‘Capitale della cultura’, Terni fa le prove

Un workshop di due giorni: l’assessore Armillei parla di «full immersion» di «cocreazione» e di «cogenerazione culturale»

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La due giorni di lavoro, organizzata nell’ambito del lavoro di preparazione di ‘Terni capitale italiana della Cultura 2016 e 2017’ dall’assessorato alla cultura, dovrebbe essere andata bene.

La soddisfazione Tanto sembra emergere dal resoconto che viene da palazzo Spada, che spiega che all’iniziativa «hanno partecipato da una parte gli imprenditori del territorio operanti nel settore dell’industria culturale e creativa (Icc) – 60 rappresentanti del mondo dell’associazionismo (su 72 invitati) di età compresa tra i 25 e i 65 anni – e dall’altra le associazioni culturali guidate da Artway of Thinking, associazione veneta specializzata nella creazione di processi collettivi».

L’assessore Giorgio Armillei, tanto per chiarire che lui si occupa di cultura, parla di «una full immersion realizzata utilizzando la metodologia di cocreazione sviluppata da Artway of Thinking, che prevede processi di apprendimento e cogenerazione culturale. La struttura del workshop è stata sviluppata per allineare le associazioni sulla vision e sulle tematiche principali del progetto, questo per definire un dizionario comune, costruito su un immaginario collettivo. I temi scelti sono stati estrapolati dal documento di progetto, ma attraverso il lavoro di gruppo hanno preso vita diventando una visione condivisa».

Le linee di sviluppo Con le aziende, invece, spiega l’assessore, «la discussione intrapresa aveva il fine di condividere la visione e le strategie per le imprese culturali e creative, coerentemente con il contesto attuale in termini di competenze e risorse. Fare dell’industria culturale e creativa una delle principali leve economiche e sociali del nostro territorio è infatti l’obiettivo specifico del processo disegnato, non solo in risposta all’opportunità resa disponibile dal bando Mibac ma, e soprattutto, in coerenza con le linee di sviluppo strategiche previste per la città nel medio-lungo periodo. Il tutto partendo dallo stato di fatto ovvero, considerando fallimenti, limiti, ma anche volontà, germogli imprenditoriali isolati, know-how industriale, elementi di originalità e unicità del territorio e in modo coerente con le risorse umane e economiche disponibili che la città sarà in grado di attrarre, sia attraverso la candidatura, sia grazie ad ulteriori progettualità regionali ed europee».

Le risposte Gli imprenditori, prosegue Armillei, «hanno risposto con senso di responsabilità ed entusiasmo, dedicando un intero pomeriggio all’ascolto, al dialogo ed alla progettualità. Partendo dall’analisi dei contributi richiesti, mediante un questionario on line, l’incontro ha evidenziato alcuni elementi importanti: il primo che nessun partecipante si è tirato indietro, confermando che il processo di coinvolgimento definito per le imprese del settore Icc ha in sé un senso e una propria fattibilità; il secondo che c’è voglia di fare, di integrare le competenze ed il know-how di ciascuno, intorno ad alcuni elementi di unicità e di eccellenza del nostro territorio, per i quali i partecipanti hanno espresso la massima condivisione».

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