «Potremmo denunciare l’azienda»

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di M.T.

La sintesi di come la pensino i sindacati ternani è tutta in una frase: «Una roba come quella che siamo stati costretti a vivere oggi non era mai successa nemmeno ai tempi di Lucia Morselli». E chi si ricorda quanto poco amore ci fosse con la ‘lady d’acciaio’, fa presto a capire.

I sindacalisti

«Una provocazione» Venerdì mattina, raccontano i i rappresentanti delle cinque sigle sindacali, «erano previsti tre incontri in sequenza: il primo era riservato a questa idea del licenziamento collettivo che l’azienda aveva paventato. Noi abbiamo detto che le nostre posizioni restavano quelle dell’incontro precedente e la cosa è finita lì. Poi avremmo dovuto affrontare i temi relativi al nuovo protocollo sulla sicurezza e al rinnovo delle Rsu. Solo che entro noi eravamo lì, l’azienda ha mandato la nota a voi giornalisti. Una nota zeppa di inesattezze e che a nostro avviso è una mera provocazione». Così si sono alzati e se ne sono andati.

Licenziamenti-mobilità La ThyssenKrupp Ast, peraltro, usa termini diversi in base al tipo di documento che spedisce: in quello che è stato inviato all’esterno di parla di una «procedura di mobilità» che «prevede l’uscita dei dipendenti, di cui l’Azienda può privarsi, esclusivamente su base volontaria, favorendo chi valuterà di aderire in virtù delle singole esigenze e delle personali valutazioni». Ma nella documentazione inviata a Confindustria, ai sindacati e alle istituzioni, l’azienda spiega – correttamente – che «intende procedere al licenziamento collettivo, per riduzione dl personale, di complessivi 40 dipendenti». Che poi sarebbero 15 ‘quadri’ e 25 impiegati.

Le contraddizioni Ma nella lettera di avvio della procedura c’è anche un’altra contraddizione importante: mentre i dirigenti tedeschi, pochi giorni fa, avevano garantito che la ristrutturazione era terminata e che non c’erano esuberi, adesso ThyssenKrupp Ast fa sapere che «i motivi che determinano la situazione della dichiarata eccedenza di personale risiedono nel fatto che, successivamente al peggioramento delle condizioni economico-finanziarie ed alla significativa contrazione dell’attività produttiva verificatasi a cavallo del biennio 2013-2015, direttamente correlata all’andamento altalenante del settore siderurgico che ha impanato negativamente sui volumi di produzione sempre nello gesso periodo, a fronte dei quotidiani sforzi profusi per il mantenimento degli equilibri economici e finanziari, l’Azienda si trova nella necessità di adeguare i costi di struttura alle effettive possibilità offerte da un mercato sempre più competitivo».

LA LETTERA DI THYSSENKRUPP AST

«Nessun confronto» Anche su altro c’è discrepanza tra le affermazioni di Ast e dei sindacati: «L’avvio della procedura, che era già stato anticipato alle Organizzazioni Sindacali in occasione di diversi incontri avvenuti nei mesi scorsi – aveva scritto l’azienda – seguirà il percorso di confronto con le Organizzazioni stesse, come previsto dalle norme di legge, anche in relazione all’ammontare dell’incentivo economico per le uscite volontarie. L’Azienda ribadisce che manterrà fede agli impegni presi nel dicembre 2014 presso il Ministero per lo Sviluppo Economico riguardo alla forza lavoro». Ma Fim, Fiom,Uilm, Ugl e Fismic dicono altro: «Dal 18 luglio, quando ci annunciarono questa idea, non c’è stato nessun altro confronto. A noi dicono una cosa e poi ne fanno un’altra e per questo abbiamo interrotto le interlocuzioni, scritto in Germania, ai nazionali e alle istituzioni (dalla regione è arrivato l’appello alla pace; ndr). Non ci sono pregiudizi da parte nostra, ma l’atteggiamento aziendale ci impone di prendere posizione. Dicono di voler rispettare l’accordo? Bene: ad oggi in Ast ci sono 2.351 addetti (fatti salvi i 26 dirigenti) e siccome l’accordo prevedeva un minimo di personale pari a 2.400 unità, comincino a trasformare 49 interinali (dei circa 100 presente in fabbrica; ndr) in ‘tempi indeterminati’ e raggiungere quel numero».

La ThyssenKrupp Ast di Terni

I tempi La procedura di licenziamento collettivo resterà aperta per quattro mesi, «ma è legata alla ‘non opposizione’ – spiegano i sindacalisti – cioè potranno uscire solo le persone che accetteranno l’eventuale buonuscita che l’azienda gli offrirà e della quale non conosciamo i dettagli. Poi, scaduto questo termine, si esaurirà e se nessuno avrà accettato di andarsene, l’azienda non potrà licenziare nessuno comunque». Ma il timore è che «dietro questa, palesemente sbagliata, ci sia qualche altra procedura in preparazione e su questo dovremo indagare per cercare di scoprire cosa voglio fare davvero».

Causa in arrivo? Insomma, pare proprio che l’orologio – o, meglio, il calendario – stia girando a ritroso: «Paradossale – hanno spiegato i sindacalisti – che proprio loro di ThyssenKrupp, che fanno della cogestione un punto di forza comunicativo si comportino cosi. Noi, con queste persone non intendiamo trattare più e abbiamo chiesto ai legali delle organizzazioni di verificare se ci sono le condizioni per una denuncia per comportamento antisindacale».

I numeri L’organico della ThyssenKrupp Ast di Terni – stando a quello dichiarato dalla stessa azienda nella lettera di avvio della procedura, sono questi: 26 dirigenti, 1.719 operai, 106 ‘quadri’, 526 impiegati. Totale: 2.377. Poi ci sono poco più di 100 tra tempi determinati ed interinali e circa 800 addetti delle ditte esterne.

Il tweet Con un messaggio su Twitter è intervenuto sulla vicenda anche il senatore del Partito Democratico Gianluca Rossi: «#tkast fermi procedura mobilità modalità relazioni sindacali inaccettabili #mise attivi confronto». Sì, proprio quel Mise dove fu firmato l’accordo del 2014.

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