Bankitalia conferma: «Un’offerta da Terni»

La notizia in una lettera al M5S: «Di recente un’istituzione locale ha manifestato disponibilità all’acquisto». Di sicuro è la Fondazione Carit, che vuole farne un museo

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Gian Luca Trequattrini

La conferma arriva da Gian Luca Trequattrini, capo del servizio Segreteria particolare della Banca d’Italia: «Di recente un’istituzione locale ha manifestato disponibilità all’acquisto per realizzare un progetto di rilievo culturale e di interesse per la città. Sono in corso approfondimenti in merito ai profili tecnici ed economici dell’operazione che, se realizzata, potrà assicurare un utilizzo attento alla valorizzazione dell’area e rivolto alla collettività».

L’edificio Oggetto della dichiarazione, contenuta in una lettera inviata ad Andrea Liberati e Thomas De Luca (M5S), in risposta alla loro richiesta «di garantire uno sforzo al fine di superare l’abbandono della vecchia sede dell’istituto a Terni». Trequattrini scrive che «la Banca d’Italia ha determinato di dismettere, in quanto non più utilizzato a fini istituzionali. Sebbene la vendita sia stata adeguatamente pubblicizzata e lo stabile della ex filiale di Temi sia stato offerto al mercato attraverso due procedure pubbliche, non sono pervenute concrete offerte di acquisto, anche se si tratta di un immobile di riconosciuto pregio e di valore storico e artistico».

L’ultimo quadro acquistato

Il museo E la nota di Trequattrini non fa che confermare, indirettamente, quanto umbriaOn aveva scritto il 4 aprile scorso: a farsi avanti, infatti, è stata la Fondazione Carit, che in quello stabile sogna di poter realizzare un museo vero – visto che può vantare una collezione che conta oltre 1200 opere d’arte, l’ultima acquistata, ‘Piazza San Marco’, un olio su tela di Francesco Guardi, sarà presentata ufficialmente venerdì prossimo – che potrebbe essere nel quale collocare anche la ‘collezione Tonelli’, che ne farebbe un polo museale di assoluto valore internazionale.

Lo sviluppo Il dirigente di Bankitalia, poi, spiega che «non risulta alcuna richiesta per la locazione, che pure poteva costituire un’utile alternativa. La difficoltà a collocare l’immobile è riconducibile a diversi fattori, quali l’andamento del mercato immobiliare locale, le caratteristiche dello stabile nonché le cautele che la Banca adotta per gestire il suo patrimonio immobiliare nel pubblico interesse. Nell’attività di dismissione si valutano infatti con particolare favore soluzioni che possano contribuire allo sviluppo economico e sociale e alla riqualificazione dei centri storici».

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