Calcio violento: colpisce l’arbitro a fine partita. Quattro anni di squalifica

Mano pesante del giudice sportivo territoriale del CR Umbria LND per quanto accaduto in Taulantet-Promano di Seconda Categoria

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di Giovanni Cardarello

Ennesimo caso di violenza nel mondo del calcio dilettantistico umbro, ai danni di un giovane direttore di gara. I fatti risalgono a domenica 22 ottobre e per la precisione al match del girone A della Seconda Categoria dell’Umbria tra il Taulantet, la squadra del giornalista Rai Luca Pisinicca, composta da dirigenti e atleti albanesi che vivono e lavorano a Perugia, ed il Promano, squadra del centro altotiberino situato a circa 30 chilometri dal capoluogo di regione.

Il match è acceso e combattuto, 2-2 il punteggio finale sul terreno dello stadio comunale ‘Giuliano Borgioni’ di Pontevalleceppi. Ma l’agonismo in campo non lascia presagire quanto sta per accadere. E quello che succede a fine gara è davvero incredibile e spiacevole. Mentre l’arbitro, il signor Catalin Mariut, è impegnato a conferire con la panchina dei padroni di casa, viene aggredito alle spalle dal dirigente del Promano, Mirko Calderini, che lo avrebbe – secondo quanto messo nero su bianco dal direttore di gara nel suo referto – colpito alla base del collo.

Il giovane direttore di gara, 25 anni, è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso di Perugia dove gli è stato diagnosticato un trauma contusivo del rachide al passaggio cervicodorsale da aggressione, con prescrizione di farmaci e collare di Schanz per 7 giorni.

Inevitabili le conseguenze che sono arrivate nel dettato del giudice sportivo territoriale del CR Umbria della Lega Nazionale Dilettanti, l’avvocato Marco Brusco, nella serata di mercoledì 25 ottobre. Calderini è stato squalificato per 4 anni, fino al 31 dicembre 2027, ‘perché – secondo quanto si legge nel dispositivo del giudice sportivo – al termine della partita, mentre l’arbitro conversava con l’allenatore del Taulantet, con una azione violenta ed improvvisa, connotata da particolare aggressività, colpiva il direttore di gara alla base del collo provocandogli fortissimo dolore’.

Questa la partite di giustizia sportiva, dove Calderini potrà fornire la propria versione dei fatti, poi ci sarebbe tutto il tema della giustizia penale. Ma in questo caso è necessaria una denuncia da parte del direttore di gara in quanto, con la riforma Cartabia, l’azione penale d’ufficio si attiva solo con prognosi superiore ai 40 giorni. Resta, in ogni caso, tutta l’amarezza di una brutta pagina del calcio umbro, un settore che muove passioni, impegno, professionalità e che si trova a dover fare di nuovo i conti con una storia spiacevole.

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