di M.T.
I numeri, come sempre, fanno capire meglio delle parole: a febbraio, dai forni di fusione della ThyssenKrupp Ast di Terni, usciranno 81 mila tonnellate di acciaio, incluse duemila di fucinati. Non tante.
‘Insaturazione’ Tanto che si verificherà, come previsto e annunciato, una nuova ‘insaturazione’ degli impianti. Che si dovranno fermare, a fine mese. In particolare si fermeranno, per 13 turni, la linea del Forno 5, Aod2 e Cb3; per 7 turni la linea del Forna 4, Aod3/asea e Cb7. Starà fermo, per 10 giorni, anche il laminatoio Zm2. A febbraio, invece, ma solo per due settimane a partire dal 15, si lavorerà anche il titanio.
La cassa integrazione Insomma, per l’acciaieria si prevedono quattro giorni di stop – dal 26 al 29 febbraio – che saranno gestiti con 3 giorni di cassa integrazione ordinaria e un giorno di ferie dei lavoratori. Già, perché la ‘cassa’ è finita e i tre giorni utilizzabili sono gli ultimi residui del vecchio accordo. Poi non ce ne sono più. A meno di un nuovo accordo, che però – con le nuove norme introdotte dal governo Renzi – dovrà avere caratteristiche diverse e più stringenti.
Le indiscrezioni Tanto che ‘radio fabbrica’ già fa circolare indiscrezioni poco rassicuranti: perché si torna a parlare – visto che ThyssenKrupp Ast ha ribadito che questi sono i volumi medi previsti per ogni mese (febbraio è anche un mese corto) – di possibile ‘ottimizzazione’ dell’uso degli impianti. Per uscire di metafora: se oggi il forno 4 lavora su 21 turni (tre al giorno per sette giorni) e il forno 5 su 15 (tre turni al giorno per cinque giorni), l’ipotesi che viene fatta è che l’azienda punti a portare entrambi i forni – tanto per cominciare – a marciare su 15 turni settimanali, così da non essere di nuovo costretti a fermare gli impianti ogni fine mese.
Il personale Solo che, così facendo, si risolverebbe un problema, ma se ne creerebbe un altro, perché ci si ritroverebbe con un bel po’ di personale in esubero. Ma la ThyssenKrupp Ast ha un asso nella manica: ad aprile, infatti, dovrebbe iniziare il montaggio della nuova linea (c’è chi la chiama 5 e chi la chiama 6, ma è sempre quella ‘reduce’ dal rogo di Torino) e un po’ di gente da metterci a lavorare, quando andrà in produzione, ma anche durante i test, servirà.
I tempi E siccome sembra proprio che della linea torinese si sia deciso, alla fine, di recuperare il minimo indispensabile, mentre la gran parte sarà nuova e composta da ‘moduli’ facilmente assemblabili, il tempo di montaggio, prova ed entrata in esercizio, potrebbe non essere troppo lungo – addirittura c’è chi dice che entro l’anno il primo coil buono potrebbe uscire – ecco che il personale che avenzerebbe con la riduzione dei turni in acciaieria potrebbe tornare utile.
I volumi Poi, certo, bisognerà capire se, stanti i volumi di acciaio colato che si conta di produrre, quella nuova macchina – che dovrebbe essere in grado di lavorare 70 mila tonnellate all’anno di acciaio ‘a freddo’ – potrà essere adeguatamente alimentata – ‘saturata’, per usare il linguaggio aziendale – ma questo è un problema che si affonterà quando si presenterà. E poi, insomma, potrebbe essere qualcun altro a farlo, rispetto a chi comanda oggi.
Morselli Perché ai rumors sull’amministratore delegato – il settimanale Left indica Lucia Morselli in predicato di andare a prendere possesso della stessa poltrona, ma all’Ilva (dove Marco Pucci ha recentemente rifiutato il ruolo di direttore generale e dove si è ‘accasato’ anche Biagio Della Volpe) – si sono aggiunti quelli relativi a Tullio Camiglieri.
La Camera Il responsabile delle relazioni esterne di ThyssenKrupp Ast, infatti, è tra i dodici ad essere rimasti in corsa, dopo aver presentato la propria candidatura, per il posto di capo ufficio stampa della Camera dei deputati. A renderlo noto è stato il parlamentare Ferdinando Adornato, membro del gruppo di lavoro che ha esaminato le candidature.
Il Tar Intanto, però, la ThyssenKrupp Ast di Terni ha portato a casa un buon risultato al Tar della Lombardia, la cui seconda sezione (Mario Mosconi presidente, Giovanni Zucchini consigliere estensore e Stefano Celeste Cozzi consigliere) ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Tommaso Maria Salonico (pare scelto personalmente da Lucia Morselli) contro l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Con il pronunciamento del Tar viene sospesa una deliberazione della stessa autorità con la quale, di fatto, si era esclusa l’azienda dall’elenco di quelle così dette ‘energivore’ e che avevano accesso agli sconti sulla bolletta.
I costi Il Tar della Lombardia ha stabilito che «le complesse questioni attinenti al fumus richiedono un approfondimento non compatibile con la sommarietà della fase cautelare»; ma che «non appare in discussione che l’esecuzione della delibera impugnata esponga la società a consistenti esborsi finanziari (ci sono delle fatture a dimostrarlo; ndr), e che l’autorità stessa ammette che a carico della ricorrente si sono formati “ingenti importi arretrati” con conseguenti “impatti finanziari sul cliente finale». E, insomma, «sospende il provvedimento impugnato» e «fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 17 novembre 2016». Quanto ‘vale’ questa decisione sotto l’aspetto economico immediato è difficile da stabilire, ma se i giudici parlano di «consistenti esborsi finanziari», non deve trattarsi di spiccioli. Che andranno a fare bella mostra sui conti della ThyssenKrupp Ast di Terni, facendola diventare, chissà, ancora più appetibile sul mercato.