Calcio, Aic e medici contro gli allenamenti

Emergenza coronavirus: l’assocalciatori attacca i club di serie A e serie B che hanno convocato i calciatori per effettuare test medici e atletici: «A che serve?»

Condividi questo articolo su

Assemblea in videoconferenza per serie A e serie B per discutere in particolare della ripresa degli allenamenti, visto che di riprendere le competizioni agonistiche al momento non se ne parla e pure la scadenza del 3 aprile appare al momento a dir poco ottimistica.

Come finire i campionati

Sul tema calendari i presidenti sembrano concordi: per consentire la regolare conclusione dei vari tornei, si può posticipare al massimo di un mese, riprendendo quindi il 5 maggio. Oltre, non sarebbe possibile lo svolgimento di tutte le partite e bisognerà riformulare una soluzione. Ma è un problema che è di là da venire: si aspetta di capire quando finalmente la curva dei contagi comincerà a scendere. Il dibattito, in questi giorni, è concentrato più che altro sugli allenamenti: se e quando riprenderli

Aic: «Società irresponsabili»

Sul tema c’è stata una dura presa di posizione dell’associazione italiana calciatori contro le società che convocano i calciatori in sede anziché lasciarli a casa, come prevede il decreto. Un comportamento che il sindacato degli atleti definisce ‘scriteriato e fuori dal contesto nazionale’. «Se i club convocano oggi in Italia calciatori per il solo fatto di controllare la presenza di febbre o meno, costringendoli a muoversi da casa, incontrare persone, frequentare ambienti per ottenere un dato facilmente comunicabile per telefono, è un atto vergognosamente irresponsabile nei confronti delle tante persone costrette a muoversi e a lavorare per consentirci un minimo di servizi necessari. Ed è inoltre offensivo nei confronti di quanti sono in prima linea, medici, infermieri e personale sanitario, che ci implorano di rimanere a casa. Le società – prosegue la dura nota – devono spiegare quale sia l’interesse nazionale di tenere in forma atleti ed atlete che nella migliore delle ipotesi non riprenderanno l’attività prima di metà aprile».

I medici: «Prolungare lo stop»

Sul tema hanno parlato anche i medici sportivi e anche loro sono sulla stessa lunghezza d’onda: «In considerazione della grave evoluzione dell’infezione Covid 19 nel mondo, vista l’emergente diffusione dei contagi anche all’interno del calcio e del personale sanitario a esso dedicato e del progressivo aggravamento della situazione che sta coinvolgendo il sistema sanitario nazionale, i medici esprimono forte preoccupazione circa la tutela della salute dei tesserati qualora venissero ripresi a breve gli allenamenti e promosse altre attività di aggregazione. Pertanto, in modo unanime, i medici consigliano di non riprendere l’attività fino a netto miglioramento dell’emergenza Covid 19».

ANCHE SANTOPADRE PARTECIPA AL FLASHMOB

Santopadre: «Tutelare la salute ma anche gli investimenti»

Intanto, parlando ai quotidiani, il presidente Massimiliano Santopadre, ha applaudito alla scelta di fermare tutto, ma al tempo stesso ha sottolineato come, con lo stop, le società ci stanno perdendo – e tanto – e il governo dovrà farsi carico anche di queste perdite. Fra i biancorossi, ogni calciatore ha ricevuto dal preparatore un programma da seguire a casa, perché non rimangano fermi del tutto. Ma intanto per lunedì ancora non si sa come ci si muoverà.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli